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Viaggi accessibili su ruote: i cammini inclusivi di Free Wheels

Viaggi accessibili su ruote: i cammini inclusivi di Free Wheels

Scoprire se stessi, mettersi alla prova, conoscere un territorio, meditare. Un cammino e un pellegrinaggio, anche su ruote, offrono questo e molto altro ancora. Tutti possono mettersi in viaggio, se gli itinerari sono accessibili e inclusivi. Da 12 anni un’associazione di volontari nata in Italia si impegna per rendere queste esperienze davvero possibile anche per chi ha bisogni specifici. Si chiama Free Wheels, Ruote Libere, e il fondatore, Pietro Scidurlo, ha una storia personale che dà spessore ai principi dell’associazione e ne conferma gli scopi.

Pietro ha 46 anni, è un collaboratore e un autore per Terre di Mezzo editore. Disabile motorio, a causa di una manovra medica sbagliata al momento della nascita, ha avuto un grande supporto dalla sua famiglia, che l’ha aiutato in tutti i modi a raggiungere autonomia. Ma Pietro ha fatto molto di più.

Pietro Scidurlo Free Wheels

«Sono un viaggiatore da sempre. Ho avuto la fortuna di viaggiare spesso, per problemi di salute. E ho molta curiosità per il mondo. Le difficoltà le abbiamo tutti. La mia famiglia ed io non avremmo mai voluto che invecchiassi su un divano. Ho preferito affrontare le difficoltà e superarle, una alla volta. Anche le montagne più alte si possono scalare. La vita mia e dei miei famigliari è sempre stata in salita. Ma le salite più lunghe riservano grandi panorami. E i miei mi hanno dato gli strumenti formativi per sviluppare le mie passioni».

Le passioni che spingono oltre i limiti

Quali sono state le passioni che ti hanno spinto più in alto?

«Ho scoperto la vela. Praticarla mi dava un grande senso di libertà. Per ragioni economiche, ho dovuto smettere. Allora ho provato la bici: costava meno e mi consentiva di andare dappertutto in modo autonomo. Prima mi sono dedicato all’agonismo, poi ho usato bici e carrozzina per vivere le esperienze più importanti della mia vita».

Una di queste è stata percorrere il Cammino di Santiago?
Cammino di Santiago - Free Wheels -
Cammino di Santiago – Free Wheels –

«L’ho fatto con un amico, Luciano Callegari. Dopo, abbiamo chiesto perché non esistesse una guida di viaggio per persone con bisogni specifici all’editore Terre di Mezzo. L’editore ha lanciato a me e Luciano l’idea di scriverne una. È nata così la Guida al cammino di Santiago per tutti, venduta in oltre 8 mila copie. In seguito, dopo un difficile periodo vissuto durante la pandemia, ho scritto anche un libro autobiografico Per chi vuole non c’è destino, con Stefano Femminis».

L’importanza dei cammini accessibili

Cammini accessibili: che cosa significa questa espressione?

«Non significa niente così. Il tema accessibilità varia in base ai bisogni delle singole persone. Davanti a un percorso, nel definirne caratteristiche e difficoltà dobbiamo chiederci: chi lo deve percorrere? Nel momento in cui definiamo l’utenza, operiamo per definire l’esperienza. A seconda della disabilità, evidenziamo i mezzi con cui il viaggiatore possa fruire pienamente dell’esperienza».

Cammino di Santiago in handbike - foto di Free Wheels
Cammino di Santiago in handbike – foto di Free Wheels
Perché è importante che una persona con limiti fisici o disabilità possa percorrere un cammino?

«I limiti non sono nella persona, ma nell’ambiente circostante, nei luoghi. Percorrere un cammino è una delle tantissime esperienze, come lo sport, che si possono vivere, con i giusti ausili. Servono attrezzature specifiche. Chi ha una disabilità deve attrezzarsi, come gli altri. Anzi di più. Chi ha una mobilità ridotta deve ordinare bici particolari, su misura, che costano migliaia di euro».

La nascita di Free Wheels e la sua missione

Cammini Accessibili, crediti Free Wheels
crediti Free Wheels
Quando è nata Free Wheels?

«Nel novembre 2012, dopo il Cammino di Santiago. L’ho percorso una prima volta in bici, in 14 giorni, poi una seconda volta dopo 2 mesi, impiegando circa 20 giorni, cambiando la sequenza delle tappe, per 16 giorni sotto l’acqua. Un’esperienza pesante, ma straordinaria. La seconda spedizione è stata fatta per realizzare la guida, in carrozzina e a piedi, con l’aiuto di 8 volontari. L’obiettivo dell’associazione, un ente del terzo settore che coinvolge 56 volontari in tutta Italia, è avvicinare sempre più persone al cammino. A noi si sono rivolti oltre 10mila viaggiatori, con o senza bisogni di accessibilità. La nostra sede è a Somma Lombardo (provincia di Varese, n.d.r.), dove abito io».

Chi vi aiuta?

«Abbiamo avuto qualche sponsor iniziale, il 5×1000, donazioni. Negli anni l’associazione si è costruita e interviene nel momento della realizzazione dei progetti».

Le sfide dei viaggiatori con esigenze specifiche

Quali sono i problemi più frequenti che incontra un viaggiatore con esigenze specifiche?
Pietro Scidurlo - Foto di Mariangela Forcina
Pietro Scidurlo – Foto di Mariangela Forcina

«Non c’è solo la disabilità motoria. Abbiamo quella sensoriale, cognitiva… Poi c’è chi viaggia con animali, con bambini, magari nipoti. Chi è in dialisi, chi ha bisogni alimentari specifici. Anche chi ha solo più di 65 anni ha bisogni specifici. Bisogna progettare per un pubblico ignoto, per poter progettare per tutti».

Il contributo di Free Wheels per i viaggiatori

Cosa fa Free Wheels?

«Traccia e mappa itinerari per chi ha esigenze specifiche, percorsi alternativi percorribili in sicurezza, con le ruote, su strade asfaltate. La mappatura segnala tutte le informazioni utili, ospitalità, servizi e risorse del territorio (bar, farmacie, ambulatori, chiese…), in modo che il viaggiatore sappia che cos’ha a disposizione e su che punti appoggiarsi. Li chiamiamo Pdi, punti di interesse, sono georeferenziati con precisione centimetrica, fondamentale soprattutto per i non vedenti. Nei dati di descrizione ci sono le indicazioni relative all’accessibilità. Poi accompagniamo le persone, perché il primo passo è sempre il più difficile. Diamo supporto logistico, permettiamo di prenotare, provare, ritirare da noi e utilizzare ausili (carrozzine, handbike ecc) senza acquistarli, in cambio di una donazione. Mettiamo a disposizione un nostro pulmino per l’accompagnamento e l’assistenza logistica, con due volontari. Poi teniamo seminari di sensibilizzazione nelle scuole e nelle università e facciamo formazione in enti e associazioni che vogliono fare esperienze di cammino accessibile».

L’impatto di Free Wheels e le prospettive future

La vostra attività ha generato un cambiamento?
Cammini accessibili, foto di Free Wheels
foto di Free Wheels

«Non possiamo prenderci il merito di un cambiamento. Ma, dopo l’uscita della guida al Cammino di Santiago, il numero delle persone che si sono avvicinate al percorso è aumentato molto. Abbiamo contribuito a un cambiamento culturale che deve avvenire, per cambiare il Paese».

Qualche dato?

«Sul sito ufficiale del cammino di Santiago, vediamo che nel 2022, su tutti i cammini, sono passate 127 persone su carrozzina o handbike. Nel 2023 erano 198. E nel settembre 2024 siamo già a 130. Poi, possiamo aggiungerne un terzo in più, cioè quelli che non ritirano la certificazione».

Si può collaborare con voi?

«Si può fare richiesta di adesione attraverso il nostro sito e associarsi. Se i soci vogliono essere operativi, possono comunicare la propria professionalità, che è messa a sistema, per contribuire ai progetti dell’associazione».

Consigli per chi vuole mettersi in viaggio

VIA FRANCIGENA VAL SUSA_foto di Fabio Sebastiano
Via Francigena, Val Susa – foto di Fabio Sebastiano
Che consiglio daresti a chi si mette in viaggio in bici o con mezzi per bisogni specifici?

«Avere una grande e forte motivazione. Chi spinge con le braccia è meglio che abbia anche un buon allenamento. Anche se non bisogna essere super atleti. Io sono partito anche senza allenamento. Nei momenti difficili, mi ha aiutato la fede. E il pensiero dei miei familiari, che si sono spezzati per permettermi di diventare autonomo prima possibile. La difficoltà può diventare un’opportunità, non qualcosa da evitare».

Da quali cammini è meglio cominciare?

«Dai percorsi che hanno lavorato sull’accessibilità, anche grazie al nostro impegno e alla nostra consulenza. Qualcuno ha operato interventi globali, altri solo parziali. Li trovate sul nostro portale. Poi ci sono tanti cammini che non hanno fatto nulla».

Il futuro dei viaggi accessibili

Cosa vedi nel futuro dei viaggi accessibili?

«Il momento in cui l’accessibilità sarà considerata un aspetto fondante dei cammini, un parametro indispensabile da inserire, al pari della sicurezza, della segnaletica e della manutenzione. È nell’interesse di tutti, perché il tempo passa per ognuno di noi e tutti avremo bisogno di accessibilità».

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