Kutaisi è la terza città più grande della Georgia, poco meno di 150 mila abitanti. Ci atterriamo in uno dei primi giorni di agosto 2024 con un volo diretto da Milano Malpensa.
La prima e l’ultima notte sono le uniche che abbiamo prenotato da casa. Un albergo a ridosso del centro città che ci fa la gentilezza di conservare i cartoni bici durante i nostri venti giorni a zonzo per la Georgia.
La visita alla città – è questo che cerchiamo di combinare durante le nostre vacanze: bici e cultura – ce la lasciamo alla fine. Dopo una ricca colazione dove ci viene servito il nostro primo Khachapuri, si parte. Da questo momento le nostre soste spezza-fame saranno scandite da questa tipica focaccia nazionale ripiena di formaggio. La sua foggia cambia in base alla regione: c’è chi il formaggio lo sigilla tra due strati di pasta, chi ci aggiunge l’uovo sopra, chi la pasta la fa più croccante, tipo sfoglia. Ma la certezza è che non si potrà più farne a meno.

Ma facciamo un passo indietro, mi presento: sono Raffaella e, insieme a Paolo, faccio le vacanze in bici da qualche anno. Durante i nostri viaggi, scrivo un piccolo diario di bordo che poi condivido sui miei canali social ci.vado.in.bici: qualche foto, la traccia del giorno e un piccolo racconto della giornata.
Dopo due esperienze estive nei Balcani nell’agosto 2022 e 2023, quest’anno abbiamo viaggiato attraverso la Georgia. La scelta tiene insieme interessi personali e organizzazione pratica perché sì, esplorare ci piace molto, ma sappiamo che dobbiamo fare i conti anche con un biglietto di ritorno. Se incastrare orari, transfer, spese di viaggio, lavoro lo possiamo fare con serenità, tanto meglio. Quindi Georgia sia!

Georgia in bicicletta
Dicevo, dopo il primo di una serie di indimenticabili Khachapuri, si parte. Facciamo un salto in città solo per sbrigare due imprescindibili commissioni: cambiare i soldi e comprare una sim card locale.
La nostra traccia prevede un giro ad anello in senso orario: da Kutaisi breve puntata al mar Nero, poi ci dirigiamo a nord verso il Caucaso; si prosegue verso est: destinazione Tbilisi, la capitale, dove ci riposiamo un paio di giorni; da qui giriamo verso sud-ovest attraversando le montagne del Basso Caucaso ai confini con Armenia e Turchia per chiudere l’anello e raggiungere di nuovo Kutaisi.

Il percorso disegnato è un canovaccio che giorno per giorno definiamo, perfezioniamo e a volte cambiamo. In Georgia non esistono percorsi ciclabili, ma il suo territorio prevalentemente montuoso è per noi il posto perfetto per pedalare in agosto: turismo più rarefatto rispetto alle coste, avventura e temperature fresche. Di contro c’è il dislivello sì, ma con un po’ di allenamento che i nostri tragitti casa-lavoro in bici ci regalano durante l’anno, affrontare le salite diventa piacevole.
Viaggiamo in bikepacking e abbiamo una tenda: ci permette di essere più indipendenti e di cambiare programma ogni volta che ci va. Ma non disdegniamo piccoli alberghi e guest house. Qui è dove spesso abbiamo condiviso ottime cene preparate in casa e belle chiacchierate con proprietari e altri ospiti. In più la doccia di fine giornata è un toccasana che lava via la stanchezza e fa rinascere.

Se dovessi scegliere, attraversare la Svanezia è stata l’esperienza più bella della Georgia. Situata a nord-ovest, è la regione montuosa per eccellenza con vette che raggiungono i 5000 metri di altitudine. Da Zugdidi abbiamo raggiunto Mestia e poi Ushguli in tre giorni lungo l’unica strada di una valle stretta. Intorno le vette sono innevate e i versanti ricchi di rivoli d’acqua che si tuffano nel letto rimbombante del fiume Enguri. Il territorio è disseminato di torri Svan, case-torri medievali costruite in funzione difensiva.
Raggiungiamo Ushguli nel primo pomeriggio, avremmo ancora tempo ed energia per proseguire, ma lo spettacolo negli occhi è così seducente che restiamo. Piantiamo la tenda sotto il monte Shkhara la cui vetta innevata si fa spazio tra nuvole basse. Svegliarsi qui è il regalo più emozionante che ci siamo fatti durante il viaggio.

La Georgia, chiamata anche l’Italia dell’ex-URSS per la sua cucina, è una vera gioia per i nostri palati italiani. Le sue tavole presentano abbondanza e varietà di prodotti, anche per gusti che tendono più al vegetale come il mio. Tra i miei piatti preferiti ci sono i nigvziani badrijani, un antipasto di melanzane grigliate ripiene di crema di noci, aceto, aglio e altre spezie servite con semi di melograno rosso.
Pietanza presente in tutti i menu georgiani insieme ad un altro piatto che non manca mai: i khinkali. Sono i ravioli georgiani tradizionalmente ripieni di carne, ma si trovano sempre varianti al formaggio, ai funghi o alle patate. Raccomandazione: vanno mangiati con le mani.
La Georgia, una piacevole scoperta
La Georgia è per noi stata una piacevole scoperta. Stretta tra est e ovest ci ha regalato panorami mozzafiato, l’incontro con persone accoglienti, piacevoli serate tra buon cibo e ottimo vino, architettura sovietica testimone di un passato recente che ha segnato e segna la storia d’Europa.
Madloba Georgia!
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