Il Biciplan di Padova avrà 300 chilometri di rete Bicipolitana
La città di Padova punta sulla bicicletta e dopo più di un anno di lavori il consiglio comunale ha ufficialmente approvato il progetto di Bicipolitana.
Lo fa sapere il vicesindaco con delega alla mobilità Arturo Lorenzoni, che definisce il piano una misura strategica per la città e che accompagnerà la giunta nei prossimi anni di mandato. L’obiettivo dell’amministrazione è raggiungere quota 300 chilometri di piste ciclabili, partendo da una situazione attuale di 168 chilometri, quindi si tratta quasi di un raddoppio.
La Bicipolitana di Padova è a tutti gli effetti un Biciplan, un piano dedicato allo sviluppo e alla promozione della bicicletta come mezzo di trasporto, frutto dell’attuazione della legge 2/2018 (prima legge quadro sulla ciclabilità in Italia).
La norma prevede che tutti i comuni si dotino di un Piano urbano della mobilità ciclistica, meglio noto come Biciplan, con alcune caratteristiche, tra cui:
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- la definizione della rete degli itinerari ciclabili prioritari o delle ciclovie del territorio comunale;
- la rete secondaria dei percorsi ciclabili all’interno dei quartieri e dei centri abitati;
- gli obiettivi da conseguire nel territorio comunale;
- le azioni per incentivare l’uso della bicicletta negli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro.
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Padova ha iniziato a lavorare al Biciplan già nel 2017, arrivando solo oggi ad approvare il progetto grazie a diverse fasi di analisi, studio e di confronto con la cittadinanza.
La città veneta è solo una dei comuni italiani che hanno provveduto a ottemperare alla legge quadro, si pensi – solo per citarne alcune – a Torino, Bologna, Reggio Emilia, Pesaro. Proprio quest’ultima, Pesaro, ha coniato il termine Bicipolitana nel 2005, quando i Biciplan erano ancora poco diffusi e non normati, serviva quindi un modo semplice per raccontare ai cittadini una nuova rete di percorsi ciclabili e ciclopedonali per muoversi in tutta la città. Da qui l’idea di ispirarsi alle linee delle metropolitane, differenziando assi ciclabili strategici con numeri e colori diversi. Pesaro oggi può contare su una rete di percorsi ciclopedonali di circa 87 chilometri, destinati ad aumentare a 180 chilometri. Il successo del piano ha portato addirittura a fenomeni di sovraffollamento dei percorsi, soprattutto nel periodo estivo, quando la città si riempie di eventi e di turisti.
Oggi, 15 anni dopo il caso di Pesaro, il termine Bicipolitana viene più o meno usato in tutta Italia, spesso per indicare erroneamente il Biciplan e in alcuni casi, addirittura abusato, per descrivere interventi che trasformano stretti marciapiedi in percorsi ciclopedonali. L’obiettivo originario dei Biciplan è invece quello di promuovere una città a misura di persone e di biciclette, andando a sottrarre spazio alle auto, modificando le abitudini di spostamento dei cittadini. Per questo quando si realizzano i Biciplan è importante parlare di modal share ciclistico, ovvero di quante persone scelgono di muoversi in bici rispetto al totale, fatto 100, degli spostamenti urbani.
Diverse realtà italiane, come Milano ad esempio, insegnano che un aumento dei chilometri di piste ciclabili non è correlato automaticamente a un aumento del numero di ciclisti, questo perché entrano in gioco diverse variabili, tra cui: qualità delle infrastrutture e disincentivi a utilizzare l’auto.
Se infatti l’automobile privata resta una scelta comoda per la maggior parte della popolazione difficilmente si vedrà un aumento dell’utilizzo della bicicletta, per questo quando si realizza un Biciplan devono essere prese in considerazione soluzioni che vanno oltre al semplice percorso ciclabile, come la realizzazione di Zone 30, ZTL (Zone a traffico limitato), attraversamenti rialzati e tutti quegli interventi che solo se messi a sistema vanno davvero a favorire l’uso della bicicletta in città.
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