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Per un nuovo turismo: lettera aperta al Ministro Franceschini

Per un nuovo turismo: lettera aperta al Ministro Franceschini

Signor Ministro Franceschini,

sa meglio di me che uno dei settori più colpiti e più spaventati dalla pandemia di COVID-19 è quello turistico. Non desidero entrare nel merito dei tavoli di lavoro che hanno portato il CDM all’approvazione delle misure straordinarie per le aziende e i lavoratori, ma chiederle se ci stiamo davvero preparando a una ripartenza e in che termini.

Ogni giorno si sentono notizie sulla ripresa necessaria dell’economia, ma tutto tace sul fronte turistico. Sì, certo, vengono riportate ipotesi più o meno campate in aria su come rendere accessibili e sicure le spiagge, su quando sarà possibile dare il via alla stagione, su chi si potrà muovere e chi dovrà restare a casa più a lungo. Ma a me sembra che manchi una visione. 

La frantumazione dell’Italia in mille associazioni, istituzioni, operatori, tutti portavoce dei propri esclusivi interessi, dimostra nuovamente l’incapacità di fare sistema e di collaborazione del nostro Paese. 

Le chiedo: dov’è l’Enit in tutto questo? Qual è la sua funzione in questo momento di crisi? Mentre le DMO di molti paesi si sono attrezzate per supportare i propri operatori (veda gli esempi di Scozia o Irlanda. che hanno creato degli hub per la gestione della crisi da COVID-19), sul sito di Enit troviamo un generico messaggio di disponibilità datato 10 marzo 2020. E sul sito del Ministero? Trovo diverse belle iniziative, ma nessuna concreta soluzione. 

Hub Covid Turismo Irlanda - Lettera a Franceschini
Hub di supporto del Turismo Irlandese

Sarà dura, ma se non metteremo in atto una pianificazione strategica basata su scenari, dati e ipotesi, sarà anche peggio. 

Ministro Franceschini, è arrivato  il momento di ripensare l’Italia dei viaggi e dei viaggiatori. È il momento di essere coraggiosi, creativi e di diventare portatori di cambiamento. 

Ripensiamo i valori del business, l’impatto sociale del turismo, il suo valore educativo e migliorativo. Consideriamo la possibilità di elevare la qualità della vita delle comunità che ne sono coinvolte, dei lavoratori e degli stessi viaggiatori

Immaginiamo i visitatori non come turisti, ma come ospiti. Pianifichiamo la nuova normalità di cui tutti parlano, rendiamola una nostra creatura. 

Realizziamo nuove partnership perché si formi una rete forte e solidale tra le istituzioni. Diversifichiamo le attività di marketing e promozione, ma anche di creazione di prodotto. Prendiamo atto del fatto che il prodotto turistico non potrà essere quello su cui ci siamo adagiati fino ad ora

È arrivato il momento di dedicare cura e fondi alla produzione e al perfezionamento delle nuove esperienze che il nuovo viaggiatore cercherà. È arrivato il momento di capire che il nostro delicato Paese non può più sopportare, né accettare, le orde di turisti consumatori di spazio vitale. 

È tempo di favorire la protezione del territorio, delle nostre Venezie martoriate, della nostra natura abbandonata. È giunto il momento di supportare i comparti virtuosi, come quello del turismo attivo (unica forma di turismo in grado di garantire il distanziamento fisico necessario), che fino ad oggi hanno dovuto sostenersi soprattutto grazie ad iniziative private.  

Dolomiti Foto di Ales Krivec, Pixabay
Dolomiti, Foto di Ales Krivec da Pixabay

Adesso è il momento di immaginare un nuovo turismo. 

Adesso dobbiamo chiederci che mondo vogliamo e mettere le basi per crearlo.

Adesso è il momento di mettere in atto tutte le azioni necessarie per sviluppare un nuovo settore basato sulle comunità: degli abitanti, dei lavoratori e degli appassionati, ovvero di coloro la cui motivazione è più forte di ogni paura e che saranno i primi a tornare a viaggiare. 

Adesso è il momento di strutturare una nuova industria turistica che stia vicina alle persone.

Adesso è il momento di pensare fuori dagli schemi.

Il futuro è adesso.

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