L’ha deciso il consiglio comunale della città di Vancouver, in Canada: almeno l’11% dello spazio stradale della città dovrà essere riallocato a funzioni che privilegino le persone, sottraendo spazio alle auto.
ICYMI: Transformational progress for our #COVID19 mobility response here in #Vancouver:
— Dale Bracewell (@Dale_Bracewell) May 28, 2020
✅ reallocation goal of at least 11% of today’s street space
✅ people-focused public space
✅ consider changes that could be longer term or permanent
✅ implement bus prioritization pic.twitter.com/jPCKugYamL
Questo significa che circa 250 km di strade potrebbero essere pedonalizzate o interamente rivisitate con l’obiettivo di restituire parte dello spazio pubblico della città a forme di mobilità che mettono al centro i bisogni delle persone e non delle auto.
La decisione della città arriva per far fronte alla necessità di distanziamento fisico e di rilancio delle attività commerciali, per questo tra le prime azioni ci sarà quella di pedonalizzare alcune strade prossime ai parchi pubblici, mentre il ridimensionamento degli spazi destinati alle auto in alcune arterie commerciali ha l’obiettivo di aiutare gli esercenti locali.
Riallocare una percentuale ben definita di spazio pubblico a funzioni più umane è un gesto forte che denota una spiccata sensibilità e una strategia politica ben precisa volta a rendere la città di Vancouver un centro urbano più a misura di persone.
Tra le altre azioni votate dal consiglio comunale troviamo anche l’ampliamento della rete di corsie bus dedicate, in modo da velocizzare il transito degli autobus per garantire maggior competitività ai mezzi pubblici.
Inoltre, Vancouver aggiornerà anche il proprio piano di adattamento climatico con particolare attenzione alla gestione della acque meteoriche, adottato strategie di drenaggio urbano sostenibile. Questo significa che molto probabilmente i nuovi interventi per la diffusione della ciclabilità e della pedonalità saranno accompagnati da spartitraffico, aiuole e in generale spazi verdi studiati appositamente per drenare nel sottosuolo parte delle acque piovane, evitando così che il sistema fognario vada al collasso durante i fenomeni sempre più presenti di “bombe d’acqua”.
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