Quei numeri che ci accomunano

10, 25, 30: sono solo tre numeri, eppure ciascuno racconta molto di più del suo semplice valore aritmetico e ha a che fare con noi che pedaliamo ogni giorno, che abbiamo scelto come mezzo di spostamento quotidiano urbano la bicicletta e che continuiamo a farlo a nostro rischio e pericolo in città che sono invase dai motori. Le strade e le piazze possono tornare a essere a misura di ciclista, di pedone e di bambino soltanto se creiamo i presupposti per mettere in sicurezza le aree urbane, introducendo un limite di velocità che consenta di poter vivere la città e non di sopravvivere con il timore di essere investiti ad ogni incrocio. La pericolosità è un circolo vizioso che cresce all’aumentare della velocità e della quantità di motori in circolazione: bisogna moderare il traffico e limitarne l’invadenza per far rifiorire il tessuto urbano.

Colourful preschool numbers

30 è il numero che è stato scelto come “misura della civiltà”, come limite di velocità da introdurre nelle aree urbane per consentire di ridurre l’incidentalità stradale e tornare a godere appieno delle bellezze delle nostre città: luoghi che in occasione delle domeniche a piedi e delle chiusure forzate ai motori si trasformano in oasi di pace, salvo poi ripiombare nel caotico tran tran quotidiano fatto di ingorghi, smog e incidenti. #30eLode è il nome della campagna per la sicurezza stradale promossa dalla Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) e supportata anche dal movimento #Salvaiciclisti per chiedere al Parlamento e al governo di introdurre questo benedetto limite di 30 km/h nel nuovo Codice della Strada che dovrebbe vedere la luce all’inizio del 2016.

25 sono i centesimi a chilometro che la Francia rimborserà a chi si sposta in bicicletta per andare al lavoro, scegliendola come mezzo ecologico alternativo ai motori: lo ha annunciato la ministra dell’Ecologia Ségolène Royal, precisando che si tratterà di una somma esentasse sia per i dipendenti che per i datori di lavoro. Un incentivo che consentirà, a chi percorre 5 km in sella per il bike-to-work, di avere in tasca 50 euro in più ogni mese oltre a risparmiare i costi dell’auto e guadagnarne anche in salute. Una misura che, se introdotta anche da noi in Italia, potrebbe imprimere davvero una svolta nella composizione della nostra “dieta di mobilità” a favore della bicicletta, visto che più si pedala e più si ha voglia di farlo. E magari tanti ciclisti della domenica che lavorano a meno di 10 chilometri da casa potrebbero votarsi al commuting quotidiano e raggiungere il luogo di lavoro pedalando.

10/10 alle ore 10: è la data dell’assemblea pubblica che il movimento #Salvaiciclisti ha convocato a Roma all’ex Cartiera Latina, presso il Parco Regionale dell’Appia Antica, sabato 10 ottobre per chiamare a raccolta quanti intendono impegnarsi per la sicurezza di chi pedala e per verificare la possibilità di poter creare un soggetto che possa interfacciarsi con le Istituzioni, per portare ai tavoli tecnici il punto di vista di chi conosce la città dal sellino della propria bici e può dare una ventata di mobilità nuova alle discussioni sui progetti di viabilità, che troppo spesso sembrano tener conto soltanto dei “flussi di traffico veicolare” senza dare il giusto peso a chi pedala. Ridisegnare le strade a misura di bici rappresenta il primo passo per ridare ossigeno alle città e poter pedalare compatti e in massa verso un futuro migliore.

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