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I ciclisti italiani annunciano la mobilitazione nazionale per la sicurezza stradale

I ciclisti italiani annunciano la mobilitazione nazionale per la sicurezza stradale

Si terrà il 3 giugno 2023 a Roma la più grande manifestazione nazionale per la sicurezza stradale che l’Italia abbia mai vissuto, a comunicarlo sono i rappresentanti di associazioni sportive e della mobilità che al momento hanno richiesto di restare anonime.

“Non possiamo continuare a rischiare la vita sulle nostre strade ogni volta che facciamo sport, che decidiamo di andare al lavoro o una semplice gita fuori porta”, hanno fatto sapere in una nota congiunta inviata alla redazione di Bikeitalia.

La manifestazione sarà quindi il punto di arrivo di un lungo periodo di mobilitazione che passerà anche per l’iniziativa del 26 febbraio prossimo in cui saranno create delle strisce pedonali umane in molte città italiane per mettere in evidenza le difficoltà di tutta l’utenza fragile della strada.

Immagine critical mass budapest fonte wikipedia - https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Critical_mass_budapest3_4.22.2006.jpg
Manifestazione per la sicurezza dei ciclisti [foto di repertorio – Fonte Wikipedia]

La scelta della data non è d’altronde casuale: sabato 3 giugno è il World Bicycle Day, la giornata della bicicletta indetta nel 2018 dalle Nazioni Unite.

La manifestazione, ancora in fase di costruzione e definizione, sembra che partirà da via dei Fori Imperiali a Roma e culminerà a Porta Pia a Roma, dove ha sede il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di cui si richiede un intervento solerte per porre fine alla strage degli utenti fragili sulle strade.

Che quella del 2023 sarebbe stata una primavera calda per la mobilità a pedali lo si era capito già al momento della discussione della manovra finanziaria lo scorso mese di dicembre, quando la maggioranza ha deciso di cancellare i 94 milioni di euro previsti per la realizzazione di piste ciclabili per gli anni 2023 e 2024.

Oggi sul tavolo, oltre ai finanziamenti, c’è anche il tema della modifica al Codice della Strada e la questione del limite di 30 km/h in città, la crisi del settore bici e l’IVA sulle biciclette, nonché la distanza di sicurezza per il sorpasso delle biciclette e, ancora di più, la mancanza di competenze all’interno dei comuni italiani per la progettazione di infrastrutture per la ciclabilità.

“Il nostro obiettivo è che il 3 giugno 2023 centomila ciclisti portino un dossier di interventi sul tavolo del Ministro dei Trasporti per chiedere interventi urgenti”, fa sapere il gruppo promotore.

A noi non resta altro che bloccare l’agenda e comprare il biglietto del treno per Roma perché tutto lascia sperare che sarà un momento epico e irripetibile.

Commenti

  1. Avatar Gennaro Guida ha detto:

    Dalle prediche inutili di un vecchio rimbambito. Gentili amiche, cari amici, scrivo su questo spazio di libertà per invitare tutte e tutti a considerare la strada un luogo di incontro fra gente che convive pacificamente e pacificamente condivide il traffico secondo le proprie necessità e i propri tempi, ma sempre rispettosa dei tempi e delle necessità degli altri. Oggigiorno siamo tutti più o meno succubi di scadenze e impegni e troppo spesso ignoriamo gli impegni degli altri e consideriamo un impiccio la gente che incontriamo. A tutto questo si aggiungono le regole del traffico, spesso cervellotiche, che ci impongono le leggi. Le strade assomigliano a percorsi più adatti a mandrie di bovini che a creature sociali: ciclisti che intralciano gli automobilisti tagliando loro la strada, macchine che rasentano a velocità impressionante i fianchi dei ciclisti, con conseguenze spesso, troppo spesso tragiche per quanti si ostinano a usare mezzi ecologici in favore di tutti e a proprio rischio e pericolo; segnali stradali imprecisi o sadici che costringono i ciclisti a lunghe percorrenze quando sarebbe auspicabile concedere loro una marcia controsenso, largamente diffuse nell’Unione e concordemente ritenuta capace di aumentare la sicurezza di tutti, ma vista da miopi governanti con immotivato sospetto, mentre contribuirebbe notevolmente alla diffusione delle 2 ruote, formalmente auspicata, ma nella pratica ostacolata dall’indifferenza e dalla malafede. A me piacciono i percorsi misti pedoni/ciclisti quando questi rallentano o magari si fermano all’approssimarsi di un bipede, a volte anziano e forse timoroso: Buongiorno, Signora, scusi, grazie” e poi via con un sorriso. Questo approccio scioglie d’incanto ogni accenno di fastidio o diffidenza da parte dell’utente più debole e rallegra il cuore di tutti; vorrei che queste regole non scritte venissero adottate anche sulle strade urbane aperte ai mezzi a motore. Regole non buone per il popolo? Dobbiamo correre per forza? Cambiamo il popolo, consigliava un dimenticato amico di tutti.

  2. Avatar Piero ha detto:

    non c’è educazione stradale e civile da parte di una percentuale altissima di automobilisti camionisti. pochissimi controlli da parte delle polizze.
    aggiungo strade piene di buche talmente grandi che rendono il ciclista in costante Pericolo!!!

  3. Avatar Gennaro Guida ha detto:

    la politica di Firenze per la bicicletta è fatta di un misto esplosivo di strafottenza e incompetenza. Questo mi verrebbe da pensare osservando come, dopo aver speso somme ingenti per le piste ciclabili nel Quartiere 4 a Firenze, si sono dimenticati di prevedere una segnaletica adatta a rendere sicuri gli attraversamenti.

  4. Avatar Beppe ha detto:

    Da noi vigili e polizia carabinieri non intervengo mai pur vedendo gruppi di ciclisti ostruire strade viaggiando appaiati passando col rosso sopratutto se sono in gruppo perché si sentono forti brutta gente el’ignoranza maggiore è che sono automobilisti

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