Mobilità

Clima e mobilità: le emissioni sono fuori controllo

“Bella la crisi climatica, ma non ci vivrei”. Questo il titolo provocatorio dell’intervento di Giovanni Mori, ingegnere ambientale ed energetico e portavoce di Fridays For Future Italia, al MobilitARS 2022 “Realizzare la città senz’auto”: simposio organizzato da Bikenomist in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia per fare il punto sulla mobilità del terzo millennio.

La relazione di Mori ha preso in esame una serie di avvenimenti degli ultimi anni per mostrare con l’aiuto dei numeri e delle immagini i danni dei cambiamenti climatici: un ridente paesino della Germania dove ha piovuto in 6 ore l’acqua di 6 mesi che ha inondato tutto, la tromba d’aria nel Mare Adriatico a Numana del 2019, il fenomeno dell’acqua alta a Venezia (che c’è da sempre, ma negli ultimi 80 anni si sono verificati gli stessi episodi dei precedenti 800), la supercella tropicale (tropicale!) verificatasi a Brescia in Pianura Padana, la cartina dell’Italia con le 33 località che – secondo le previsioni – rischiano di finire sommerse entro il 2100. “Un fenomeno che non è la questione di ‘se’, è questione di ‘quando’ accadrà”, scandisce Mori alla platea del MobilitARS.

Le città invivibili

Chi produce le emissioni inquinanti e in che modo impattano sugli equilibri del Pianeta? Le città coprono soltanto il 2% della superficie terrestre, ospitano ormai più del 50% della popolazione e sono responsabili del 70% delle emissioni mondiali perché consumano il 75% dell’energia prodotta globalmente. E, a proposito dei inquinamento: il 92% della popolazione mondiale vive in aree inquinate.

Emissioni fuori controllo

A proposito del surriscaldamento globale, se l’aumento medio della temperatura di 1°C non spaventa è sicuramente più d’impatto la spiegazione che per arrivare a questa cifra è come se esplodessero 400 mila bombe atomiche al giorno. Le prospettive per fine secolo (2100), se le cose continuano così è di un aumento di 2,9°C con conseguenze catastrofiche e al momento incalcolabili.

La ricetta per scongiurare questo scenario apocalittico? “Ridurre le emissioni della metà ogni 10 anni”, spiega Mori. A questo proposito, le emissioni imputabili alla mobilità sono connesse e influenzano molte delle altre. A tutt’oggi circa l’80% dell’energia prodotta è fossile e quella destinata alle automobili va a spostare “cose che sono stufe su quattro ruote”, sottolinea Mori.

Ridurre il numero di auto in circolazione

Quindi non è sufficiente passare dalle auto alimentate da combustibili fossili a quelle elettriche: bisogna anche ridurre drasticamente il numero di tutte quelle in circolazione se vogliamo imprimere davvero una svolta e non superare il punto-di-non-ritorno relativo alle emissioni da qui al 2030.

Il video dell’intervento integrale di Giovanni Mori al MobilitARS è presente a questo link:

Commenti

  1. Avatar Andrea ha detto:

    Esatto, ma i politici lo sanno benissimo cosa si dovrebbe fare, è che non vogliono farlo!
    E non è che non vogliono farlo per consenso popolare, ma per il consenso che devono mantenere con le lobby che li sovvenzionano. Quindi come sempre, i pochi ricchi fanno i loro comodi a scapito di tutti gli altri!

  2. Avatar Julien ha detto:

    Infatti continuo a non capire come mai il governo e gli enti locali non abbiano obbiettivi di riduzione del parco circolante. Anziché incentivare per acquisto di auto nuove, dovrebbero inventare chi rottama un’auto per acquistare una bici elettrica o un abbonamento ai mezzi pubblici. Non so quanti anni ancora ci vorrà per capirlo, e forse ormai sarà tardi.

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