Solo qualche mese fa, Bikeitalia aveva scritto in merito ai dati molto positivi riguardo alle vendite delle cargo bike negli ultimi anni: un vero e proprio boom che ha fatto segnare, nel 2019, un +60% rispetto all’anno precedente e un ulteriore +53% per questo 2020. Cyclelogistics, la piattaforma europea a sostegno dello sviluppo del settore cargo, è partita da questi dati per fare il punto della situazione durante l’appuntamento Digital Cargo Bike Academy, che si è tenuto online il 26 novembre 2020.
L’incontro è stato il momento per discutere gli obiettivi e le politiche a medio termine che Cycling Industries Europe (CIE) e European Cyclists’ Federation (ECF) intendono perseguire per consolidare la posizione del settore cargo in Europa.
L’impegno dell’industria europea
CIE, l’associazione che si fa portavoce degli interessi dell’economia e dell’industria del ciclo, si sta muovendo attivamente per sostenere la diffusione delle cargo bike, sia come mezzo commerciale che famigliare. Attraverso le parole del proprio dirigente Kevin Mayne, ha spiegato quale sarà la strategia dell’industria per i prossimi anni. Al centro due macro obiettivi:
- creare un mercato più favorevole per il settore;
- costruire una rete di partnership e collaborazione tra gli attori dell’industria sul tema della bici cargo.
Riguardo al primo obiettivo, si parla di una azione di rivendicazione, a livello europeo, di una regolamentazione favorevole al settore. In primis, lo standard condiviso per le cargo bike discusso qualche settimana fa. Dopodiché, la revisione dei limiti di potenza imposti ai motori elettrici applicabili alle e-cargo bike per la ciclologistica – settore in cui una legislazione meno stringente permetterebbe agli operatori di trovare sul mercato mezzi adatti al trasporto di carichi sempre maggiori e con autonomie più lunghe, per dare una spinta significativa a tutto il comparto del last mile.
Per il secondo target, è in previsione la creazione di un think tank, una sorta di gruppo permanente di lavoro e confronto fatto da esperti del settore cargo bike, che avrà il ruolo di guida per lo sviluppo del comparto e diverrà luogo di collaborazione e scambio tra le aziende coinvolte.
Le versioni di Arne e Jos
Accanto a Mayne di CIE erano presenti Arne Behrensen e Jos Sluijsmans. Il primo, collaboratore di ECF e creatore di Cargobike Jetz, una delle piattaforme più importanti di informazione e advocacy in Germania per la diffusione delle cargo bike, ha sottolineato che alla base del recente successo oltre ogni aspettativa di questo mezzo ci sono attività a livello di società civile ad alto impatto e grande valore. Si parla quindi di associazioni o organizzazioni private che hanno creato un network attorno alle cargo bike e che offrono possibilità di noleggio a breve o lungo termine, sharing, eventi e festival. Queste sono le occasioni concrete per far provare e far conoscere le cargo bike al grande pubblico, che può così toccare con mano tutti i vantaggi di questo mezzo e capirne l’importanza per il futuro della mobilità urbana: la diffusione di azioni di questo tipo può essere quindi la chiave per un radicamento ancor più forte della bici cargo nelle nostre città.
Al suo fianco Sluijsmans, organizzatore dell’International Cargo Bike Festival, evento che è diventato ormai l’occasione di incontro più importante per tutti coloro che ruotano, per necessità o passione, attorno al settore cargo.
La crescita esponenziale delle biciclette da trasporto è ormai così forte in Europa da necessitare di un polo industriale e di ricerca e sviluppo internazionalmente riconosciuto. Attorno a questa convinzione, Jos ha presentato per la prima volta il suo progetto di un “cargo bike expertise and innovation centre”, che sorgerà ad Arnhem e diventerà il vero ombelico del mondo delle cargo bike.
Nella sua visione, questo sarà un polo di ricerca, test e sviluppo, ma anche un luogo per eventi, uno spazio per costruire dialogo e fare impresa attorno alla bici cargo, con una vasta esposizione di modelli e area prova per i visitatori. Il centro di innovazione non sarà solamente un luogo fisico, ma sarà anche una moderna agorà digitale in cui chiunque potrà visitare l’esposizione e accedere alla rete di promozione del settore da ogni parte del mondo.
Insomma, ci eravamo accorti tutti che molto si stava muovendo attorno alle cargo bike. A differenza del passato però, ora le grandi aspettative di questo settore stanno trovando una loro forma, ordinata e organizzata, nelle voci e nei programmi dei propri rappresentanti ufficiali: un buon segno, che permetterà al comparto cargo bike di far sentire le proprie ragioni in sede europea – UE che, stando alle dichiarazioni, sembra intenzionata a voler dare ascolto a queste rivendicazioni. Le prospettive sono a questo punto sempre più interessanti, e non mancheremo di seguirne gli sviluppi.
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