Olbia è stata la prima città italiana a introdurre il limite di 30 km/h in ambito urbano a giugno del 2021: una misura che è servita anche per favorire l’adozione del Biciplan e del Pediplan cittadino, come ha spiegato al MobilitARS 2022 – evento realizzato da Bikenomist in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia – l’urban and mobility planner Matteo Scamporrino, project manager del Bici-Pediplan di Olbia.
Olbia Città 30 km/h
Come sottolinea Scamporrino: “Olbia ha deciso di diventare la prima Città 30 d’Italia proprio mentre stavamo costruendo il Biciplan e il Pediplan”. Questa è stata una novità che ha consentito di procedere in maniera più decisa e strutturata al cambiamento, senza passare per una fase di sperimentazione a tempo.
Le idee progettuali presentate all’amministrazione vertevano su due temi cardine: da un lato le difficoltà normative per applicare le novità, dall’altro la scarsa attitudine verso la mobilità attiva in un contesto di una città con limite a 50 km/h.
Per questo – un po’ a sorpresa – il sindaco di Olbia Settimo Nizzi ha colto quest’occasione per istituire il limite di 30 km/h in tutta l’area urbanizzata della città. Una misura concreta per favorire il Biciplan e il Pediplan.
“Ovviamente – come ricorda Scamporrino – tutti corsero a dire: ‘Ma va prima adeguato tutto, bisogna vedere mille adeguamenti’…”. E il sindaco dal canto suo disse: “No, noi intanto lo facciamo: poi, dopo ci ragioniamo!”.
Il caso di Olbia – Città 30 km/h dall’1 giugno 2021 – ha fatto scuola: nel corso del 2022 anche altre città – Bologna, Parma, Torino – hanno annunciato di voler istituire il limite di 30 km/h in ambito urbano e stanno lavorando su diversi aspetti per realizzarlo a partire dai prossimi mesi.
Percezione vs. Realtà
“Se la percezione e la realtà sono vicine, comanda la realtà: ma se la percezione e la realtà sono distanti, comanda la realtà“. E quindi prima di decidere quali set di azioni pratiche intraprendere la decisione è stata di fare punto dal Municipio e tracciare delle linee isocrone per calcolare le distanze di punti di interesse raggiungibili in 5 minuti a piedi e 5 minuti in bicicletta. Una mappatura molto utile, come spiegato nel dettaglio da Scamporrino nella sua relazione.
Ad esempio, per favorire la mobilità a piedi – come ricorda Scamporrino – le politiche messe in campo hanno pensato al pedone “come se fosse una specie debole in ecologia in un ambiente ostile”, quindi grazie a delle “tecniche di rinaturalizzazione” sono state create le condizioni migliori per creare itinerari protetti attraverso parchi, centro storico pedonale e lungomare anche grazie a ulteriori zone cuscinetto come le strade scolastiche e le aree pedonali.
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