I ciclisti nepalesi si mobilitano per il terremoto

30 Aprile 2015

aiutare-nepal
Tra il giugno e il settembre del 2014 ho vissuto a Kathmandu, in Nepal, paese che in questi giorni è in ginocchio per il terremoto. Avendo a disposizione una connessione internet, ho potuto lavorare anche da così lontano e allo stesso tempo immergermi nella realtà nepalese.

Una delle prime cose che ho fatto una volta arrivato a Kathmandu è stata comprare una bicicletta, per muovermi nella trafficatissima città e per fare qualche escursione il sabato e la domenica. A consigliarmi un buon negozio è stato Pramesh, un ragazzo conosciuto pochi giorni prima sul sito Warmshowers e che si è offerto al mio arrivo di “guidarmi” e dispensarmi preziosi consigli su Kathmandu e sul Nepal, compreso appunto un negozio di bici e qualche percorso interessante.

Il negozio in questione si chiama Himalayan Single Track ed è gestito da una signora australiana, Jenny, che ormai da vent’anni è di casa a Kathmandu. Jenny fa un po’ da mamma alle decine di ragazzi nepalesi che lavorano e collaborano con lei, insieme organizzano gare e campionati di mountain bike, imparano la ciclomeccanica, organizzano escursioni gratuite per tutti ogni mercoledì all’alba (alle quali ho partecipato un paio di volte), animano la Kathmandu Kora Cycling Challange, la Critical Mass locale e in generale la scena ciclistica tutta.

Quando ho appreso del terremoto, la prima reazione è stata naturalmente di accertarmi che tutti gli amici e conoscenti di Kathmandu fossero vivi e stessero più o meno bene, e fortunatamente (al netto di qualche casa crollata o crepata) è stato così: la seconda è stata pensare a come poter coinvolgere Bikeitalia per offrire una mano ai nepalesi colpiti da questa immane tragedia e ho pensato: “chissà se Jenny ha messo su qualche iniziativa per offrire aiuto con le bici”. Naturalmente Jenny ci ha pensato prima di me e in pochi giorni ha organizzato dei viaggi in bicicletta per portare aiuti (cibo e kit di primo soccorso) alle migliaia di nepalesi nei villaggi vicino a Kathmandu, di cui i grossi soccorsi, concentrati principalmente nella capitale, sembrano essersi dimenticati.

L’iniziativa di Jenny si chiama “NCRR – Nepal Cyclists Ride to Rescue” (I ciclisti nepalesi pedalano per offrire aiuto) e coinvolge diversi volontari di altrettanti team ciclistici a lei legati. Per i percorsi impraticabili dai mezzi a motore, i ragazzi useranno delle mountain bike che in queste situazioni fanno davvero miracoli (basti ricordare il boom di bici dopo l’uragano Sandy).

Se questo evento tragico ha scosso anche voi e volete offrire un aiuto al popolo nepalese, perché siete stati qui e avete dei bei ricordi, perché un giorno ci vorrete venire, perché l’aiuto offerto dai volontari in bici è speciale, o perché (garantito) questo è un canale di aiuto sicuro e indipendente da qualsivoglia associazione/istituzione (che in genere deve giustificare prima di tutto sé stessa), potete andare sul sito dove ci sono tutti i dettagli.

Namastè!

c

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