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Violenza stradale contro i ciclisti: il caso Evenepoel e il racconto sbagliato dei media italiani

Violenza stradale contro i ciclisti: il caso Evenepoel e il racconto sbagliato dei media italiani

Remco Evenepoel, bicampione olimpico a Parigi 2024, ieri è stato coinvolto in un grave episodio di dooring durante un allenamento. Il ciclista belga, medaglia d’oro nella cronometro e nella prova in linea, è stato colpito da una portiera di un furgone aperta improvvisamente da parte della persona alla guida di un furgone delle Poste. L’impatto, oltre ad aver spezzato in due il telaio della sua bici, gli è costato un ricovero in ospedale e un intervento chirurgico alla clavicola. E lo attende un recupero lungo e difficile, proprio nei mesi clou della preparazione per la nuova stagione.

Cosa si intende per dooring?

Il dooring è un rischio quotidiano per chi va in bici: si verifica quando qualcuno apre improvvisamente la portiera di un veicolo senza verificare la presenza di ciclisti in transito. Questo comportamento negligente ha già causato numerosi incidenti, talvolta con esiti tragici. Tra le vittime più recenti, Francesco Caputo, ciclista milanese di 35 anni, morto in seguito a una sportellata. Come abbiamo spiegato nel nostro video, in cui abbiamo sottolineato il modo sbagliato in cui la maggior parte dei mass media italiani ha dato la notizia relativa a Evenepoel:

Il caso Evenepoel e il racconto sbagliato dei media italiani

L’ACCPI (Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani) ha evidenziato come i media italiani tendano spesso a narrare questi episodi in modo superficiale, colpevolizzando indirettamente i ciclisti. Titoli come “ciclista si schianta contro una portiera aperta” o “si infila sotto un tir” spostano la responsabilità dalla causa reale dell’accaduto, ovvero la disattenzione da parte di chi materialmente ha aperto la portiera causando la caduta, le ferite e a volte anche la morte di chi sopraggiungeva in bicicletta.

«La colpa viene attribuita all’utente debole della strada, al ciclista, e non a chi ha aperto la portiera senza fare attenzione», denuncia appunto l’associazione.

ACCPI appello ai giornalisti per narrazione corretta della violenza stradale contro i ciclisti
Corso di Formazione per Atleti Neoprofessionisti – Milano – Palazzo Coni – 29/11/2024 – – photo Tommaso Pelagalli/SprintCyclingAgency©2024

L’importanza di utilizzare le parole corrette

Il lessico utilizzato per raccontare questi episodi può avere un peso enorme nella percezione pubblica e, di conseguenza, nella prevenzione. L’ACCPI – che di recente ha festeggiato l’ingresso del metro e mezzo per il sorpasso sicuro dei ciclisti nel Codice della Strada – ha scritto all’Ordine dei Giornalisti chiedendo l’organizzazione di corsi formativi che sensibilizzino i professionisti dell’informazione a raccontare correttamente la violenza stradale; come già avviene da anni per la violenza di genere.

«L’Italia è il paese con più morti per chilometro pedalato in Europa. Chiediamo l’aiuto di giornaliste e giornalisti per diffondere una cultura del rispetto alla vita quanto mai necessaria. Con i loro articoli, le storie che scelgono di raccontare e il modo in cui le riportano sui giornali, in tv, in radio e sul web possono contribuire a fermare la strage quotidiana sulle nostre strade», commenta il presidente dell’ACCPI Cristian Salvato.

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Prevenzione: piccoli gesti che salvano vite

Per evitare incidenti di dooring, è fondamentale adottare comportamenti responsabili alla guida, come l’abitudine di aprire la portiera con la mano opposta (la destra per i guidatori), obbligando così a guardarsi alle spalle. Questo semplice gesto, noto come Dutch Reach, è già diffuso in altri Paesi. L’episodio che ha coinvolto Remco Evenepoel dev’essere un monito per tutti: le strade devono diventare un luogo sicuro per tutti gli utenti, dai ciclisti ai pedoni. Ma per ottenere questo cambiamento, servono consapevolezza, responsabilità e, soprattutto, narrazioni mediatiche accurate e rispettose.

[Fonte]

Leggi anche: Le parole sono importanti: lettera aperta ai direttori di giornale

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Commenti

  1. Ferdinando Cortese ha detto:

    La stampa dovrebbe riportare incidenti simili in modo corretto e semmai aggiungere alla cronaca la manovra preventiva da parte dell’automobilista rendendosi utile ai lettori.
    E le scuole guida? Sappiamo se il rilascio delle patenti è condizionato alla conoscenza di tutte le manovre per prevenire incidenti ai ciclisti? Le associazioni dei ciclisti fanno pressione sulle scuole guida?
    Intanto in bici cerco di passare a distanza di sicurezza da tutti i veicoli in sosta. Meglio non fidarsi.

  2. Aldo Vitale ha detto:

    ciao Aldo da Reggio Calabria ciclista amatoriale un caso simile è successo anche a me improvvisamente la portieta di un furgone si e’ aperta quel giorno mi sentivo bene e andavo dritto filato poi l’impatto per fortuna avevo il casco prognosi di 45gg non dico com’ero combinato in faccia da allora in città vado piano ma molto piano senza alcuna fretta anzi una cosa ho imparato da quel giorno prediligo i marciapiedi sono i più sicuri le piste ciclabili purtroppo qui ci mancano

  3. Ivano ha detto:

    purtroppo chi dovrebbe vigilare ci disprezza è questo e il risultato.

  4. Pasquale ha detto:

    io sono vivo per miracolo, dopo un incidente per causa di un portellone di un furgone aperto all’improvviso incoscientemente.

  5. Dante ha detto:

    dite che sulle strisce pedonali devono fermarsi i pedoni devono passare

  6. Riccardo Malfi ha detto:

    forse si dimentica che accadono migliaia di incidenti ove sono coinvolti mezzi di tutti i tipi a causa delle portiere aperte all’improvviso senza guardare…tanto e vero che per quanto mi riguarda mi guardo bene di superare un veicolo in sosta in maniera ravvicinata , allargando quanto basta…

  7. Massimo Gaspardo Moro ha detto:

    Io ho preso la patente nel 1977 e a scuola guida mi avevano insegnato a aprire la porta con la mano opposta. Non so se si insegna ancora. Che si chiami dutch reach o in altro modo, poco importa, è un gesto importante e rispettoso di chi va in bici, ma anche di chi passa a piedi.

  8. Carlo Alberto Dondona ha detto:

    “l’abitudine di aprire la portiera con la mano opposta (la destra per i guidatori), obbligando così a guardarsi alle spalle. Questo semplice gesto, noto come Dutch Reach, è già diffuso in altri Paesi. ”

    Gesto fondamentale. Non capisco però questa dilagante esterofilia: ho preso la patente nel 1988 e questo gesto mi era già stato insegnato a scuola guida senza chiamarlo “Dutch reach”

    1. Manuel Massimo ha detto:

      Salve Carlo Alberto,

      si tratta di un’espressione usata comunemente appunto perché si fa risalire la diffusione di questa buona pratica dall’Olanda.

      Buona lettura e buone pedalate,

      Manuel Massimo – Direttore responsabile di Bikeitalia.it

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