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L’ultracycling secondo Valerio Zamboni

L’ultracycling secondo Valerio Zamboni

Il nostro viaggio nel mondo dell’ultracycling prosegue con una chiacchiera con un atleta molto esperto di Race Across America e di gare di ultradistanza: Valerio Zamboni.

Ciao Valerio: chi sei e cosa fai?

Dopo avere fatto il pilota per circa 15 anni, ora ho una società che si occupa di compra vendita di aerei privati ed in particolare rappresento la società Bombardier, divisione aerei privati, in alcuni paesi europei inclusa l’Italia.

Cos’è l’ultracycling per te?

Consideriamo che l’ultracycling è una costola delle randonneur, la grande madre delle lunghe distanze; applichiamo quindi lo stesso schema ma con un taglio più agonistico. Quindi si tratta di minimizzare le soste e i tempi persi per rifornimenti alimentari o soluzioni di problemi meccanici a favore della velocità media. I randonneur hanno inventato il sistema di base, dal quale poi si sono sviluppate varie attività incluse l’ultracycling. Se poi dovessi mettere dei numeri, dico che la distanza minima deve essere sopra i 600km (più o meno i km richiesti per le qualifiche RAAM e al netto inoltre della presenza più o meno di salite ), mentre per le gare a tempo, 24 ore trovo sia la soglia minima. Faccio fatica a considerare gare di 6 o 12 ore come gare di ultracycling e questo per una semplice ragione: un amatore ben allenato può arrivare a 10/12 ore ma troverà molto, molto più complicato andare oltre.

Come ti prepari per una gara di ultracycling?

Mi alleno 5 volte alla settimana normalmente facendo gli esercizi che più o meno fanno tutti. Due volte alla settimana allungo un po’ tra 6 e 8 ore . Questo ovviamente dopo anni che lo pratico . Quando si inizia è tutta un altra cosa. Se ricordo bene facevo attorno a 12/14 ore una volta al mese e partivo verso mezzanotte, così da fare 26/28 ore sveglio con 12/14 in bici .

Perché un amatore, che magari fa granfondo, dovrebbe provare a cimentarsi con una gara di ultracycling?

Bella domanda. Penso ognuno abbia le sue motivazioni e comunque non sono due mondi separati. Trovo che qualche gran fondo sia molto producente per velocizzarsi un po’. Personalmente ero arrivato più o meno al capolinea con le gran fondo e avevo bisogno di qualcosa che mi stimolasse in maniera diversa.

Qual è il futuro dell’ultracycling secondo te?

Le gare stanno proliferando in tutto il mondo quindi sotto questo punto di vista mi pare ottimo. C’è un evidente problema di costi legati alla partecipazione delle gare. Alcune di queste gare hanno bisogno di due o tre mezzi al seguito e diverse persone. Noi quest’anno abbiamo deciso di rinunciare alla “spy car” e fare la RAAM con una macchina e un caravan, consci che comunque se avessimo un problema tecnico alla macchina, sarebbe un problema, visto che ai caravan alcuni tratti del percorso sono interdetti. Resta comunque uno sforzo economico notevole e non alla portata di tutti .

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