Dopo la levata di scudi da parte delle associazioni della mobilità sul comma 103 della Legge di Stabilità 2019 che abolisce defacto le aree pedonali e le zone a traffico limitato, arriva adesso anche la condanna da parte dei Comuni.
A capeggiare la ribellione contro il provvedimento della Legge di Stabilità sono in particolare Milano e Bologna: di seguito riportiamo il comunicato stampa congiunto emanato dai rispettivi assessori alla mobilità, Marco Granelli e Irene Priolo.
Le città voglio discutere per tutelare gli spazi dal traffico. Il Governo dialoghi con le città e non faccia norme da solo e senza adeguato confronto.
“In queste ore ci siamo sentiti con diversi colleghi di città capoluogo che, come noi, hanno letto con preoccupazione l’articolo 1, comma 103 della nuova finanziaria. Auspichiamo pertanto che rapidamente l’Anci nazionale apra un confronto con il Governo per lavorare il prima possibile ad un correzione del testo. In finanziaria è stato infatti inserito un emendamento che obbligherebbe i Comuni a far entrare tutte le auto elettriche e ibride nelle aree pedonali e le zone a traffico li mitato. Significa fare entrare migliaia di auto nelle piazze centrali dei centri storici delle nostre città in mezzo ai tavolini delle piazze, ai turisti, o sotto i principali monumenti, solo perché ibride. Noi vogliamo incentivare l’elettrico e in tanti Comuni lo stiamo facendo con le colonnine di ricarica, le facilitazioni per la sosta, l’accesso a quelle zone dove vietiamo i veicoli inquinanti. Speriamo quindi, ed in modo trasverale lo chiedono diverse città, che Anci e Governo siano disponibili a lavorare ad un proposta emendativa della norma secondo una prospettiva innovativa, ma rispettosa della sostenibilità e qualità urbana. Crediamo che questo appello non cadrà nel vuoto sia da parte del governo che di altre città che seguiranno questa nostra richiesta per un confronto aperto e propositivo.”
Anche l’assessore alla mobilità di Rimini, Roberta Frisoni ha espresso contrarietà:
Si attende a breve un pronunciamento anche da parte di ANCI sul tema.
Dopo che il governo avrà ritirato questa indecenza che rischia di portare indietro l’Italia agli anni ’60, ma con 45 milioni di auto in più, sarebbe gradito che l’autore del comma 103 uscisse allo scoperto per avviare un proficuo confronto sul tema.
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