La fine del mondo (in bicicletta) secondo Tozzi

Continua il Tour de Force (pardon, il World Tour) di Andrea Tozzi, ultraciclista impegnato nel giro del mondo: la tappa sudamericana in corso prevede 2700 Km in solitaria e senza supporto, da Puerto Montt (Cile) a Ushuaia (Patagonia), con un possibile affaccio su Capo Horn, da compiere in cinquanta giorni (Tozzi ha anche una vita normale, un lavoro, etc, cui tornare ogni tanto).

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Andrea Tozzi

Andrea Tozzi

Dopo la parentesi automobilistica della seconda tappa dal Portogallo in Giappone, il mezzo scelto stavolta è una MTB 29″ di serie, la Peugeot RSM01 battezzata da Tozzi “Solaris” già protagonista della prima tappa marocchina, configurata in modalità bikepacking, con un carico utile di 25 kg. Del coinvolgimento di Peugeot in strategie di marketing non convenzionali, nel caso di questo World Tour – Road Experience volte ad associare lo spirito dell’avventura ai contenuti dei suoi prodotti, avevo parlato in occasione della seconda tappa; stavolta vorrei concentrarmi un po’ di più sul contesto.
L’appuntamento milanese della scorsa settimana era dedicato ai blogger, sia specificamente orientati al viaggio (come Elisa e Luca di “Mi prendo e Mi porto via”, una coppia appena tornata da 3000 Km di macchina in Argentina, con il loro bimbo di 13 mesi…) che “semplici” influencer come Cristina Simone, social media consultant oltre che paladina di #nofreejobs.

Per noi di Bikeitalia, combriccola di instancabili pedalatori, l’invito era naturalmente motivato dal carattere ciclistico dell’impresa. E l’impresa c’è, ed è di tutto rispetto. Pedalare da soli lungo un avventuroso itinerario, su una bici equipaggiata con lo strettissimo necessario, dovendo percorrere tappe da oltre 100 km al giorno e sopratutto con una vita che ti rincorre non è facile: di certo non è solo cicloturismo.
C’è dentro lo sport, l’ignoto, l’avventura, la ribellione. È questo il leit motif della presentazione di Tozzi, tutta orientata come dire alla conservazione, alla salvaguardia di un ideale: quello del viaggio e del viaggiatore consapevole.

 Peugeot RSM01

La Peugeot RSM01 “Solaris”


Ma è proprio sentirgli ripetere “Corriamo tutti giorni senza mai chiederci il perché”, dice Tozzi, “senza fermarci a pensare”, contrapponendo alla superficialità del quotidiano urbano la ricchezza dell’esperienza on the road, a suonare non certo falso, ma un po’ scontato sì. L’ormai è quello della massificazione dell’esperienza del viaggio, la possibilità per quasi chiunque di affrontare viaggi di questo tipo, seppur non ai ritmi di Tozzi, che si conferma tra i più forti ultraciclisti del momento. Di ciclisti in giro per il mondo che raccontano le loro esperienze in blog dedicati o dai social media ce n’è ormai tantissimi, il che è un bene, sopratutto per loro, ma il tempo reale della connessione perenne cambia un po’ il nostro rapporto con il viaggio e l’avventura. Il racconto di viaggio, la condivisione delle esperienze in paesi lontani, si è trasformato da una sua eventualità (la possibilità o meno di scriverne, affidata a motivi molto diversi tra loro) a necessità (l’insopprimibile esigenza, ancora per motivi diversi, di comunicare ogni cosa, subito). In altre parole, nell’urgenza di comunicare è forse sempre più difficile interiorizzare.
Intanto, buon viaggio ad Andrea, che riesce anche a dire parole da vero viaggiatore, certamente da ciclista.

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