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Bambini italiani sedentari: la bici può essere la soluzione?

I bambini e adolescenti italiani non fanno movimento. Non sto dicendo che non fanno sport, che non sono iscritti a una squadra agonistica, che non partecipano alle gare. Sto dicendo che non si muovono: non corrono, non giocano, non sudano. E questa condizione avrà degli esiti disastrosi sulla società italiana del futuro.

Il movimento, nel bambino, non è correlato all’attività fisica bensì è il mezzo funzionale per lo sviluppo cognitivo. Il bambino, attraverso il movimento, acquisisce l’idea di spazio e tempo (muoversi nella stanza gattonando e poi camminando), di ritmo (battere le mani), percepisce le differenze di pressione, peso e superficie tenendo in mano gli oggetti. Il movimento è la prima fonte di comunicazione del bambino dopo il pianto. Attraverso il movimento il bambino sviluppa capacità sempre più raffinate e schemi motori complessi (dal camminare al correre, dal saltare all’arrampicare). Muoversi, per il bambino, significa scoprire e soprattutto imparare a prendere decisioni, a sviluppare una coordinazione grezza e poi sempre più fine, acquisendo un bagaglio di competenze motorie che rimarranno nella memoria cinestesica celebrale e che poi potrà utilizzare quando serviranno (la cosiddetta disponibilità variabile).

Il problema è che oggi la maggior parte dei bambini non effettua un movimento sufficiente. Si stima che i nostri genitori (generazione anni ’50/60) da bambini si muovessero l’80% in più di quelli attuali. L’analfabetismo motorio è dilagante e gli esempi sono sotto gli occhi di tutti. Basta andare al parco giochi per vedere bambini di 4 anni incapaci di fare le scale da soli o bimbi di 6 anni che hanno paura a scendere da uno scivolo. Come è sufficiente posizionarsi davanti a una scuola al mattino per vedere un ammasso di SUV portare i bambini sin dentro la scuola. Nessuno va a scuola a bici da solo, pochissimi a piedi.

Prendere sottogamba questo aspetto significa preparare il terreno a una generazione di inetti, analfabeti motori, che non hanno mai potuto sperimentare sicurezza e libertà, che sono stati iperprotetti dai genitori. Una futura generazione di politici, amministratori, medici, scienziati incapaci di muoversi in modo coordinato.

L’associazione internazionale “Active Healthy Kids” ha stimato che se il trend non verrà invertito, i ragazzi che avranno 25 anni nel 2041 (quindi nati nel 2016) soffriranno in maniera capillare di:

  • Instabilità umorale e tendenza alla depressione;
  • Aumentato rischio di cancro;
  • Obesità e sovrappeso;
  • Problemi a livello muscolare e scheletrico (osteoporosi e sarcopenia);
  • Disordini venosi;
  • Ritardo nel pensiero, incapacità di programmazione del futuro, incapacità di comprensione di testi scritti;

E stiamo parlando di 25enni che presentano già tutte patologie da anziani quando dovrebbero essere nel pieno della maturità fisica!

La colpa non è dei bambini ma dei genitori, ovviamente. Come possiamo fare per insegnare ai nostri figli a essere più attivi, magari usando la bici? Ecco alcuni suggerimenti:

  • Dare l’esempio: i figli assorbono e replicano ciò che vedono dai genitori. Se noi per primi ci mostriamo come persone fisicamente attive, che vanno al lavoro in bici, per i nostri figli sarà naturale pensare all’uso della bici come elemento quotidiano;
  • Balance Bike: far iniziare ai nostri bimbi in età precoce (2 anni) a usare le balance bike anziché aspettare i 4 anni delle rotelle, permette loro di lavorare sull’equilibrio e sulla stabilità, oltre che a farli appassionare all’uso della bicicletta;
  • Trasportare i bimbi sul seggiolino: molti nostri spostamenti quotidiani si svolgono entro i 5km, raggio in cui la bici risulta essere il mezzo più performante di tutti. Invece di usare l’auto, proviamo a usare la bici per portare i bimbi all’asilo, a fare la spesa, a trovare i nonni. Questo servirà loro per vivere la bici come mezzo di trasporto e di attività fisica;
  • Smettere di avere paura: moltissimi genitori impediscono ai figli di usare la bici per paura degli incidenti. Molto spesso questa paura è ingigantita e irrazionale. Smettiamo di voler proteggere a tutti i costi i nostri figli, perché stiamo facendo loro del male, nonostante siamo convinti di far loro del bene. Perché non saranno mai indipendenti e cresceranno senza autostima e andranno in depressione al primo risultato negativo, poiché non abbiamo mai fatto sperimentare loro la realtà della vita.

La bici può essere dunque lo strumento per invertire l’abitudine alla sedentarietà dei bambini. Se davvero volete investire sul futuro di vostro figlio e far sì che diventi un adulto sereno, capace e autonomo, regalategli una bici.

I giovani del 2041 vi ringrazieranno.

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