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Vita da Rider | Piattaforme sotto accusa: 733 milioni di multa e 60 mila rider da assumere

Qualche mese fa su Bikeitalia abbiamo aperto questo spazio – Vita da Rider – per raccogliere le testimonianze delle persone che avevano iniziato a svolgere il lavoro di consegna di cibo in bicicletta in seguito alla pandemia. Storie di vita vissuta che restituiscono uno spaccato variegato e complesso, un diario collettivo che dà voce a chi pedala ogni giorno e in qualsiasi condizione meteorologica per consegnare il cibo a domicilio.

In questi giorni la parola “rider” è tornata di attualità grazie all’inchiesta partita dalla Procura di Milano – ed estesa a tutta Italia – sulle piattaforme di food delivery e al momento (come riportato in conferenza stampa, ndr) risultano indagate 6 persone tra amministratori delegati, legali rappresentanti o delegati per la sicurezza delle quattro principali società del settore – Uber Eats (già indagata per caporalato e finita in amministrazione giudiziaria, ndr), Glovo-Foodinho, JustEat e Deliveroo – titolare del fascicolo d’indagine è il procuratore aggiunto milanese Tiziana Siciliano, con il pm Maura Ripamonti.

Tra le frasi pronunciate in conferenza stampa, una in particolare del procuratore di Milano Francesco Greco è finita nei titoli dei media mainstream: “Non è più il tempo di dire sono schiavi ma è il tempo di dire che sono cittadini”.

Dalle verifiche effettuate emerge il dato di 60 mila rider che attualmente svolgono il proprio lavoro come “autonomi e occasionali” e che entro 90 giorni dovranno essere assunti come “lavoratori coordinati e continuativi”, cioè dipendenti parasubordinati come sottolineano i verbali notificati alle aziende.

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Il dato più eclatante riguarda la multa complessiva di “oltre 733 milioni di euro” per violazioni sui profili di sicurezza dei ciclofattorini, comunicata in conferenza stampa dal comandante del Nucleo tutela del lavoro dei Carabinieri Antonino Bolognani, che ha aggiunto: “Se le aziende pagheranno queste ammende, ciò consentirà loro l’estinzione del reato”.

Seguiremo gli sviluppi della vicenda: indubbiamente si tratta di un fatto che rivoluzionerà il settore della consegna di cibo in bicicletta che durante il primo lockdown ha assunto un valore sempre più strategico, facendo crescere esponenzialmente gli incassi delle piattaforme di food delivery.

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