Mobilità

“Quelle barriere architettoniche sulla ciclabile vanno rimosse”

“Quelle barriere architettoniche sulla ciclabile vanno rimosse”

Il Lago d’Iseo rappresenta per il ciclista bresciano, ma non solo, un’interessante mèta da raggiungere pedalando. Muovendosi dalla città e passando per la Franciacorta, attraverso vigneti e dolci colline, si può raggiungere la cittadina Iseo e da qui iniziare un “super classico” degli itinerari della provincia di Brescia: il giro del Lago sulle strade che ne descrivono il perimetro, un percorso che, comprendendo anche l’andata e ritorno dalla città, permette di completare un “anello” di circa 110 km. 

Il giro si svolge solitamente in senso orario, partendo dalla sponda bergamasca e tornando poi da quella bresciana, in modo da trovarsi il lago sempre alla propria destra, e quindi poterne godere maggiormente gli scorci panoramici. Gli alti volumi di traffico veicolare dei weekend tuttavia, rendono il giro del Lago, possibile solo per ciclisti “esperti”, poco adatto, per esempio, alle famiglie con bambini al seguito.

Floating Piers. Foto credit: Stirworld.com
L’installazione “Floating Piers” (2016) Foto credit: Stirworld.com

C’è da dire che negli ultimi anni il cicloturismo lacustre ha subito un notevole incremento, grazie alla spinta ricevuta dopo l’installazione dell’artista Christo Floating Piers del 2016, molti comuni che sul lago si affacciano, hanno iniziato ad adeguarsi sistemando, creando e progettando tratti di ciclabili che aiutino anche i meno esperti a muoversi in modo sostenibile senza la minaccia del traffico. 

Solo per citarne una, la ciclopedonale “Vello – Toline” che rappresenta un po’ il fiore all’occhiello delle ciclabili lacustri, venendo definita da alcuni come una delle ciclabili più belle d’Italia, ma non solo, è stata oggetto di un recente restyling che ha ampliato e suddiviso lo spazio tra pedoni e ciclisti e messo in sicurezza alcuni tratti da possibili cadute di massi dalle pareti di roccia a picco sul lago.

La ciclopedonale “Vello Toline”. Foto credit: Tuttomonteisola.it
La ciclopedonale “Vello Toline”. Foto credit: Tuttomonteisola.it

Complice il freddo e la Lombardia in “zona rossa” ho deciso di sfruttare il pochissimo traffico della seconda domenica di questo gennaio 2021, godendomi il giro del lago in assoluta tranquillità con alcuni amici e scoprendo, con grande soddisfazione, che nel comune di Costa Volpino (Bergamo) è stato realizzato un nuovo tratto di ciclabile che una volta completata andrà a congiungersi con il comune di Pisogne, favorendo quindi anche la mobilità sostenibile degli abitanti dei due paesi. La ciclabile, che mette in sicurezza un tratto della SP55, si trova a servire una zona in cui sono presenti numerosi supermercati di recente costruzione, e dunque meta per potenziali clienti residenti nelle vicinanze. Dagli oneri di urbanizzazione delle nuove strutture commerciali, sono stati recuperati parzialmente i fondi per la nuova infrastruttura, come normalmente accade in questi casi.

Le barriere sulla ciclabile
La ciclabile di Costa Volpino con le barriere architettoniche

Nemmeno il tempo di gioire di questa bella notizia che, dopo alcuni giorni, ricevo da amici delle foto che mostrano delle orribili barriere installate sulla ciclabile in vari punti del nuovo tracciato. Le foto sono tutte corredate da commenti allarmati che ne denunciano la pericolosità e si domandano, e mi domandano, quale sia l’utilità di questi ostacoli.

Oltre che essere brutte esteticamente (che poi sarebbe l’ultimo dei problemi), queste barriere sono assurde per una serie di motivi:

  1. impediscono ad una persona in handbike di usare la ciclabile, non lasciando nemmeno spazio in basso per poter eventualmente passare, come potrebbe accadere con una sbarra orizzontale posizionata a 1 metro e mezzo da terra.
  2. impediscono ad una persona con una cargo bike, tandem o carrellino posteriore di passare, visto che sono installate estremamente vicine l’una all’altra e rendono impossibile effettuare la manovra con un mezzo che sia più lungo di una normale bicicletta. Immaginate quindi una famiglia con un bambino al seguito nel carrellino, che si trovi a dover spostare di peso la bici sulla Statale, oltre il cordolo di cemento, per poter superare questi assurdi ostacoli.
  3. costringono pedoni e ciclisti a contendersi lo spazio, dato che ostruiscono anche il passaggio pedonale.
  4. da ultimo, inoltre, quelle barriere architettoniche piazzate nel mezzo della ciclabile non sono in linea con il recente decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Qui su Bikeitalia ci siamo già interessati a questo tema (la famosa “ciclabile a ostacoli” di via Giuseppe Berto a Roma) e sulla base di queste considerazioni ho deciso perciò di contattare gli uffici preposti (Lavori Pubblici) del Comune di Costa Volpino, per chiedere conto di questo intervento assurdo. Inoltre, per una comunicazione più completa, ho deciso di inviare una mail anche al sindaco e a tutti gli assessori del Comune, per un totale di 6 destinatari.

Le barriere architettoniche sulla ciclabile del Comune di Costa Volpino

Ad oggi (martedì 26 gennaio 2021), a più di 10 giorni dall’invio delle email, non ho ancora ricevuto nessuna risposta. Visto questo disinteresse ho deciso di scriverne su Bikeitalia, sperando si riesca ad ottenere almeno una risposta per giustificare un intervento che ha pesantemente modificato, in peggio, una bellissima opera costata circa 500 mila euro (Fonte Comune di Costa Volpino).

Quelle barriere architettoniche sulla ciclabile vanno rimosse.

Commenti

  1. Fabio Campagnoni ha detto:

    comunque le barriere sono ancora lì…

  2. Ciclista Sdraiato ha detto:

    Gli amministratori possono dire quello che vogliono, ma spigoli e colorazione di quei cosi non aumentano per niente la sicurezza di chi transita di lì. Nel mio caso, poi, costringono a trovarsi nel mezzo del passo carraio quando magari sta uscendo un mezzo pesante che non dà molta visibilità verso il basso o un’auto il cui proprietario vuole guadagnare al più presto la vicina rotatoria. Da me avevano messo dei cordolini (che poi sono rimasti lì) per costringere le bici a rallentare e allargare la traiettoria in modo da essere visibili. Installando questi affari, che poi ho ricontato e sono 6 anziché 4, hanno di fatto ripristinato gli angoli ciechi e si dà diritto di precedenza a chi esce da un passo carraio
    Che io sappia non si sono mai verificati incidenti tra ciclisti e automobilisti in quel tratto di ciclabile e comunque i mezzi devono fermarsi perché ha precedenza chi è già nella rotatoria, quindi mi chiedo perché abbiano fatto una cosa del genere. Non ne vedo davvero l’utilità in qualunque tipo di ciclabile siano stati installati

  3. JULES ALBINI ha detto:

    Il problema di fondo è che questi ottusi amministratori (con il c..lo, e relativa faccia, sagomato a forma di sedile d’automobile) risponderanno sempre e comunque “È per la sicurezza dei ciclisti che altrimenti proseguirebbero dritti agli incroci, col rischio di finire investiti dalle auto!”. E purtroppo tutti i torti non li hanno (e parla uno che in bici ci va eccome), ma i disagi si potrebbero anche condividere, no? Perché non installare dissuasori di velocità (cordoli o dossi) sia per le auto che per le bici? Tutti rallenterebbero: nessuno vorrebbe che il proprio amato veicolo (4 o 2 ruote che sia) si rovinasse. Sono tanto difficili e costosi da realizzare? Che delusione!!!

  4. mario ha detto:

    Ad essere pignoli non si potrebbe circolare sul marciapiede, anche se delimitato solo da segnaletica orizzontale, quindi non si può proseguire in velocipede senza violare le disposizioni del Codice della Strada.

  5. Ciclista Sdraiato ha detto:

    Come ho già commentato in un altro articolo, quello della “ciclabile a ostacoli”, li hanno messi anche dalle mie parti e per far capire che il Comune non scherza, nel lato della ciclabile più largo ne hanno installati ben 4 a sbalzo e ovviamente molto ravvicinati, col risultato che chi ha un po’ più di abilità sfida il cordolino di quella che una volta doveva essere un’aiuola, passa sul fango e prosegue nel parcheggio adiacente. Tutti gli altri o fanno Giochi Senza Frontiere oppure, come il sottoscritto, cambiano strada. La via parallela alla ciclabile è molto trafficata e a velocità superiori a 50 km/h, quindi non praticabile se si tiene alla propria salute, specie di sera per via dell’illuminazione pubblica scarsa

    Vi saluto sempre più perplesso e incazzato

  6. da ha detto:

    Buongiorno, due barriere simili le hanno messe al parco di San Giuliano di Mestre ( VE ) dopo 20 anni perché affianca un tratto di nemmeno 50 metri di strada che va alla USL veterinaria .
    Sono pericolose perche poi il ciclista non scende ( sono 5 metri interrotti ) e passa per il pedonale , sono due cancelli di metallo con spigoli bei vivi dove se il ragazzino si fa male .
    Invece di mettere i dissuasori ( semaforo per senso di marcia )sulla strada affiancata dove vige la velocità di 10 km e la scritta transito ciclopedonale hanno preferito questo.
    Boh io non capisco.
    Daniele Mattiello

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