#salvaiciclisti | prossima fermata: Roma, 28 Aprile

Pioggia, freddo, neve: non pervenuti. Anche il terzo appuntamento nazionale della saga di #salvaiciclisti è stato caratterizzato da una tregua del maltempo.

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“Prima il piacere e poi il dovere” può essere il riassunto della due giorni bolognese che ha radunato i ciclisti urbani di tutta Italia in occasione del secondo compleanno della campagna di #salvaiciclisti.

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Come da copione, la festa di compleanno si è tenuta in piazza Maggiore, dove i ciclisti urbani si sono sfidati in prove di abilità e di conoscenza del codice della strada in un’atmosfera giocosa e e spensierata. Le squadre presenti non hanno certo rinunciato all’agonismo e alla competizione, seppure mitigata dalla voglia di stare insieme e condividere un percorso in corso già da un anno.

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All’appello sono mancati i grandi numeri dei precedenti eventi di #salvaiciclisti , ma ciò non toglie che l’evento, così come organizzato, abbia assolto perfettamente alla funzione di team building di tutti quegli attori che poi, il giorno seguente, si sono ritrovati attorno a un tavolo per fare il punto sullo stato della ciclabilità urbana in italia e pianificare gli step futuri.

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L’assemblea.

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Ma se l’8 febbraio è stato salutato con una festa come si conviene al più tradizionale dei compleanni, il 9 febbraio, primo giorno del terzo anno di #salvaiciclisti è stato affrontato con gruppi di lavoro e riunioni assembleari in cui oltre 80 persone riunite in un ambiente estremamente informale, si sono ritrovate ad affrontare per l’ennesima volta il nodo gordiano: restare movimento fluido o costituirsi in associazione?

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Il dilemma si era già posto immediatamente dopo la chiusura degli Stati Generali della Bicicletta di Reggio Emilia, e in quel momento gli attivisti della campagna decisero di non rinunciare allo stato liquido, orizzontale e informale. A distanza di oltre un anno, ciascuna realtà locale si è scontrata con un inevitabile scoglio: se vuoi essere preso in considerazione dalle pubbliche amministrazioni, se vuoi ricevere qualsivoglia finanziamento, se vuoi essere riconosciuto, devi (forse giustamente) avere una struttura consolidata, uno statuto e dei portavoce riconosciuti e riconoscibili.

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E ieri il nodo gordiano è stato proverbialmente tagliato: tutti i presenti, alla luce dell’esperienza vissuta nelle proprie realtà locali hanno ravvisato l’esigenza di realizzare un’associazione di portata nazionale in grado di racchiudere tutte le realtà locali che, a qualunque titolo, si battono quotidianamente per la mobilità nuova, in modo da dare loro voce, rappresentanza e per mettere a sistema le singole best practice per favorirne la circolazione.

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L’associazione nascerà ufficialmente il 28 aprile a Roma, a due anni esatti di distanza dal primo grande momento di piazza di #salvaiciclisti, in questi due mesi di tempo sarà compito dei delegati dell’assemblea riunitasi ieri a Bologna prendersi cura della stesura di uno statuto che sappia rappresentare fedelmente le istanze emerse durante il dibattito.

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Le facce soddisfatte alla chiusura dei lavori non hanno bisogno di commenti.

Rimane allo stato attuale ancora qualche perplessità sul nome che questa associazione dovrà utilizzare: per questo motivo a breve sarà realizzato un “referendum” online per chiedere che nome dovrà avere la nuova realtà.

Piccola nota personale.

Appena era stato lanciata l’ipotesi di un evento bolognese diviso in due parti, con una parte ludica e una parte più assembleare avevo storto il naso perché ritenevo che non avrebbe funzionato. Sono stato convinto di questa cosa fino a ieri pomeriggio alle 16 quando, all’improvviso, tutti i pezzi che erano stati insieme fino a quel momento hanno iniziato a funzionare in modo armonico e naturale (come una bicicletta, per esempio).
L’ultima ora dell’assemblea mi ha smentito in maniera clamorosa. Sono molto felice di aver avuto torto e di non essere stato ascoltato da chi ha invece caparbiamente continuato seguendo la propria idea fino all’ultimo, unico motivo per cui la cosa, alla fine, ha funzionato davvero. A tutti loro e, in particolare a Simona, vanno i miei complimenti e le mie scuse. A Rota Fixa, invece, questa soddisfazione non la darò mai!

Ci vediamo a Roma, insomma, il 28 aprile, e mi viene da ridere a pensare alla massa critica di ciclisti che andrà a firmare la deposizione dello statuto davanti al notaio.

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