In molti si chiedono che fine abbia fatto la bicicletta nell’agenda della COP26: lo hanno chiesto a gran voce nei giorni scorsi i cicloattivisti giunti a Glasgow dove sono in corso i lavori del vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. E la domanda è stata ribadita proprio oggi, mercoledì 10 novembre 2021, giornata della COP26 dedicata ai Trasporti: i fautori della mobilità ciclistica lamentano l’assenza della bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano da promuovere a livello globale per ridurre le emissioni.
Mentre all’interno era in corso il dibattito, all’esterno alcuni cicloattivisti che avevano già partecipato il 6 novembre scorso alla marcia in bicicletta per il clima per le strade di Glasgow, “assediando” il quartier generale della COP26, hanno manifestato con le proprie bici scampanellando e chiedendo maggiore attenzione per il tema, come documenta un video pubblicato dal Guardian:
In effetti nell’agenda di mobilità e trasporti della COP26 non si fa riferimento diretto alla bicicletta come strumento da promuovere per abbattere le emissioni, ma il focus è piuttosto incentrato sull’accelerazione della transizione verso le auto elettriche (con la progressiva dismissione dei veicoli a combustione interna, ndr) e del rinnovo del parco mezzi pubblici verso l’ibrido e l’elettrico.

Al capitolo “Trasporti”, sul sito della COP26 c’è la richiesta di un impegno concreto per “accelerare il passaggio ai veicoli a zero emissioni” perché “il trasporto su strada rappresenta il 10% delle emissioni globali e le sue emissioni stanno aumentando più rapidamente di quelle di qualsiasi altro settore”. E, tra le altre cose, si aggiunge: “È già in corso il passaggio a veicoli a emissioni zero, creando nuovi posti di lavoro, portando un’aria più pulita nelle città e, sempre più, tagliando i costi di proprietà dell’auto. Per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, questa transizione deve avvenire molto più rapidamente. Deve includere non solo automobili, ma furgoni, autobus, camion e autocarri”.
Today is Transport Day @COP26. The talk will be all about electric cars, like this one here in the “Green Zone”. We are at #COP26 to tell the world’s leaders that electric cars are not the answer. Read – and spread – our message to world leaders?https://t.co/7bM2Q0yxdN pic.twitter.com/rOYxaapESA
— Henk Swarttouw (@copenhenken) November 10, 2021
Questo schema, dunque, promuove la “sostituzione” di veicoli più inquinanti con veicoli meno inquinanti ma non chiede un impegno a ridurre drasticamente il parco di mezzi circolanti né persegue il riciclo e il riuso: sul fronte trasporti la mera sostituzione 1:1 di auto a combustione interno con auto elettriche non risolverà i problemi connessi alla mobilità motorizzata e cioè il traffico che congestiona le città e gli incidenti stradali che causano circa 1.300.000 morti ogni anno: c’è una questione di redistribuzione e vivibilità degli spazi urbani che questo schema lascia completamente disattesa. Così come l’urgenza di maggiore sicurezza stradale: le auto a zero emissioni continueranno ad essere letali esattamente come quelle a combustione interna e ad occupare lo stesso spazio, congestionando le città.
It is not enough to solve one problem of cars in our cities.
— Cycling Professor (@fietsprofessor) November 19, 2018
We need to think more holistically!
“Choose life”, says @copenhagenize! pic.twitter.com/eV5uaQwAY4
Intanto, come riporta l’Ansa, è stata pubblicata la bozza del documento finale della COP26: l’obiettivo condiviso, a cui si è giunti dopo una lunga serie di trattative tra i delegati presenti al vertice sul clima delle Nazioni Unite, “riconosce che limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C al 2100 richiede rapide, profonde e sostenute riduzioni delle emissioni globali di gas serra, compreso ridurre le emissioni globali di anidride carbonica del 45% al 2030 rispetto al livello del 2010 e a zero nette intorno alla metà del secolo”. Ora bisognerà attendere la fine dei lavori per capire quali misure saranno concretamente messe in atto per raggiungere questo obiettivo.

“Questo mezzo combatte i cambiamenti climatici”: lo slogan dei cicloattivisti di Glasgow per la promozione della bicicletta ha fatto il giro del mondo, ma all’interno della COP26 non è possibile parcheggiare la bici e soltanto l’ultracyclist Omar Di Felice è riuscito a portarla all’interno del vertice delle Nazioni Unite (dopo lunghe trattative e grazie al supporto di Italian Climate Network, ndr).
Se davvero vogliamo lottare contro i cambiamenti climatici a partire dai trasporti è necessario che la bicicletta entri nell’agenda politica di tutti gli Stati e la COP26 avrebbe dovuto metterlo all’ordine del giorno: la ciclabilità è la base su cui costruire una mobilità realmente sostenibile (non solo dal punto di vista delle emissioni) a tutti i livelli e non è possibile continuare a trattarla come la Cenerentola dei trasporti.
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