Bici

Omar Di Felice alla COP26: “La bicicletta salverà il mondo”

L’ultracyclist Omar Di Felice, partito a fine ottobre da Milano in direzione Glasgow in sella alla sua gravel in assetto da bikepacking, ha attraversato mezza Europa per arrivare alla COP26, il vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, e giovedì 4 novembre ha portato la sua bicicletta al centro della scena, dentro la manifestazione.

COP26 Omar Di Felice

Il mezzo è il messaggio

Su Bikeitalia abbiamo seguito le tappe di avvicinamento di Omar Di Felice a Glasgow: il suo è stato un viaggio in bici per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di promuovere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto per ridurre le emissioni inquinanti, e il motto “il mezzo è il messaggio” riassume compiutamente il senso di questa impresa che lo ha visto coprire 2.000 chilometri in 7 giorni.

La bici alla COP26

La ciclabilità rappresenta uno degli aspetti fondamentali da promuovere per il presente e il futuro del nostro pianeta: lo ha sottolineato l’ECF con una lettera aperta che ha ormai superato le 160 adesioni di associazioni ciclistiche di tutto il mondo, lo dimostrano anche le difficoltà di parcheggiare la bici proprio alla COP26, come documentato da diversi delegati e ripreso da alcune testate locali e internazionali. Il gesto di Omar Di Felice ha dimostrato che si può essere artefici del cambiamento che si vuole vedere nel mondo e, specie di questi tempi di pandemia, non è poco.

“Gambe, testa e cuore”

Omar condivide la sua gioia con chi lo segue sui social e posta un accorato messaggio di ringraziamento: “Dopo aver attraversato mezza Europa e girovagato ancora qui, dove i potenti della Terra si trovano a deciderne le sorti, ho varcato la soglia di questo luogo così importante con la mia bicicletta. Descrivere l’emozione è impossibile: forse ancor più che in passato mi sento orgoglioso di ciò che sono stato in grado di fare spinto solamente da gambe, testa e soprattutto cuore. Dal giorno in cui mi sono innamorato della bicicletta e del ciclismo, ho fatto di tutto affinché mi accompagnasse nei posti più impensabili e inaccessibili del Pianeta. Dai confini artici ai deserti gelidi, dalle Alpi all’Himalaya. Nessuno luogo mi è mai sembrato veramente lontano. Nessun obiettivo mai così irraggiungibile”.

“La bicicletta salverà il mondo”

“Ho sempre creduto nel forte valore della bicicletta per l’evoluzione dell’essere umano moderno: in fondo è stato per tutti noi il primo veicolo sinonimo di libertà. Entrare alle Nazioni Unite non è stato semplice: è stato frutto di un gran lavoro di squadra ma, soprattutto, dell’ostinazione e la convinzione nella purezza di un messaggio che non potrebbe essere diverso da questo. La bicicletta salverà il mondo“.

In conclusione, Omar Di Felice ringrazia i suoi compagni di strada di Italian Climate Network che lo hanno supportato dal punto di vista logistico e scientifico nel corso di questa impresa per raggiungere la COP26 di Glasgow: “È stato un lavoro duro per cui ringrazio Italian Climate Network (alla fine la campagna ‘Get Omar In’ di Jacopo Bencini ha sortito il suo effetto!) e gli sforzi diplomatici di Marirosa Iannelli, fondamentale nel far comprendere l’importanza di questo gesto al culmine di un viaggio di 2.000 km. E infine un sentito ringraziamento al segretariato delle Nazioni Unite per aver compreso a fondo la forza di una bicicletta all’interno di questo luogo in cui si definiranno le nostre sorti per i prossimi decenni. È stato un lungo viaggio ma sono certo che il bello debba ancora venire”.

Commenti

  1. Avatar Demetrio ha detto:

    Grande gesto ma avrei preferito fosse fatto con una bicicletta anonima. Niente contro la Wilier ma ” la bici ” è anche il vecchio carcassone di mia nonna che va a fare la spesa.

    1. Avatar Manuel Massimo ha detto:

      Omar Di Felice, che pratica l’ultracycling, è partito da Milano verso Glasgow e ha pedalato per 8 giorni coprendo 2.000 km per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di promuovere la bicicletta come mezzo di trasporto per ridurre le emissioni inquinanti. Ha compiuto questo viaggio in totale autonomia e tra una tappa e l’altra ha realizzato una serie di dirette social con esperti di mobilità, trasporti e climatologia per discutere di questi temi con cognizione di causa (e con il supporto di Italian Climate Network). Dopo una lunga serie di trattative è riuscito a far entrare la bicicletta all’interno del vertice: quello è il mezzo che lo ha portato lì, il messaggio è che la bicicletta va promossa a tutti i livelli (ed è quello che Omar Di Felice ha sottolineato anche con le sue parole).

      Manuel Massimo – Direttore responsabile di Bikeitalia.it

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