Cancellato il divieto di salire con le bici sui treni delle linee Trenord in Lombardia: è stato trovato un accordo tra i sindacati dei trasporti per consentire di nuovo la salita delle biciclette dopo lo stop messo in atto dall’azienda che aveva fortemente penalizzato i rider ma anche creato notevoli difficoltà al settore cicloturistico della Lombardia, come riportato da Bikeitalia.
Fin da subito avevamo considerato come insensata e discriminatoria la misura del divieto che colpiva in particolare i rider, i lavoratori del delivery food, ora dopo l’incontro con i sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti Trenord ha fatto marcia indietro e si è rimangiato il divieto di accesso alle carrozze: “Rispetto alle richieste delle segreterie – si legge nella nota dei sindacati – l’azienda di trasporto ha presentato una serie di soluzioni atte a superare le problematiche”.
In particolare, come riporta l’Ansa, sono stati individuati “una serie di treni sulle direttrici a maggior frequentazione e negli orari di maggior affluenza da parte dei rider, sulla quale dedicare delle carrozze ad uso esclusivo per il trasporto di biciclette in modo da poter garantire a tutti i passeggeri un viaggio in totale sicurezza. Su questi treni potranno trovare spazio dai 70 ai 100 rider. L’operatività – spiega la nota – avrà inizio nel fine settimana”. Dunque a partire da sabato 27 giugno 2020.
Tutto è bene quel che finisce bene, certo, ma sono servite diverse manifestazioni pubbliche e proteste eclatanti come la “Strike Mass” – per cancellare un provvedimento iniquo – e anche episodi brutti come quello del rider Emma, a cui è stata negata la possibilità di prendere l’ultimo treno per tornare a casa.
Constatiamo, come fanno anche i sindacati nella loro nota, che al tavolo delle trattative c’erano due grandi assenti: la Regione Lombardia e le imprese di delivery. Questa mancanza di attenzione per un tema come quello dell’intermodalità e del diritto alla mobilità dei lavoratori, soprattutto in vista di una riorganizzazione dei trasporti, costituisce un serio problema per poter instaurare un dialogo costruttivo sulle strategie di mobilità del futuro.
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