Durante la pandemia il settore dell’indoor cycling e l’allenamento interattivo in casa sono cresciuti in modo esponenziale. Ma le recenti notizie relative al crollo in borsa del colosso Peloton Interactive rappresentano più di un campanello di allarme: è scoppiata la bolla dell’indoor cycling?

La forte crescita di Peloton in seguito alla pandemia aveva indotto la società – quotata in borsa – a fare importanti investimenti per espandersi ulteriormente e soddisfare la richiesta di servizi da parte di una clientela ogni giorno più numerosa. Ma guardando le quotazioni dell’ultimo anno si vede come – dopo il picco del 2020 e la tenuta nel primo semestre del 2021 – le azioni abbiano subito un tracollo tornando praticamente al valore di cinque anni fa.

Il terremoto societario si è tradotto nelle dimissioni del co-fondatore e Ceo John Foley (che al momento rimane direttore esecutivo, ndr) e nel licenziamento di 2.800 dipendenti perché, come sottolinea Forbes “l’azienda di attrezzatura per l’esercizio fisico, che vende cyclette e tapis roulant abbinati ad abbonamenti per l’allenamento a casa, ha beneficiato del boom dell’interesse per il settore all’inizio della pandemia, quando le vendite sono cresciute del 250% in un trimestre. Ma come molte altre aziende la cui popolarità è esplosa con la pandemia, anche Peloton ha faticato quando le palestre sono state riaperte”.
Peloton: l’obiettivo è ridurre i costi
Quindi oggi, con la riapertura delle palestre e la possibilità di fare liberamente sport all’aria aperta, Peloton si è ritrovata con un eccesso di offerta in un contesto di drastica diminuzione della domanda: una situazione difficilmente sostenibile dal punto di vista economico, che infatti ha portato immediate conseguenze sia sulla compagine societaria che nel ridimensionamento della forza lavoro. L’obiettivo nel breve periodo è ridurre i costi.




Modello di business e scenario
Come sottolinea il sito specializzato CyclingNews, il modello di business di Peloton basato sulla fiducia degli utenti è stato messo in discussione per un cambio di preferenze dovuto a una mutazione di scenario, che ha cambiato le carte in tavola scombussolando i piani di crescita futuri basati sulle performance incredibili ottenute durante la pandemia: “I consumatori sono volubili quando si tratta di attrezzature per il fitness. È iniziata la stanchezza pandemica, i consumatori sono meno interessati agli allenamenti a casa, più disposti a prendere parte ad attività che li mettono in contatto con altre persone e molti hanno semplicemente abbandonato gli allenamenti”.
L’indoor cycling – che negli ultimi anni è diventato sempre più realistico ed interattivo – sta andando incontro a un ridimensionamento su scala globale o la questione Peloton riguarda soltanto un’azienda cresciuta troppo in fretta durante la pandemia?
noioso… tutto dipende da noi. io faccio rulli 2 volte sett max 1 ora e non mi annoio per niente. certo che preferisco uscire, a patto che le condizioni meteo siano favorevoli. e in questo periodo in lombardia non lo sono, o almeno per me è così
Sono un istruttore indoor Cycling di group Cycling .
Ho fatto molta fatica a lavorare in streaming per mantenere legato il gruppo della nostra palestra.
Però ho avuto ragione a dire che: la tenacia aiuta gli audaci! Oggi ci troviamo in palestra con le nostre bike piene! La gente ha bisogno di comunicare e confrontarsi, discutere e condividere dal vivo le proprie emozioni e fatiche e gioie forti per lo sport.
W LE PALESTRE!
UMBERTO MOTTA
NEWCLUB ELITÈ
Soliera (Modena)
Grazie per il commento, Umberto.
L’articolo affronta la questione da un punto di vista più incentrato sul mercato globale: la domanda di “indoor cycling” e “allenamento individuale in casa”, durante la pandemia, hanno avuto una crescita esponenziale e – basandosi su queste performance stellari – un colosso mondiale come Peloton (che commercializza appunto macchine per indoor cycling + piani di allenamento online) ha incrementato ulteriormente gli investimenti per espandersi ancora di più: ma la domanda globale di indoor cycling e allenamento in casa probabilmente avevano già raggiunto il picco massimo durante la pandemia e adesso, con l’allentamento delle restrizioni, si sta andando verso una diminuzione della domanda. Da qui il conseguente crollo in borsa di Peloton, che suona come campanello di allarme per chi ha incentrato il proprio modello di business soltanto su uno specifico asset senza diversificare.
Chiaramente il discorso non si riferiva all’indoor cycling in sé come pratica sportiva.
Manuel Massimo – Direttore responsabile di Bikeitalia.it
Ma certo: non posso pensare niente di più noioso che pedalare in casa. Un conto se sei costretto, ma se le restrizioni si allentano, chiunque preferisce uscire