Bologna Città 30 ha scatenato reazioni piuttosto vivaci, e non ci riferiamo a quelle tristemente scontate degli arraffavoti purchessia, ma a quella di molti comuni cittadini il cui consenso è di quegli arraffavoti il vero obiettivo.
Se ci si riflette, è la reazione fondamentalista di chi si sente attaccato in ciò che ritiene un suo sacro diritto, abituati come siamo a pensare l’auto e le norme che ne regolano l’uso come ‘buone e giuste’, mentre l’incidente è sempre il frutto di comportamenti scorretti o deviati.
Invece non è così.
Bisogna imparare che questa auto, per come è concepita e utilizzata, è intrinsecamente pericolosa, è cioè capace di uccidere anche rispettando le attuali, santificate regole; che vanno quindi cambiate.