Mobilità

Brescia | Mobilità post-Covid: 9 km di “Ciclagili” e due Case Avanzate, bisogna fare di più

Brescia | Mobilità post-Covid: 9 km di “Ciclagili” e due Case Avanzate, bisogna fare di più
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Brescia | Mobilità post-Covid: 9 km di “Ciclagili” e due Case Avanzate, bisogna fare di più

Brescia | Mobilità post-Covid: 9 km di “Ciclagili” e due Case Avanzate, bisogna fare di più

Era il 17 aprile quando Legambiente Brescia e FIAB Brescia, presentarono in modo congiunto al sindaco Emilio del Bono, all’Assessore alla Mobilità Federico Manzoni e all’Assessore all’Ambiente Miriam Cominelli, un documento ben strutturato con analisi e proposte, per arrivare il più possibile preparati all’inizio delle scuole ed evitare l’armageddon del traffico privato automobilistico nella città Leonessa d’Italia, una delle più colpite dalla pandemia.

Il documento si basava sugli spunti forniti da Bikeitalia che, già da Marzo, aveva identificato nella Mobilità il vero problema da risolvere nelle città alla ripresa delle attività, in particolare con la riapertura delle scuole. Partendo dal concetto di Rete Ciclabile d’Emergenza (RCE), il circolo di Legambiente ha redatto un’articolata analisi, sottoscritta poi anche da FIAB Brescia, adattandola alla realtà locale.

I punti del documento prevedevano in sintesi:

  1. Creazione di una forte, decisa e massiccia campagna informativa sulla necessità di utilizzo di forme di trasporto alternative all’auto, basate sulla mobilità attiva: a piedi, in bici o in monopattino.
  2. Un Mobility Manager Comunale a tempo pieno, visto che il Comune di Brescia non disponeva di tale figura, ma delegava ad uno dei suoi tecnici dell’Assessorato Mobilità di ricoprire tale ruolo insieme alle altre sue mansioni.
  3. La riattivazione di BiciMia, il servizio di bike sharing a stalli fissi che, durante la fase di lockdown, era stato sospeso.
  4. Creazione di una Rete Ciclabile d’Emergenza, ad integrazione della rete già presente. In particolare erano stati identificati nuovi itinerari, corredati anche da un minimo di analisi di fattibilità, per una lunghezza totale di circa 60 km.
  5. Istituire una gerarchia tra gli utenti della strada con la creazione di case avanzate e una forte moderazione della velocità delle auto, soprattutto nel centro storico e nei quartieri residenziali.
  6. Riattivazione ed estensione della ZTL cittadina, che era stata sospesa durante il lockdown.
Rete Ciclabile d’Emergenza proposta || Rete Ciclabile esistente La rete ciclabile attuale di Brescia (linee nere) e la Rete Ciclabile d’Emergenza proposta nel documento Legambiente (linee colorate). Dalla rete ciclabile attuale sono state escluse le ciclopedonali promiscue, i tratti in sterrato inagibili in caso di pioggia ed i tratti totalmente dissestati. La zona tratteggiata rappresenta il centro storico, totalmente in “Zona 30” e parzialmente ZTL / pedonalizzato.

A corollario di questi 6 punti principali, ve ne erano altri tra cui, i più importanti, la richiesta di attivazione di forme di incentivo alla mobilità attiva, come il rimborso chilometrico e la creazione di servizi quali bicibus e piedibus in corrispondenza dell’inizio delle scuole.

Dal 17 aprile si sono susseguiti incontri da remoto, riunioni, riflessioni e verifiche; i giorni, le settimane e i mesi sono trascorsi e puntualmente, nonostante le difficoltà, il 14 settembre l’anno scolastico è ripartito. Delle proposte ampiamente discusse e condivise con il Comune, cosa ne è stato?

Ad oggi, venerdì 18 settembre, il Comune non ha attuato nessuna strategia comunicativa. Come Legambiente Brescia, con i pochi mezzi a disposizione, avevamo provato a produrre una campagna promozionale di incentivazione alla mobilità attiva, ma senza riscontri di alcun tipo da Palazzo Loggia. Purtroppo anche i post sulle piattaforme social degli esponenti dell’amministrazione, hanno toccato l’argomento mobilità in modo molto marginale, pubblicizzando per lo più, opere o progetti già in essere nell’era pre-covid (Bicimia o completamenti di tratti di ciclabili già in progettazione da molto tempo).

Campagna promozionale per la mobilità attiva di Legambiente Brescia

Anche sul fronte del Mobility Manager non ci sono stati riscontri. Evidentemente è stato deciso che una figura “part-time” potesse bastare per regolare, promuovere, coordinare e gestire la mobilità del territorio comunale, anche nella delicata fase “post-covid”.

Il primo successo, in ordine temporale, si è avuto sulla riattivazione del servizio di bike sharing “Bicimia”. Attorno alla metà di maggio, tutte le biciclette sono tornate disponibili e fruibili dagli utenti.

L’istituzione della Rete Ciclabile d’Emergenza è il punto che ha catalizzato maggiormente l’attenzione. Brescia ha deciso di attuarle con il nome di “Ciclagili”, nome simpatico che effettivamente ben racchiude il concetto: infrastrutture economiche, veloci da realizzare che permettano di far spostare le persone rapidamente da “A to B”. 

Con un articolo apparso sul Giornale di Brescia, l’Assessore Manzoni dichiarava che sarebbero stati realizzati 28 km di Ciclagili, dislocate nelle zone della città che risultavano sprovviste di infrastrutture per la mobilità sostenibile. Tra luglio ed agosto, quasi improvvisamente, sono spuntate nottetempo, un paio di nuove direttrici, facendo ben sperare per il completamento del progetto. Purtroppo, pare a causa di alcune critiche apparse sui quotidiani locali, i lavori hanno subito una brusca interruzione.

Tale stop ha costretto le Associazioni e la Consulta per l’Ambiente (organo ufficiale del Comune) a schierarsi apertamente a favore dei lavori e, forse anche in seguito a questa “pressione” positiva, dopo alcune settimane, è stata tracciata una nuova Ciclagile di 650 metri, in corrispondenza di due grandi Istituti Superiori cittadini. Dei 28 km annunciati, ne sono stati (ad oggi) realizzati circa 9, ma non ci sono notizie certe su quali saranno i prossimi passi.

Un tratto della nuova Ciclagile di Viale Piave (foto credit: Assessorato alla Mobilità – Brescia Mobilità)

Anche per le Case Avanzate si è osservato un fenomeno simile alle Ciclagili. Ne sono apparse due in corrispondenza di due semafori in città e poi… e poi più nulla. Sorge spontanea la domanda: davvero in una città come Brescia, esistono solo due punti dove risultasse utile la creazione di una Casa Avanzata? Personalmente ritengo che crearne due equivalga a non crearne nessuna; praticamente è come se non esistessero perché utenti in bici e auto non hanno modo di abituarsi alla loro presenza, non imparando ad usarle e rispettarle nel modo più opportuno. Due mosche bianche nel deserto del nero asfalto.

L’ultimo punto, quello riguardante le ZTL, ha visto il 25 maggio la riattivazione delle stesse, unitamente alle soste a pagamento. Purtroppo non sono però previsti piani di ampliamento che sarebbero di fondamentale importanza per disincentivare il traffico a motore privato che, a causa della permeabilità della ZTL, permette comunque il transito di molti veicoli, anche di non residenti del centro storico.

Rotonda con Ciclagile in Via Vallecamonica (foto credit: Assessorato alla Mobilità – Brescia Mobilità)

Gli effetti di queste non-decisioni li ho potuti notare in modo evidentissimo nel mio bike to work quotidiano. Ho assistito, nei primi tre giorni di scuola, ad un traffico nettamente più elevato, rispetto alle settimane precedenti. Avendo come riferimento il semaforo di Ponte Crotte, potevo contare una media tra 10 e 15 auto incolonnate in attesa del verde, nelle prime 2 settimane di settembre. Da lunedì 14 a mercoledì 16 settembre, ho contato tra le 40 e le 50 auto ferme; naturalmente con a bordo una, massimo due persone.

Pur apprezzando il lavoro svolto negli ultimi anni dall’amministrazione, con interventi anche di notevole rilevanza (vedi l’ottima ciclabile di Via Oberdan, con relativo prolungamento verso Stazione FS) o le “Strade scolastiche” che, anche grazie alle esigenze di “distanziamento Covid”, sono passate dalle 4 del 2019 alle 11 di quest’anno, mi sarei aspettato un piglio molto più deciso e netto per fronteggiare le nuove sfide di mobilità post-Covid. Sarebbe cambiato qualcosa? Forse no, magari si. Però si sarebbe “sfruttata” la pandemia per dare una svolta alla città, avvicinandola a livello infrastrutturale agli esempi nordici, cui spesso ci si vorrebbe ispirare.

La speranza mia, delle Associazioni e dei cittadini è comunque quella che si prosegua, completando almeno la “rete Ciclagile” e promuovendone l’utilizzo con una forte campagna informativa e promozionale, sulla scorta di quanto accaduto a Parma e Reggio Emilia, grazie alla preziosa collaborazione di Bikeitalia / Bikenomist con i comuni stessi.

Se volete vedere come sono fatte le (per ora) 3 nuove “ciclagili” bresciane, trovate i link qui sotto:

Ciclagile di Via Vallecamonica: https://youtu.be/_PbXeiK2-Q4

Ciclagile di Viale Piave: https://youtu.be/blu7s5d8WeM

Ciclagile di Via Oberdan: https://youtu.be/neQRVlhmT5k

Se invece volete rimanere aggiornati sulla mobilità sostenibile a Brescia, iscrivetevi al canale YouTube “Brescia in Bici”.

[L’articolo esprime il parere personale dell’autore]

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