Bologna approva il nuovo Piano del Traffico e dichiara “guerra alle auto”

La città di Bologna annuncia un giro di vite nei confronti delle auto: dire addio a 440.000 veicoli per promuovere la mobilità sostenibile. A ribadirlo è l’assessora alla Mobilità Irene Priolo, che in questi giorni è stata oggetto di insulti sui social network da parte di leoni da tastiera evidentemente infastiditi da questo nuovo corso: fatto sta che l’amministrazione comunale ha avviato le prime diffide per colpire gli haters.

Insomma: dopo un periodo in cui la giunta guidata da Virginio Merola sembrava stesse dimenticando le buone pratiche per promuovere la mobilità in bicicletta e il trasporto pubblico (per esempio le multe ai ciclisti in contromano o sotto i portici e la cancellazione di alcune corsie preferenziali) pare che, invece, oggi l’amministrazione abbia ritrovato l’interesse nel portare a compimento il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile.

Gli insulti e le minacce arrivano infatti dopo l’annuncio della realizzazione del nuovo tram e l’avvio della nuova ZTL a partire da Gennaio 2020: due azioni che andranno a ridurre il numero di parcheggi e a rendere più difficile utilizzare l’auto privata per muoversi in città. Com’è giusto che sia, se si vuole portare a compimento la transizione verso la sostenibilità ed elevare gli standard di sicurezza stradale in città.

Da parte nostra l’assessora Priolo ha tutto il sostegno ad andare avanti per liberare progressivamente la città di Bologna dal predominio delle auto: “Sì, per quanto mi riguarda è una guerra alle auto – ha affermato la Priolo – nel PUMS c’è scritto che dobbiamo ridurre di 440.000 veicoli, come faccio a dire ‘avanti tutta’ con le auto? Certo che è una guerra alle auto, perché il Pums guarda alla mobilità sostenibile come sistema di soluzione dei problemi. Le scelte che stiamo facendo sono difficili e c’è un livello di gestione del conflitto che ritorna in casa all’amministrazione comunale. Ma arriva un momento in cui le scelte le devi fare, perché altrimenti non succede niente”.

Ulteriore sostegno all’operato della giunta arriva dal consigliere ed ex assessore alla Mobilità Andrea Colombo che rimarca la visione di città per le persone dopo l’approvazione del nuovo Piano Generale del Traffico Urbano.

La soluzione principale per avere una città a misura di persona è dare più spazio ai pedoni e alle bici: secondo uno studio della società Polinomia una trasformazione in questo senso ha anche una ricaduta economica rilevante e vale, nella sola Bologna, 32 milioni di euro l’anno.

D’altra parte noi di Bikeitalia, avendo seguito da vicino le fasi di realizzazione del Biciplan bolognese, sappiamo bene che occorre creare un ambiente favorevole per lo sviluppo della mobilità sostenibile e comunicarlo nel giusto modo: non si tratta solo di fare qualche ciclabile in più o pedonalizzare un paio di strade nei giorni festivi. C’è un’idea di città e di mobilità che non può prescindere dalle priorità: non c’è dubbio che l’auto, fino a oggi al primo posto nella testa degli ingegneri del traffico per “fluidificare” la circolazione stradale, dovrà essere sempre più ridimensionata a favore di trasporto pubblico locale, pedonalità e ciclabilità integrata e diffusa.

E il riconoscimento del grande lavoro fatto nella redazione del Biciplan del 2016 è stato esplicitato anche nella Relazione Generale approvata il 3 dicembre 2019, dove a pagina 26 si legge: “Il documento che il PUMS e il PGTU assumono come riferimento per lo sviluppo della mobilità ciclistica in ambito urbano è il Biciplan di Bologna, elaborato dal Comune nel 2016, che costituisce, per maturità e livello di approfondimento, un punto di riferimento anche per la pianificazione della mobilità ciclistica alla scala metropolitana e per la pianificazione delle connessioni ciclistiche dell’ambito urbano del capoluogo con i comuni di cintura”.

Le premesse per fare bene, come abbiamo visto, ci sono tutte: intanto nel Piano Neve 2019/2020 approvato il 4 dicembre è entrata per la prima volta anche la pulizia delle ciclabili, esattamente come avviene nei paesi ciclisticamente avanzati. Un risultato ottenuto grazie all’impegno dei cicloattivisti che in passato avevano rimarcato questa grave mancanza con flash mob e pulizia fai-da-te. Avanti così.

Commenti

  1. Avatar Sandro ha detto:

    @massimo capisco che intendi cioè dire che mettere la propria sicurezza in bici davanti le regole quando il sistema è pensato male sia tollerabile lo posso anche capire anche se non lo condivido.
    Ma io sto parlando di altro. Io ho visto ciclisti e pedoni passare senza problemi in città davanti ai semafori come se non ci fossero o come se il semaforo per loro non valesse, forse pensano davvero così. Di ciclisti che partono prima delle auto per sicurezza non le ho mai visto ma forse è anche perché non ho “vissuto” in grandi città. Io lo vedo fare -sistematicamente- a Trento e Udine, per fare un esempio.
    Quindi per chi chiedeva se Bologna è l’unico che ha problemi di ordine pubblico… NO, è ovunque così.

  2. Avatar Fabio ha detto:

    Allora io, con la mia bici da città o con quella da corsa, che mi fermo ogni volta col semaforo rosso e non percorro mai le strade contromano sono deficiente.
    I ciclisti che spesso, quando svolto a dx con la mia auto, per entrare nella via dove ho il posto auto, sempre mettendo la freccia, mi sorpassano a dx e mi mandano a quel paese e vorrebbero picchiarmi, sono ma ammirare.
    Il codice della strada è una legge e va rispettata, sempre, non va interpretata.

  3. Avatar massimo ha detto:

    Credo che multare chi infrange il codice della strada sia corretto… Domandiamoci però perché i ciclisti passano col rosso… Spesso è meglio partire quando tutte le auto sono ferme perché come scatta il verde si rischia di essere investiti per la mancanza di distanze di sicurezza. O nella svolta in prossimità dell’incrocio.
    Molti ciclisti percorrono contromano alcune strade perché le ciclabili spesso sono ideate da persone che non vanno in bici. Bisogna rendere le ciclabili pedalabili .per raggiungere un punto Ad una distanza di 1 km non se ne possono impiegare due di slalom tra gli isolati sulla ciclabile.
    Bisogna semplificare la vita a chi pedala E separare più possibile le bici dalle auto.
    A Bologna c’è l’ottima invenzione della tangenziale delle biciclette e ma la maggior parte degli automobilisti la attraversa con l’auto come fosse trasparente anche in punti dove il divieto di svolta è segnalato dalla segnaletica verticale, non per arroganza ma perché il cartello neanche lo ha mai guardato.

  4. Avatar Fabio ha detto:

    Buongiorno Sig.Massimo,
    Poiché abito proprio nella zona a cui lei fa riferimento, le posso assicurare che la ciclabile di via frassinago viene snobbata, i ciclisti percorrono contromano via nosadella, quando incrociano le auto passano sotto i portici, a volte anche gli scooter compiono le stesse manovre lungo quella via, poi attraversano l’incrocio con sant’isaia e barberia ignorando la segnaletica.
    Dal suo commento non ho capito se non ha apprezzato il mio linguaggio, mi dispiace ma qui a bologna, non so altrove, c’è un grave problema di ordine pubblico, io ne sono esasperato, perché non è possibile uscire di casa e mettere in guardia mio figlio in primis, dallo sporco, dalle auto, dagli scooter e dai ciclisti, dagli importunatori.

  5. Avatar Sandro ha detto:

    Fabio, è la stessa cosa che ho pensato io. Non è che perché il ciclista è un elemento debole della strada allora può passare col rosso o contromano, non esiste. Non parliamo delle luci di notte.
    Stessa cosa vale per i pedoni che attraversano al semaforo col rosso, è ormai una prassi da nord a sud.

    1. Avatar Manuel Massimo ha detto:

      Nello specifico abbiamo stigmatizzato le multe fatte dai vigili per eccesso di zelo ai genitori in bici che percorrevano in controsenso un piccolo tratto di strada per evitare di fare un giro molto più lungo (magari senza multare le auto in doppia fila davanti alla scuola) e le proteste degli attivisti hanno portato a modificare la viabilità in quel tratto > https://www.bikeitalia.it/2019/02/26/via-frassinago-a-bologna-vince-il-buonsenso-ciclabile/.

      Sul fatto che anche chi pedala debba rispettare le regole della strada siamo d’accordo, ci mancherebbe: ma c’è modo e modo di trattare il tema e anche di esporre il proprio punto di vista.

      Manuel Massimo
      Direttore responsabile di Bikeitalia.it

  6. Avatar Fabio ha detto:

    Fare multe ai ciclisti contromano, sotto i portici, a quelli che non si fermano col rosso, a quelli che percorrono I viali su sede stradale e non sulla ciclabile, non vuol dire essere contro la mobilità sostenibile. Accompagno tutti i giorni mio figlio a scuola con la sua bici, bisognerebbe non solo vietare l’ingresso alle auto, ma anche agli scooter, ai fumatori, a quelli che fanno cagare e pisciare i cani sotto i portici e a tutte quelle persone dotate di sufficiente arroganza che non hanno rispetto per la salute e la sicurezza degli altri.

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