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Bartali alla Maturità e quella sua medaglia appesa all’anima

Bartali alla Maturità e quella sua medaglia appesa all’anima

Ogni anno, nel mese di giugno, scatta il tototema per la Maturità: quali argomenti usciranno? La Maturità 2019, nella traccia C2 “riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità”, ha proposto la figura dell’indimenticato campione del ciclismo Gino Bartali, partendo dalla notizia che ne celebrava il riconoscimento di Giusto tra le Nazioni nel Mausoleo della Shoah.

Il grande campione di ciclismo Gino Bartali tra sport e storia: partendo da un articolo di Cristiano Gatti del 2013, riflettere sui meriti non solo sportivi del Bartali uomo che con la sua bicicletta non ha esitato a infilare nel telaio documenti falsi per consegnarli agli ebrei braccati dai fascisti salvandoli dalla morte, questa in sintesi la traccia proposta.

Mi fa molto piacere che sia stata data questa opportunità ai maturandi: perché in questo tema la figura di Bartali uomo, al di là delle vittorie in campo ciclistico, racchiude l’essenza stessa della bicicletta come strumento rivoluzionario, capace di accorciare le distanze e compiere imprese che vanno oltre l’immaginazione. Ginettaccio macinando migliaia di chilometri sulle strade con i documenti falsi nascosti nel telaio della sua bici salvò centinaia di ebrei dai campi di sterminio nazifascisti: ha messo cuore, gambe e polmoni perché era la cosa giusta da fare. E infatti ne parliamo ancora oggi e questa storia sarà tramandata ai posteri.

“Il bene si fa ma non si dice. E certe medaglie di appendono all’anima, non alla giacca”. Questa massima di Gino Bartali connota la sua modestia: in vita non divulgò mai i suoi atti di eroismo compiuti in sella alla bicicletta, tanto che il riconoscimento di Giusto tra le Nazioni per le sue azioni a favore degli ebrei avvennero anni dopo la sua morte. Questa è forse l’eredità più bella che ci ha lasciato, senza dimenticare le vittorie al Giro d’Italia e al Tour de France, l’ispirazione per un cantautore come Paolo Conte che con la sua voce roca e in pochi versi ne ha dipinto fedelmente i tratti e il carattere:

“Oh, quanta strada nei miei sandali
Quanta ne avrà fatta Bartali
Quel naso triste come una salita
Quegli occhi allegri da italiano in gita”

Il tema su Bartali è di stretta attualità soprattutto oggi, dove la solidarietà verso chi è braccato e in fuga viene vista come una colpa: a tutti i “leoni da tastiera” che sui social insultano chi fa qualcosa per gli altri tacciandolo di “buonismo” faccio presente che è grazie a figure di “buonisti” ante litteram come Gino Bartali che hanno lottato attivamente contro ogni forma di dittatura se oggi possiamo esprimerci liberamente e viviamo in una democrazia, se non siamo in guerra e se possiamo immaginare un futuro per i nostri figli.

La bicicletta non ha confini e abbatte i muri dell’indifferenza: la storia di Gino Bartali e quella sua medaglia appesa all’anima continuano a ricordarcelo ogni giorno, davanti a ogni ingiustizia.

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