Mobilità

Bologna e Fase 2: il sindaco Merola annuncia incentivi per la mobilità sostenibile

Se la città di Bologna non prenderà provvedimenti per la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus è molto probabile che la città venga invasa da oltre 200.000 auto in più al giorno, una somma che metterebbe a dura prova la tenuta della mobilità in città.

Per questo motivo, il sindaco Virginio Merola ha annunciato incentivi per la mobilità sostenibile: “Bologna punta sul piano per le piste ciclabili che avevamo da tempo. La nostra Ztl rimarrà chiusa, come resteranno i provvedimenti di limitazione alla circolazione delle auto. Servono incentivi per le bici elettriche e i monopattini elettrici. Pensiamo anche a car sharing e pooling, accordi con le aziende per trasporti collettivi mirati tramite i mobility manager”.

Una decisione che arriva dopo la presa di posizione di diverse realtà italiane come Milano, Roma, Napoli e Firenze in cui le amministrazioni si erano già espresse a favore di una Rete di Mobilità d’Emergenza in cui potersi muovere agevolmente senza dover ricorrere all’utilizzo dell’auto privata.

A Bologna, analizzando i dati del PUMS e il modal share attuale della città, c’è il rischio evidente che buona parte degli utenti abituali del trasporto pubblico (circa il 21% della popolazione) scelgano di optare per l’uso dell’auto. Quindi l’annuncio del sindaco va nella giusta direzione per modificare il paradigma della mobilità in città: un’azione che, però, va fatta “presto e bene” per evitare che la città sia paralizzata dal traffico della riapertura nella Fase 2.

Considerando, infatti, lo scenario peggiore, in cui il trasporto pubblico bolognese sarà in grado di assorbire solo il 20% della domanda abituale, gli spostamenti giornalieri in auto potrebbero aumentare di oltre 200.000 unità, registrando così un incremento percentuale di quasi il 40%.

La risposta a questa emergenza è racchiusa nella creazione di una valida alternativa ai mezzi pubblici e all’auto privata attraverso la promozione della mobilità pedonale, ciclistica e della micromobilità elettrica.

Un tratto della Tangenziale delle Biciclette di Bologna

La città di Bologna, d’altra parte, parte già avvantaggiata rispetto agli altri centri italiani perché è dotata di un Biciplan comunale ormai dal 2016 in cui sono evidenziate le azioni principali per dare spazio a biciclette e pedoni.

A tal proposito il consigliere comunale ed ex assessore alla mobilità, Andrea Colombo:

“A fronte di questo scenario, l’amministrazione deve agire subito e nella giusta direzione, per evitare un aumento inaffrontabile di traffico privato. Ora più di prima la priorità è la mobilità sostenibile. Non è un fatto ideologico, ma fisico: altrimenti, andiamo alla paralisi della città per tutti, e soffochiamo di smog. Quindi, oltre a mettere comunque il più possibile in sicurezza il trasporto pubblico, dobbiamo spingere forte soprattutto sulla mobilità pedonale e ciclistica: tanto più in città medie come Bologna, i piedi e le due ruote sono una vera alternativa all’auto per molti spostamenti urbani, si possono aumentare in tempi veloci e a basso costo, garantiscono il distanziamento e occupano pochissimo spazio stradale. Occorre però ridisegnare le strade, per rendere davvero possibili e sicure queste modalità per tante persone. E’ l’occasione, allora, per attuare una grande redistribuzione democratica dello spazio pubblico, dalle macchine alle persone: prima era una visione, ora è (anche) una necessità. Abbiamo uno splendido Biciplan pronto nel cassetto dal 2016 e un PUMS appena approvato: attuiamoli subito, in modalità d’emergenza. Soluzioni leggere, immediate: corsie ciclabili pop-up su tutti i principali assi radiali, doppio senso ciclabile diffuso in centro storico, strade residenziali a bassa velocità condivise tra pedoni e veicoli in ogni quartiere. Anche in un’ottica sperimentale, in vista della progettazione degli interventi definitivi già pianificati. Ma bisogna agire ora, al massimo in estate, per essere pronti con una rete sistematica di mobilità di transizione al più tardi a inizio settembre. E poi tanta comunicazione, per far comprendere alle persone, che stanno cominciando a chiedersi come muoversi in sicurezza, che la bicicletta può essere una opzione reale e desiderabile per le loro esigenze.”

Ricordiamo che oltre al Biciplan comunale la città di Bologna ha a disposizione anche il manuale d’uso per la realizzazione di una Rete di Mobilità d’Emergenza realizzato da Bikeitalia e disponibile qui.

Commenti

  1. Avatar Sandro ha detto:

    Perché le città più piccole vengono sempre poco considerate? Hanno anche loro gli stessi problemi di congestione solo con numeri in relazione più bassi.

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