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Il governo e il PD alla prova della Legge Quadro

Il governo e il PD alla prova della Legge Quadro
TAGS: governo

Oggi è l’11 dicembre.

Aggiornamento: il 14 dicembre la commissione bilancio del Senato ha dato parere positivo alla Legge Quadro sulla Ciclabilità, che verrà probabilmente approvata in commissione senza un passaggio in aula (ndr)

Mancano una cinquantina di giorni alla fine della legislatura, al momento in cui si tirano le somme su come la forze politiche al governo abbiano gestito il paese negli ultimi 5 anni.

Mancano una cinquantina di giorni alla fine della legislatura, e in mezzo ci sono il Natale, il capodanno, l’Epifania e una Legge Quadro sulla Ciclabilità da discutere e approvare al Senato.

La Legge Quadro sulla Ciclabilità è lo strumento attraverso il quale si stabilisce che l’Italia, oltre a fare le autostrade, i porti, gli aeroporti e il resto, deve fare anche le ciclabili, che esiste una rete ciclabile nazionale da realizzare e che ne demanda la competenza al Ministero dei Trasporti, e non più, come ora, in balia della volontà del singolo ministro, sottosegretario o funzionario di sorta.

La Legge Quadro sulla Ciclabilità è stata approvata all’unanimità alla Camera lo scorso 15 novembre e da allora sembra che sia bloccata a Palazzo Madama nell’attesa di un parere del Ministero dell’Economia e delle Finanze, lo stesso schema verificatosi al momento del  passaggio alla Camera e, ancora, nel 2016. Evidentemente c’è qualcuno che sta bloccando questa legge perché teme per la tenuta economica del sistema Italia a causa di qualche stallo per bici, di qualche migliaio di km di ciclovie, dei cicloparcheggi nelle stazioni e roba simile.

Questo qualcuno è parte della maggioranza di Governo, di un governo che nell’arco di questi 5 anni non ha brillato sul tema della bicicletta che pure ha usato ampiamente come strumento promozionale

la 4° di copertina del libro di Matteo Renzi

Giulietta Pagliaccio

Giulietta Pagliaccio, Presidente FIAB e firmataria della lettera al Presidente del Consiglio

Proprio al Presidente Gentiloni hanno scritto una lettera congiunta le associazioni FIAB, Salvaiciclisti, ANCMA, Amodo, Granfondo Campagnolo e Bicitaly chiedendo un intervento diretto per sbloccare l’impasse: “Per cortesia, a nome di tanti cittadini e cittadine che hanno già abbracciato un nuovo modello di mobilità con grande beneficio di tutti, e su tutti il tema dei cambiamenti climatici su cui l’Italia ha preso impegni importanti, Le chiediamo di fare tutto ciò che è nei suoi poteri per farci tagliare il traguardo con questa BICICLETTA: abbiamo faticato tanto, sempre in salita e controvento, fateci assaporare un po’ di discesa, almeno per Natale!”

 

E se le associazioni devono chiedere “cortesie” è perché, a conti fatti, negli ultimi 5 anni sono stati allocati circa 500 milioni di euro dal governo centrale per facilitare l’uso della bicicletta, meno di quanto fa la sola Londra. E non una legge per migliorare le condizioni di sicurezza di chi pedala (nell’ultimo anno sono morti 270 ciclisti, +10% rispetto all’anno precedente), né incentivi di alcun tipo.

L’approvazione della Legge Quadro sulla Ciclabilità sarà l’ago della bilancia per giudicare l’azione del Partito Democratico su un tema che è imprescindibile per la sostenibilità, per la lotta ai cambiamenti climatici, per la qualità dell’aria, per la salute pubblica. Sulla base del risultato, il giudizio potrà oscillare tra “quasi nulla” e “si poteva fare di più”.

Tutto questo mentre alcuni parlamentari 5 stelle da mesi stanno incontrando esperti in Olanda e in Danimarca per studiarne le scelte in materia di mobilità attiva.

Le elezioni si avvicinano e le opzioni nella cabina sono (finalmente) più di una.

Commenti

  1. gianni geko ha detto:

    chi sono i parlamentari m5s di cui si parla nel fondo dell’articolo?

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