Lo scriviamo spesso, una maggiore diffusione della bicicletta non vuol dire solo città più pulite, sicure e persone più in salute ma anche benefici per l’economia e per il PIL.
A dare una lettura di stampo economico al ruolo della bicicletta durante la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus ci ha pensato lo studio “Costi e Benefici Sociali degli Scenari della Mobilità Post-Lockdown COVID19 in Italia” frutto di una iniziativa congiunta dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi e dell’Osservatorio della Bikeconomy; per la cui redazione tecnica è stata incaricata la società neerlandese Decisio.
Il report si focalizza su due macro scenari della Fase 2 italiana, incentrandosi su cosa accadrà se la quota di utenti che prima utilizzavano il trasporto pubblico dovesse riversarsi esclusivamente sull’automobile privata oppure, viceversa, se questa parte di popolazione venisse guidata nell’adozione di forme di mobilità attiva, come gli spostamenti a piedi o in bicicletta.
Nello studio si arrivano a quantificare i benefici di una transizione dei naufraghi del trasporto pubblico (coloro i quali sia per paura di contrarre il virus sia per le limitazioni introdotte nei servizi di linea) a forme di mobilità attiva che prevedono tra i 9-20 miliardi di benefici sul piano economico a seconda dello scenario preso in considerazione.
Benefici economici per l’intera collettività che sfiorano un punto percentuale del PIL italiano.
Secondo gli autori questa previsione è realizzabile solo a fronte di una forte volontà politica volta a implementare drasticamente pedonalità e micromobilità, sfruttando la Fase 2 per cambiare le abitudini di mobilità degli italiani.
Di contro, lo scenario peggiore, dove la quota di spostamenti degli ex utenti del trasporto pubblico dovesse essere assorbita da un ritorno all’uso dell’auto si creerebbero esternalità negative variabili tra gli 11 e i 20 miliardi di costi sociali. Tale somma sarebbe un peso inutile per le finanze statali, già gravate dall’emergenza e che oggi più che mai necessitano di essere a disposizione per il rilancio economico del Paese.
In ultimo, è bene considerare che la ricerca prende in analisi solo la quota modale di spostamenti su mezzi pubblici prima della pandemia, pertanto, se oltre a traslare parte degli utilizzatori del TPL sulla mobilità attiva si agisse anche su chi usa da sempre l’auto, si otterrebbero benefici economici ben superiori ai 20 miliardi di cui sopra.
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