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Bologna, la marcia indietro sulla mobilità nuova

Bologna, la marcia indietro sulla mobilità nuova

BOLOGNA_PREFERENZIALE
Le parole sono importanti e sentir parlare di “recupero di tempi di vita” annunciando un provvedimento che cancella quattro corsie preferenziali e ne apre al transito di scooter e moto altre tre suona strano: soprattutto perché la città oggetto del provvedimento è Bologna, una delle realtà urbane più attive in questi ultimi anni sul fronte della mobilità nuova. L’annuncio del primo cittadino Virginio Merola del 19 gennaio anticipa il provvedimento sperimentale che sarà operativo dal prossimo 6 febbraio, come viene spiegato dettagliatamente sul sito del Comune:

Considerare la cancellazione di alcune corsie preferenziali e l’apertura di altre anche a scooter/moto un fatto positivo che fa “recuperare tempi di vita” ai cittadini è una rappresentazione che distorce la realtà. Il traffico che fa perdere tempo prezioso e peggiora la qualità della vita, delle strade e dell’aria *di tutti* è prodotto in massima parte proprio da quegli stessi cittadini che utilizzano il mezzo privato motorizzato per i loro spostamenti in città, anche in zone ben servite dai mezzi pubblici, rinunciando a forme alternative e sane di muoversi: a piedi e in bicicletta, quelle sì dei veri toccasana per “recuperare tempi di vita” grazie all’attività fisica e a tutti i benefici per la salute connessi con il movimento, soprattutto come antidoto contro la sedentarietà.

C’è da dire che il provvedimento che entrerà in vigore il 6 febbraio non arriva come un fulmine a ciel sereno ma, a ben vedere, fa parte di un cambio di passo annunciato dal sindaco Merola in vista della sua rielezione: a luglio scorso la mancata conferma dell’assessore alla Mobilità Andrea Colombo, fautore di politiche attive nel disincentivare il mezzo privato motorizzato, ha segnato una discontinuità rispetto al passato e così – a 7 mesi di distanza – arriverà questo cambiamento che appare come una marcia indietro sulla mobilità nuova.

L’Associazione Salvaiciclisti Bologna esprime su FB la propria netta contrarietà al provvedimento annunciato dal sindaco:

Anche l’ex assessore felsìneo alla Mobilità Andrea Colombo – oggi consigliere comunale di Bologna – si è chiesto quale sia l’idea di mobilità e di città che c’è dietro a questo cambiamento e ha ribadito a Bikeitalia alcune riflessioni a riguardo: “Questa misura rischia di interferire con il trasporto pubblico”. Si stima che i guadagni in termini di percorrenza per gli automobilisti ‘beneficiati’ dalla cancellazione delle ciclabili sarà di circa 1 minuto: che cosa accadrà ai tempi di percorrenza dei mezzi pubblici ‘privati’ delle preferenziali ancora non si sa, il senso comune suggerisce che non ne trarranno di certo beneficio. Probabilmente qualche ritardo in più.

Un altro aspetto su cui Colombo si sofferma è la natura antistorica del provvedimento: “Si tratta di una misura in controtendenza: le corsie preferenziali a mio avviso andrebbero aumentate”. In effetti se una città vuole portare avanti politiche per incentivare l’utilizzo di forme di mobilità sostenibile – dal trasporto pubblico alla ciclopedonalità – si trova a dover operare delle scelte e cancellare o aprire al traffico privato motorizzato le preferenziali non credo siano ingredienti che fanno parte della ricetta per cambiare in meglio la mobilità urbana.

In conclusione, Colombo ricorda che Bologna, come città metropolitana, entro dicembre 2017 dovrà approvare il primo PUMS, Piano Urbano di Mobilità Sostenibile: “In quella sede sarà esplicitata la strategia verso cui Bologna intende procedere”. Fatto sta che questo provvedimento sperimentale che entrerà in vigore il 6 febbraio lascia abbastanza perplessi e non incontra il favore di chi, in questi ultimi anni, ha lavorato per rendere Bologna una città più a misura di persona. Sottrarre spazio dedicato ai mezzi pubblici non fa recuperare “tempi di vita” a chi guida un mezzo privato ma peggiora la vivibilità delle strade per tutti, soprattutto per chi va a piedi e in bicicletta.

Commenti

  1. Avatar Alex ha detto:

    Se non sbaglio, una cosa simile è successa anche a Milano, dopo le recenti elezioni comunali; mi sembra, tuttavia, che il tutto rientri nella logica di governo dell’ attuale establishment pseudo-democratico e pseudo un po’ tutto: ovvero va bene far finta di sostenere tematiche di grande importanza, come la mobilità sostenibile, la lotta all’ inquinamento dell’ aria, ecc. ecc. , ma solo finchè serve a prendere voti dai poveri illusi che fanno il “tifo” politico verso certi partiti.
    Dovessero mai certi abitudini e cambiamenti prendere piede, come in realtà sta accadendo.ad esempio, per la mobilità urbana ciclistica, la conclusione non può che essere una sola…”contrordine, compagni!”.

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