La sella è un componente che spesso viene considerato di second’ordine, scelto in base a mere considerazioni estetiche e di gusto. Essendo uno dei cinque punti di contatto che il ciclista ha con il suo mezzo, va da sé che al contrario si tratta di un aspetto che merita attenzione, poiché trovare la giusta sella per noi non è facile ed è un procedimento che richiede esperienza, ore passate sulla bici e un minimo di conoscenza anatomica. Con questo articolo vogliamo svelarvi i segreti delle selle per bicicletta e aiutarvi a trovare quella che fa per voi.
Il compito della sella
Al contrario di quello che comunemente si può credere, la sella non sostiene l’intero peso del ciclista bensì solo una parte, a differenza di quello che accade su una moto. Infatti il peso del ciclista viene scaricato in parte sulla sella mentre il resto, in base alla posizione assunta, viene supportato dalle gambe e dalle braccia. Inoltre, come abbiamo visto negli articoli sul setup, la posizione della sella rispetto al resto della bici, la sua altezza e il suo arretramento, influiscono sulla postura del ciclista, sull’efficienza della pedalata e sull’affaticamento generale.
Un po’ di storia
Le biciclette non hanno sempre avuto la sella. I primi prototipi, come la draisina, il celerifero o il velocipede, venivano mossi dalla forza muscolare del guidatore che agiva direttamente sul terreno con i piedi. La postura eretta, per garantire la massima spinta, non necessitava di supporti per il bacino, in quanto sarebbe solo stato un intralcio alla falcata. Nella seconda metà dell’800 un metalmeccanico francese modificò la struttura del velocipede, inserendo la trasmissione a pedali. L’appoggio dei piedi sui pedali obbligò quindi a dotare le biciclette di un sostegno per il bacino del guidatore e così venne aggiunta la sella, la cui struttura e funzione era mutuata esattamente da quelle per cavalli.
Com’è fatta
Una sella si presenta con la caratteristica forma affusolata. Alla parte centrale è demandato l’appoggio e il sostegno del bacino e delle tuberosità ischiatiche del ciclista, mentre il becco deve consentire che le gambe del ciclista si muovano in libertà durante la pedalata.
Se dovessimo suddividere la sella in più parti (quello che in disegno tecnico si chiama “fare l’esploso), ci troveremmo di fronte a tre gruppi principali:
• Guide inferiori;
• Corpo sella;
• Rivestimento
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Le guide inferiori permettono di collegare la sella al reggisella, consentendo il montaggio sulla bicicletta. Si tratta di due tondini piegati, con la parte centrale orizzontale per permettere la regolazione in avanti o indietro e definire così l’arretramento della sella. Possono essere realizzate dei materiali più svariati: alluminio, acciaio, titanio, fibra di carbonio e a volte addirittura in magnesio
Il corpo sella solitamente è realizzato in materiale termoplastico stampato, come nylon o altri materiali deformabili e adatti ad assorbire gli urti. Infatti il corpo sella deve deformarsi per adattarsi alle caratteristiche fisiche del bacino del ciclista e deve essere in grado di smorzare le vibrazioni che dalle ruote si propagano lungo il telaio. Nelle sella da corsa più avanzate può essere realizzato in fibra di carbonio. In quelle in cuoio il corpo sella solitamente è in acciaio, sul quale poi viene teso e rivettato il cuoio.
Il rivestimento invece è ciò che effettivamente entra a contatto con il ciclista. Deve essere leggero, flessibile ma non fragile, deve assorbire gli urti ed avere proprietà ipoallergeniche e traspiranti. Solitamente si utilizzano schiumati a cellule chiuse, combinazioni di Lycra con altri materiali, cuoio o similcuoio.
A ciascuno la sua sella
Come abbiamo imparato, ognuno di noi presenta caratteristiche fisiche univoche e non replicabili. Per questo un tipo di sella che va bene per un ciclista potrà non essere adatta a un altro, anche se hanno quote antropometriche simili. Prima di capire quali sono le esigenze da rispettare e le caratteristiche di ciascun tipo di sella, vediamo un po’ cosa propone il mercato. Infatti anche le case produttrici di sella hanno differenziato il mercato, studiando modelli specifici per le diverse discipline. Possiamo suddividere le selle in:
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• Selle da corsa: devono essere affusolate, offrire rigidità e sostegno e solitamente presentano un rivestimento essenziale, poiché lo smorzamento delle vibrazioni non è una caratteristica richiesta mentre lo è la leggerezza. Per questo i modelli di alta gamma hanno il corpo in fibra di carbonio;
• Selle per mtb: le forze a cui è sottoposta una sella per mtb differiscono completamente da quelle da corsa. In questo caso troviamo delle guide inferiori più robuste, una forma meno affusolata ma inclinata verso il becco (per consentire i frequenti fuorisella), un rivestimento più deformabile per garantire lo smorzamento delle vibrazioni ma anche l’assorbimento degli urti con il bacino (chi pratica mtb sa quante volte capita di “ballare” sulla sella);
• Selle per cicloturismo: le selle di questo tipo sono pensate per offrire confort e stabilità nelle lunghe percorrenze. Il corpo è rigido, le guide inferiori robuste e il rivestimento abbondante per consentire una seduta comoda (di solito è realizzato in schiumato a cellule chiuse di spessore generoso). Data la posizione più eretta del cicloturista rispetto ai ciclisti su strada, questo tipo di sella presenta una forma meno affusolata e una parte posteriore più sviluppata, poiché il peso da supportare è maggiore;
• Con sospensioni: questo tipo di selle garantiscono un assorbimento maggiore delle asperità del terreno poiché presentano delle sospensioni, solitamente delle molle montate sotto la parte posteriore del corpo sella. Tra queste le più conosciute sono le Brooks B66, realizzate in cuoio con sospensioni posteriori. La forma anatomica di queste selle è molto simile a quelle per cicloturismo, poiché presentano una parte posteriore sviluppata e una forma poco affusolata;
• Selle in cuoio: a differenza delle selle realizzate con corpo in plastica e rivestimento in schiumato, le selle in cuoio hanno uno scheletro in acciaio sul quale viene tesa una lamina di cuoio e poi rivettata. Le selle in cuoio offrono un’eccellente durata nel tempo e hanno la capacità di deformarsi per accettare al meglio le tuberosità ischiatiche del ciclista. Questo significa che necessitano di un periodo di rodaggio per raggiungere la deformazione, periodo nel quale possono apparire scomode. Inoltre tende ad assumere una forma “su misura” dell’utilizzatore, per cui una sella di questo tipo usata non è vantaggiosa. Una sella in cuoio, essendo questo un materiale vivo, ha un’ottima traspirabilità e resistenza agli allergeni, però va nutrita con grasso affinché non si secchi o non diventi rigida e va protetta dalla pioggia.
• Selle da donna: le selle pensate per un’utenza femminile hanno forme e caratteristiche proprie, poiché le donne presentano arti più sviluppati rispetto al busto (soprattutto il femore) e un bacino più largo per consentire il parto. Se una sella da donna può essere confortevole per un uomo, difficilmente avviene il contrario;
• Con canale centrale scavato: si tratta di quel tipo di selle che presentano una fessura nella parte centrale. Queste selle hanno una forma a becco d’aquila che supporta le tuberosità ischiatiche ma al contempo libera da pressioni il perineo, i testicoli o il clitoride. Sono indicate per ciclisti robusti che scaricano parecchio peso sulla sella o che presentano problematiche all’apparato genitale. Per i ciclisti di costituzione leggera può essere indicata ma non indispensabile.
Il comfort in sella
Sostanzialmente il comfort in sella, tralasciando fattori come il tipo di rivestimento, la robustezza delle guide inferiori o lo scopo di progetto, dipende da due caratteristiche: durezza e forma
Durezza: meglio dura o soffice?
Se chiedete in giro tutti vi risponderanno: una sella soffice è più confortevole di una dura. In realtà la situazione è un po’ diversa. Poiché il nostro bacino è strutturato in modo tale che il lavoro di supporto del peso venga espletato dalle tuberosità ischiatiche, ovvero le due parti più basse dell’ischio, uno delle tre ossa che, insieme a ilio e pube, calcificano insieme attorno ai 14 anni d’età e danno vita all’anca. Quindi queste tuberosità devono essere sostenute adeguatamente. Sheldon Brown (non dite che non lo conoscete) fa un esempio molto calzante: sedetevi su un tavolino da caffè e sentite che il vostro bacino poggia sulle tuberosità. Ora posizionate un cuscino molto morbido sotto al bacino e immediatamente sentirete di stare scomodi. Questa scomodità perdurerà fino a che, grazie alla forza di gravità, il vostro peso deformerà il cuscino, portando di nuovo le tuberosità a contatto con il tavolino, supportandole adeguatamente. Questo esempio indica quanto sia importante non solo la morbidezza del rivestimento quanto il supporto delle tuberosità ischiatiche. Delle selle troppo morbide portano a problemi di postura, soprattutto nelle lunghe percorrenze. Una sella troppo rigida ovviamente potrà avere ripercussioni sui muscoli della schiena.
Forma: meglio affusolata o ampia?
Anche qui entrano in gioco le tuberosità ischiatiche e soprattutto la distanza che intercorre tra di esse. Come abbiamo visto, le selle per un’utenza femminile hanno una seduta più ampia, per accogliere lo spazio maggiore tra le tuberosità tipico del bacino femminile. Una sella troppo stretta farà scivolare le ossa iliatiche verso l’esterno, mandando in compressione il perineo e i genitali, con i problemi che ne conseguono. Una sella troppo larga invece obbligherà ad assumere una posizione scorretta, ad allargare le gambe per non sfregare sul becco ed essendo maggiore la superficie a contatto maggiore sarà la sudorazione.
Trovare la sella giusta per noi
Quindi come possiamo fare a trovare la sella giusta per noi, visto il numero di variabili in gioco? Bisogna armarsi di buonsenso, fare qualche prova e avere pazienza. Si può fare così:
• Per prima cosa scegliere una categoria di sella che rientra nella disciplina da noi praticata. Una sella da cicloturismo con le molle non può essere montata sulla bici da corsa che useremo in gara;
• Quando andate dal negoziante per acquistarne una nuova, andateci con i pantaloncini da ciclismo, poiché saranno quelli che indosserete quando salirete su di essa;
• Provate la sella. Molti negoziati dispongono di uno sgabello regolabile sul quale montare la sella scelta e provarla;
• Sedetevi sulla sella e ondeggiate per saggiarne la consistenza. Muovetevi finché non trovate il punto giusto dove sentire poggiare bene il bacino;
• Simulate la pedalata per valutare se la sella intralcia il movimento delle gambe;
• Saltellateci sopra più volte, per vedere come risponde agli urti e se la sentite troppo dura o troppo soffice e se avvertite dei contraccolpi alla schiena;
• Se state provando la sella direttamente su una bici allora pedalate senza mani, portando tutto il peso sul bacino e sentite se la sella regge, se le guide inferiori supportano il peso senza scricchiolare e se avvertite formicolii ai genitali;
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Il segreto: passare ore in sella
Se è vero che esistono selle scomode, è vero anche che esistono ciclisti non abituati a stare in sella. Infatti trovare la vecchia sella scomoda è tipico di chi usa la bici dopo lunghi intervalli di sedentarietà. Come tutti i muscoli del nostro corpo, anche quelli del perineo, del pavimento pelvico e i glutei hanno bisogno di allenamento per sopportare gli sforzi e le sollecitazioni dell’uso della sella. A volte quella che può apparire come scomoda è solo una sella poco rodata, alla quale non siamo abituati. I ciclisti professionali chiamano questa procedura “farsi il culo”, che ,anche se un po’ scurrile, rende bene l’idea. Infatti una volta trovata la sella giusta per noi, dobbiamo passarci parecchio tempo seduti sopra, affinché essa stessa e il nostro bacino si adattino l’un l’altro. Prima di cambiare la vostra vecchia sella girateci ancora un po’ sopra e poi valutate.
Cosa guardare in una sella al momento dell’acquisto
Va bene, avete provato la sella e la sentite vostra, vi siete messi il cuore in pace e avete messo a preventivo ore e ore di rodaggio. Ma cosa si deve guardare in una sella per verificarne la buona fattura? Ecco una piccola guida:
• Robustezza delle guide inferiori: le guide supportano sforzi molto alti per cui devono essere realizzate in materiale adatto, non si devono piegare forzando con la mano e devono avere entrambe la medesima forma. Le volete raggiungere una regolazione in sella precisa, allora controllate che sulla parte orizzontale sia riportata una scala graduata, in modo da gestire al millimetro l’arretramento;
• Assenza di cuciture a vista: le cuciture a vista di una sella devono stare lontane dalle zone di contatto con il bacino, poiché possono sfregare, irritando la pelle e i muscoli e diventando deboli, rompendosi in fretta. Se guardate bene, le selle da pochi euro che si trovano nei magazzini hanno tutte le cuciture proprio sulla parte superiore dove andrete a sedervi;
• Stato del rivestimento: il rivestimento esterno deve essere liscio al tatto, non deve presentare bozzi o buchi, e non deve sfregare con la pelle della mano, altrimenti vi condurrà verso antipatiche irritazioni cutanee;
• Deformabilità del corpo sella: afferrate la sella con entrambe le mani dalla parte posteriore, affondate i pollici nel rivestimento e osservate. Se il corpo sella si schiaccia troppo, facendovi sentire le guide inferiori, allora è troppo deformabile e vi darà fastidio alla schiena nei contraccolpi. Se invece i pollici non affondano potrebbe essere troppo rigido. Osservate anche, una volta staccati i pollici, quanto tempo impiega il rivestimento a recuperare la posizione originaria. Se le impronte dei vostri pollici permangono per svariati minuti o addirittura rimangono impresse, lasciate perdere l’acquisto.
Rendere comoda una sella scomoda?
In commercio esistono alcuni ritrovati che offrono miglioramenti del confort in sella. Vi sono dei gel particolari, pantaloni da ciclismo con fondelli rinforzati oppure coperture in gel da aggiungere al rivestimento della sella. Mettiamola così: quando una sella è scomoda significa che ha una forma o una durezza che non fa per voi e nessun escamotage potrà renderla più comoda. Queste soluzioni possono essere dei palliativi ma non andranno a risolvere i vostri problemi fisici o le caratteristiche tecniche della sella. Per questo, se dopo ore di rodaggio continuate ad avere un cattivo feeling con la vostra sella, pensate ad acquistarne una migliore per voi e non a trovare soluzioni alternative. Discorso diverso per le selle in cuoio che se diventate d’improvviso rigide e scomode potrebbe bastare una spalmata di grasso apposito per ammorbidirle.
Selle e problemi fisici
Dei disastrosi effetti delle selle sull’apparato riproduttore maschile sono pieni i blog e i forum con racconti di chissà quali malattie croniche e invalidanti. In realtà, se è vero che utilizzare una sella sbagliata vi condurrà a breve verso problemi fisici, trovare la sella giusta per noi eviterà un sacco di fastidi e terrà lontane infiammazioni e altre malattie.
L’uso della sella può comportare l’apparizione di formicolii nella zona perineali, dovuti agli schiacciamenti o agli sfregamenti che comportano una distribuzione differente del sangue in quella zona. Gli sfregamenti possono condurre a infiammazione o alla comparsa di foruncoli o sfoghi cutanei nella zona interessata. A volte questa non è solo una questione di sella ma anche del tipo di fondello utilizzato o semplicemente di igiene intima. A chi soffrisse di questi problemi, prima di abbandonare la pratica, si può consigliare di utilizzare un gel antisfregamento nelle parti intime per migliorare la lubrificazione e ridurre gli attriti.
Parliamo ora dei due problemi che più spaventano i ciclisti e che hanno assunto proporzioni tali da renderli quasi due leggende: l’infertilità e il tumore ai testicoli. I testicoli maschili hanno la funzione di contenimento del liquido seminale che deve essere mantenuto a una temperatura più bassa rispetto a quella corporea. Per questo i testicoli sono privi di grasso, per evitare di alzarne la temperatura. Lo sforzo fisico del ciclismo, dovuto a una maggiore irrorazione sanguinea e agli sfregamenti, comporta un aumento della temperatura scrotale e quindi un abbassamento dell’efficienza degli spermatozoi. Anche i continui colpi e rimbalzi sulla sella producono schiacciamenti dei testicoli che possono far insorgere episodi tumorali. In realtà l’ambiente medico non si è ancora espresso apertamente su queste questioni poiché sono troppo complessi e vengono influenzati anche da caratteristiche completamente slegate dalla pratica ciclistica come l’età, l’alimentazione, la predisposizione genetica, i fattori ambientali, l’inquinamento, la presenza di altre malattie che possono incidere sull’insorgenza delle problematiche descritte.
Uno studio inglese ha analizzato lo sperma di un campione di ciclisti di endurance prima e dopo una gara e ha notato che i livelli di motilità spermatica all’arrivo erano più bassi rispetto a quando erano partiti. Questo significa che all’aumentare del tempo passato in sella, diminuisce l’efficienza spermatica. I medici però hanno scoperto che i livelli di motilità spermatica di quegli stessi ultracyclist, nonostante fossero più bassi di quando erano saliti in sella, erano comunque più elevati di una persona sedentaria e tornavano ai livelli iniziali dopo poche ore, insieme al riequilibrio dei livelli di testosterone (attività fisiche di resistenza abbassano il testosterone nel sangue). Quindi quei ciclisti avevano in ogni caso degli spermatozoi più efficienti di una persona sedentaria, poiché l’attività fisica giova anche sul lavoro dei testicoli e sulla produzione spermatica. Prima quindi di allarmarvi e di sospendere l’attività ciclistica, è buona norma rivolgersi al vostro medico di base ed effettuare i controlli per valutare il proprio stato di salute generale.
Buongiorno. Ho eliminato la bici da corsa sia per problemi alla schiena che ai genitali che dopo un po di km si addormentavano con formicolii cone accade di notte nel letto al braccio tenuto in posizione errata. Soprattutto il pene si ritraeva e diveniva freddo il che mi spaventava sempre un po Ora uso una m. bike e il problema mi pare scomparso. Vorrei comunque avere consigli su quale sella è meglio per evitare questo problema.
Ciao Giacomo,
se desideri verificare quale sia la sella più idonea per te, noi abbiamo creato un servizio apposito. Trovi qui tutte le informazioni: https://www.bikeitalia.it/bike-fit-visita-biomeccanica/
Buone pedalate!
Omar Gatti
L’articolo è interessante, ma perchè dovrei “farmi il culo” sulla sella se hanno inventato questa? https://www.hpvelotechnik.com/produkte/sm/gte/index_e.html
Sono due anni che uso la bici reclinata ogni giorno e formicolii ai genitali, addormentamenti vari, dolori alla schiena e alle braccia, colpi ai testicoli dovuti alle buche onnipresenti sulle nostre strade sono solo un brutto ricordo. E snza pantaloncini specifici, selle da fantascienza e messe in sella fatte da tecnici capaci e competenti. Provare pe credere.
Saluti, Andrea.
Avrei bisogno di una sella che non mi addormenti più e non senta formicolii ai genitali.
Se è possibile avere qualche valida indicazione per l’acquisto di una sella adatta ai miei bisogni.
Granzie per la cortese intenzione e attendo una Vostra comunicazione ed eventuale possibilità di acquisto di un sellino adatto al mio problema.
Cordiali saluti.
Ottimo articolo spiegato in maniera da essere compreso da tutti. Io però voglio chiederVi perché con una misura di ossa ischiatiche 11cm e taglia pantaloni 52 e misurando la seduta sella a 12cm dal di dietro sella(SEDUTA) misurando con il metro 11 cm vedo che le mie ossa non poggiano sulla sella ma ai lati di essa.?anche se misurassero 10cm.vedo che sono sempre ai lati.COME FARE.Grazie
La vostra analisi è completa anche se io aggiungerei anche alcune considerazioni maturate dalla mia esperienza nell’uso della bicicletta per turismo su medie distanze. Uno dei problemi che ho rilevato è la mobilità del bacino con la schiena che costringe a scaricare le ischiatiche a danno delle zone prostatiche. Ovviamente questo dipende dalla propria genetica, dall’età e dalla contrattura derivata da posture e sforzi prolungati . In questi casi aiutano molto degli esercizi di stretching appropriati dopo una “messa in sella” da un tecnico attrezzato, ma soprattutto capace.
Sante