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L’auto elettrica, Cavallo di Troia della mobilità vecchia

L’auto elettrica, Cavallo di Troia della mobilità vecchia

L’invasione silenziosa dell’auto elettrica nel cuore pulsante delle nostre città è già cominciata: il caso dell’Opera Café del Teatro San Carlo di Napoli, gestito dalla rinomata pasticceria partenopea Scaturchio, è solo la tessera di un mosaico che rappresenta un modello futuro di mobilità vecchia, dove al centro c’è sempre l’auto, forse meno inquinante di quelle tradizionali ma pur sempre ingombrante, mangia-spazio e pericolosa per l’incolumità degli utenti fragili della strada.

D’accordo, ormai le pubblicità di auto hanno raschiato il fondo del barile e tutte le location sono state utilizzate: le automobili si vedono davvero ovunque, ci mancava soltanto l’installazione pubblicitaria nel bel mezzo del bar di un teatro, tra sedie trasparenti e tavolini di design a pochi passi dal foyer, ma grazie alla segnalazione dell’amico Luca Simeone, presidente di Napoli Pedala, scopro che questo set è stato già allestito proprio al San Carlo di Napoli in partnership con la BMW di una concessionaria di zona. La vettura resterà esposta per tutto il mese di gennaio 2019.

Insomma, dopo lo spot nei canali di Venezia con un bolide che sfrecciava sotto al Ponte di Rialto, la casa automobilistica tedesca è di nuovo protagonista di un’operazione di marketing all’insegna dell’esclusività: occupando uno spazio “altro e inaccessibile”, che sarebbe normalmente precluso ai motori, come il bar di un teatro famoso in tutto il mondo. Com’è stato possibile? Come spiega a Repubblica Napoli la responsabile marketing del San Carlo, Emmanuela Spedaliere: “L’iniziativa rientra nell’accordo di partnership-sponsorizzazione con Bmw per l’Art bonus: sostengono le attività del teatro e ci hanno chiesto visibilità”. In estrema sintesi: pecunia non olet.

Solo a me sembra assurdo e del tutto fuori luogo che un’automobile – elettrica, ma pur sempre un’automobile – venga esposta prendendo il posto di un pianoforte a coda in un ambiente attiguo a un Tempio della Musica e della Cultura del nostro Paese, il teatro lirico più antico di Europa? Per fortuna non sono il solo, visto che anche su un gruppo di frequentatori del San Carlo la trovata non è stata accolta troppo bene dai più.

Può sembrare una coincidenza, ma io temo invece che dietro a questa attenzione spasmodica per la riconquista degli spazi urbani e conviviali di socialità ci sia una strategia ben precisa: l’automotive, dopo decenni di dominio incontrastato, ha via via dovuto cedere il passo e ritirarsi da larghe zone di pregio delle città che sono state pedonalizzate o protette da telecamere con accessi contingentati. Ma per aggirare le temute Ztl, zone a traffico limitato, il Cavallo di Troia è l’auto elettrica: silenziosa e sedicente “a zero emissioni” rappresenta il veicolo ideale con cui l’industria dell’auto mira a riprendersi quegli spazi da cui le quattroruote a combustibili fossili sono state via via allontanate. L’immagine allegata al tweet mostra plasticamente che cosa accadrebbe se costruissimo le nostre case con la stessa logica con cui vengono costruite le strade, cioè ad uso e consumo delle quattroruote. Nelle nostre città con secoli di Storia le auto elettriche vogliono parcheggiare in salotto, possibilmente gratis

Il pasticcio del comma 103 inserito e approvato nella Legge di Stabilità, in attesa della correzione annunciata e promessa dal sottosegretario ai Trasporti Michele Dell’Orco, ha creato una deregulation per le auto elettriche che si basa sull’assunto che esse siano in tutto e per tutto forme di mobilità sostenibile: non è così! Il mezzo privato motorizzato, ancorché elettrico, non può essere incentivato tout court senza una visione strategica che miri a uno sviluppo massiccio e capillare di spostamenti a piedi, in bicicletta e con il trasporto pubblico locale. Altrimenti le nostre città continueranno a essere ostaggio del traffico e della doppia fila: è un problema di redistribuzione degli spazi. Per questo è importante mantenere il punto: nella battaglia di civiltà per difendere le pedonalizzazioni e salvaguardare i centri storici non bisogna arretrare di un millimetro. E lasciamo fuori dalla Ztl anche l’auto elettrica, Cavallo di Troia della mobilità vecchia.

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