Attrezzare la mountain bike per un viaggio

Oggi non parleremo di SPD, di Sag o di come far lavorare la meglio i freni e non entreremo nemmeno nel merito della diatriba su quale sia la disciplina più pura della mtb. Oggi trasporteremo le nostre bici con le ruote grasse nel mondo che ci è più consono: quello del cicloturismo. Perché il pianeta terra è a portata di mtb, basta sapere come organizzarsi. Per questo, dopo avervi consigliato dove andare, vi spieghiamo come farlo.

fonte: forums.mtbr.com

Mtb e cicloturismo: un’accoppiata possibile?

Molti biker (purtroppo anche chi scrive) considerano la mtb come il “giocattolo” del weekend, quando gli impegni familiari e lavorativi sono meno pressanti e ci si può dedicare a uscite più lunghe in mezzo ai boschi. Ci si preoccupa di avere il giusto grip, di regolare le sospensioni al meglio, di avere con sé le camere d’aria di scorta e il discorso di solito finisce quando, dopo il giusto lavaggio, si ripone la bici in cantina. Ma è tutto qui? La mtb (intesa come bicicletta progettata e venduta per tale disciplina, sono esclusi i mezzi ibridi) è solo un mezzo per cavalcare sentieri e carrarecci, quando si ha tempo per farlo?

Per trovare risposta a questa domanda ho provato a dare uno sguardo alle proposte dei più importanti tour operator di viaggi in bicicletta. La maggioranza dei viaggi in mtb è organizzata nel seguente modo: il pulmino attrezzato dell’agenzia conduce i biker nei luoghi dove effettuare l’uscita, con le bici già pronte, si effettua il raid accompagnati da una guida o da un maestro di mtb e poi si torna in hotel o si va alla tappa successiva. Rimane dunque l’idea di una bici destinata all’uso sui sentieri, sia in versione agonistica che amatoriale. Per cui, se vogliamo davvero organizzare un viaggio in mtb dobbiamo per prima cosa stravolgerne il concetto, perché questo tipo di bicicletta offre numerosi vantaggi per il cicloturista.

I vantaggi della mtb applicati al cicloturismo

Quali sono dunque questi vantaggi? Vediamoli insieme:

  • Possibilità di viaggiare in luoghi selvaggi: immaginate di dover attraversare il Sahara marocchino o le infinite steppe mongole battute dal vento (o, restando in casa nostra, percorrere il Supramonte in Sardegna): sarete propensi a farlo con una bici da trekking o da corsa? In questo caso la mtb ci viene incontro, poiché è progettata per passare ovunque e in qualsiasi situazione climatica. E’ dotata di coperture resistenti e con elevato grip, di un telaio comodo e forte, di un manubrio largo che permette maggior controllo e di sospensioni che elevano il comfort di guida, anche nei tratti più disagevoli. Queste caratteristiche ampliano notevolmente lo spettro d’azione della mtb, che può essere usata sia per un viaggio esclusivamente dedicato all’off-road, sia per aggiungere tratti di sterrato a un percorso che si snoda principalmente su strade asfaltate;
  • Robustezza: le biciclette da off-road sono le più resistenti sul mercato. I telai sono leggeri ma rigidi e scattanti, le sospensioni donano comfort e aderenza, i cerchi a pianta larga offrono resistenza alle sollecitazioni e le coperture sono protette da forature e pizzicature. Queste caratteristiche permettono di passare dove con altre biciclette risulterebbe impossibile. Ciò rende una mtb estremamente affidabile anche sulle lunghe percorrenze e non è un caso che molti globettrotters delle due ruote a pedali abbia scelto proprio questo tipo di bicicletta come compagna di viaggio. Infatti il problema più grande per i materiali è la fatica, ovvero quella sollecitazione meccanica che si ripete in modo ciclico e continuo per un numero x di cicli, fino a portare il materiale a rompersi.
    In una bicicletta, dove il lavoro è a catena cinematica chiusa, le forze in gioco sono quasi sempre le stesse, per cui una bici più robusta è destinata a durare di più nel tempo mantenendo le medesime performance;
  • Disponibilità di rapporti: una mtb da all-mountain propone trasmissioni da 3×9 o 2×9 (anche se ora arriva il 2×10). Si traduce in un bel ventaglio di rapporti utilizzabili con corone e pignoni di diametro più piccolo rispetto alle “sorelle” da strada. Ciò permette di pedalare con sviluppi metrici più bassi ma con frequenze di pedalata molto alte, aspetto davvero utile in salita o su terreno cedevole e bagnato, dove per uscire da situazioni critiche bisogna mettere in rotazione le ruote molto velocemente;
  • Seduta più eretta: le mtb consentono al ciclista di stare più eretto in sella rispetto alle bici da strada e anche a quelle da trekking, poiché il baricentro è più spostato verso la ruota posteriore. Questo tipo di postura permette di alleggerire il carico sulla schiena, aspetto vincente se ci troviamo a percorrere parecchi chilometri per molti giorni di seguito. Inoltre è molto efficace nel fuoristrada, poiché il peso dle biker si scarica sulla ruota posteriore, aumentando la deformazione dello pneumatico e quindi elevando l’aderenza;
  • Maggior controllo: un manubrio da mtb ha un’ampiezza di circa 780mm mentre una piega da corsa arriva a 420-440mm. Questo si traduce in una minore maneggevolezza ma in un elevato controllo della bici, fondamentale quando si pedala su sterrato;
  • Miglior assorbimento delle vibrazioni: telai con tecnologia sloping, tubi maggiorati, sospensioni anteriori e posteriori, coperture più grandi con pressione di gonfiaggio minore. Sono tutti aspetti che si traducono in un maggior assorbimento delle vibrazioni dovute al contatto ruota-terreno. Più vibrazioni vengono assorbite dalla bicicletta uguale minor affaticamento per i muscoli del ciclista sul lungo periodo, poiché la nostra muscolatura è il termine ultimo di scarico delle forze che vengono trasmesse dal terreno alla bicicletta.
  • Maggior modularità e potenza di frenata: una mtb dotata di freni a disco idraulici propone un impianto frenante decisamente più potente e modulabile di una sistema a pattini tipico delle bici da corsa. Inoltre il sistema a disco soffre meno l’accumulo di fango o polvere sulle coperture o sul cerchio;

Aspetti svantaggiosi

Ovviamente esiste un rovescio della medaglia, cioè una serie di aspetti che rendono “sfavorevole” l’utilizzo della mtb per un viaggio:

  • Pesantezza: un mtb è più pesante di una bici da strada o di una da trekking, ovviamente a parità di materiale del telaio, poiché una mtb in fibra di carbonio è sicuramente più leggera di una bici da corsa in acciaio;
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  • Resistenza al rotolamento: come abbiamo visto nell’articolo dedicato, più è grande la sezione di uno pneumatico maggiore sarà la sua impronta a terra, aumentando così l’attrito da vincere (detto resistenza al rotolamento). I copertoni da mtb, essendo più larghi e deformabili, disperdono molta più energia rispetto alle coperture da strada. Inoltre gli pneumatici con tassellature molto pronunciate sono sicuramente sfavorevoli su asfalto, poiché il tassello non riesce a penetrare nel terreno e si deforma, disperdendo ulteriore energia e aumentando la resistenza al rotolamento generale;
  • Lunghezza dei rapporti: una trasmissione da mtb è molto efficiente e utile in salita ma sulle lunghe distanze in pianura paga dazio con le trasmissioni strada o trekking. Proviamo a confrontare lo sviluppo metrico di un rapporto 54×11 di una bici da strada (che ha ruote da 28”) e il 42×12 di una mtb (con ruote da 26”) .Il primo da 10,5mt di percorrenza a ogni giro della guarnitura, il secondo da 7,5mt di sviluppo, cioè 3mt in meno a ogni colpo di pedale, una bella differenza che, su tracciati di 100km di lunghezza, influisce e non poco;
  • Maggior manutenzione: una mtb ha le sospensioni (a volte solo anteriori, altre anche posteriori), che sono molto utili e funzionali ma che hanno comunque si essere revisionate e regolate di tanto in tanto. Una bici da trekking solitamente non le ha e “quello che non c’è non si può rompere”.
  • Impossibilità di montare i portapacchi: le mtb pure non hanno alcuna predisposizione per il montaggio dei portapacchi e delle borse da cicloturismo.
  • Mancanza di parafanghi: a meno di speciali (e spesso molto costosi) modelli prodotti ad hoc, raramente sulle mtb è possibile installare dei parafanghi degni di questo nome.

Linee guida per attrezzare una mtb per un viaggio

Gli aspetti che possono far pendere l’ago della bilancia verso la mtb sono innumerevoli, come la lunghezza delle percorrenze, il tipo di tracciato, i dislivelli, le velocità di percorrenza previste, il supporto logistico o l’autonomia, la necessità di robustezza o di leggerezza, l’attrezzatura e l’equipaggiamento già a disposizione o il budget da dedicare all’acquisto di materiali pensati per la mtb. Sono tutte considerazioni che dovete fare, valutando con attenzione quali siano le vostre esigenze, necessità e desideri. Una volta determinato che la mtb sia la bicicletta giusta per affrontare il vostro prossimo viaggio, non vi rimane che attrezzarla.

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  • Copertoni: evitate quelli con tasselli troppo pronunciati, destinati per essere usati in condizioni di fango e pioggia. Per ridurre al minimo le dissipazioni di energia, optate per coperture con tasselli bassi e fitti, con una sezione che non superi i 2,1” di larghezza.
  • Usate coperture con una mescola di durezza elevata (60-65a), perché più la mescola è dura più lenta è la sua usura. Controllate che le coperture siano dotate di fascia interna in kevlar per la protezione delle forature. In caso potete anche montare degli pneumatici da cicloturismo di dimensione e larghezza idonea;
  • Sospensioni: a meno che il vostro viaggio non sviluppi lungo direttive impegnative (come l’attraversamento in altitudine di catene montuose) è difficile che sia necessaria una bicicletta dotata di shock posteriore. Meglio utilizzare una mtb front suspended, equipaggiata con un comando per il bloccaggio della compressione della forcella. Questo aspetto è importante perché una mtb full è sicuramente più comoda sul lungo periodo ma tende a rallentare la marcia, poiché due sospensioni disperdono più energia di una sola;
  • Borse: a meno di mtb stranamente dotate di fori e alloggiamenti per i portapacchi (o di soluzioni stravaganti), l’unica soluzione è il bikepacking. Nonostante vengano prodotte borse da bikepacking esclusivamente pensate per la mtb, dovete considerare alcuni aspetti. Le borse al manubrio sono molto comode ma i tubi idraulici per i freni a disco sono rigidi e poco deformabili, per cui potrebbero fare da “barriera” al montaggio di una borsa. Quelle a telaio sono pensate per essere montate negli stretti triangoli creati dalla geometria sloping ma prima di acquistare un modello, misurare accuratamente la luce disponibile al fine di evitare spiacevoli sorprese.
fonte:bikepackersmagazine.com

Infine le borse da fissare alla sella permettono di trasportare “il grosso” dell’equipaggiamento ma va valutato il montaggio su una mtb full suspended, poiché l’escursione ruota potrebbe creare problemi di contatto tra la borsa e il copertone;

Sella: le selle da mtb sono robuste ma sono dotate di un’imbottitura deformabile per attutire i colpi e i sobbalzi tipici della disciplina, per cui possono rivelarsi molto comode per viaggiare. La forma però è affusolata e inclinata verso il becco, perché devono aiutare il bacino a scivolare in avanti in caso di pedalata fuorisella, situazione molto frequente nell’uso off road. Valutate bene se la sella da mtb può essere adatta al vostro tipo di pedalata e di viaggio. Pedalerete seduti per lunghi tratti? Avrete bisogno di effettuare continui fuorisella? Preferite una sella che vi sostenga il bacino o che assorba le vibrazioni? Una volta trovate le risposte a queste domande saprete se usare la vostra sella da mtb oppure passare a una da cicloturismo;

Parafanghi: di solito la luce disponibile sulle mtb non è tale da consentire il montaggio dei parafanghi, però parecchie aziende hanno studiato e commercializzato modelli dedicati alle loro mtb. Il costo non è vantaggioso come per i comuni parafanghi universali tipo ass-saver, ma il guadagno in termini di risparmio di spazio e solidità strutturale è impareggiabile;

Portaborraccia: fate attenzione alle full suspended, in alcuni modelli la posizione dello shock posteriore non consente di installare il secondo portaborraccia sul tubo piantone. Valutate se sia possibile installare un portaborraccia amovibile sulla parte inferiore del tubo orizzontale (sempre che non utilizziate una borsa da telaio) o sul lato del tubo obliquo rivolto verso il terreno,come mostrato in foto;

Pedali: la scelta qui è estremamente personale. Ci sono biker e cicloviaggiatori che non possono fare a meno del pedale SPD e altri che invece cominciano ad avere le vertigini al solo pensiero di essere agganciati alla bicicletta. Il mio consiglio è di andare a leggere l’articolo dedicato per schiarirvi le idee e capire quale sia la scelta giusta per voi;

Trasmissione: difficilmente sostituirete il gruppo trasmissione della vostra mtb per affrontare un viaggio ma se decideste di modificare la componentistica, sappiate che sarebbe meglio prediligere le classiche trasmissioni della mtb, quelle con tripla (o al massimo doppia) anteriore e nove velocità al posteriore, per aumentare notevolmente il range di rapporti a disposizione e dunque avere sviluppi metrici vantaggiosi. Le trasmissioni di ultima generazione, come 2×10 e 1×11 sono pensate per la mtb pura e vanno utilizzate in quel contesto mentre possono rivelarsi poco adatte a un viaggio;

Reggisella: a meno di non effettuare lunghe discese a elevato gradiente tecnico, il reggisella telescopico può essere un componente superfluo, poiché un reggisella rigido è praticamente esente da qualunque manutenzione (ricordate: quello che non c’è non si può rompere);

Attacco manubrio: se la vostra mtb ha delle geometrie troppo nervose e decisamente “corsaiole”, potete ammorbidirle montando un attacco manubrio più corto (bastano 10mm in meno). Questa soluzione permette di arretrare il baricentro del biker sulla bici, comportando una seduta più eretta. Un altro trucco è quello di girare sottosopra l’attacco, montandolo “positivo” (ovvero rivolto verso l’alto), alzando così il manubrio e accorciando la distanza sella-manubrio;

Commenti

14 Commenti su "Attrezzare la mountain bike per un viaggio"

  1. Marcello ha detto:

    Buongiorno Omar,
    sto cercando si seguire i tuoi consigli ma ho un dubbio. Vorrei usare una mtb rigida in acciaio per viaggiare (il mio obiettivo è emulare le Surly con ruota da 26″ usando un economico telaio degli anni 90). A questo punto per la taglia non so se basarmi sui calcoli per una mtb o su quelli per una bici da viaggio. Ho le stesse misure che hai indicato negli articoli per calcolare la taglia della bici (1.73 altezza, 80 cavallo). Temo che una mtb agile sui lunghi tragitti risulti scomoda… secondo te ha senso prendere una mtb più grande di una 18″ per stare più comodo?

  2. Gianni ha detto:

    C’è un inesattezza nella considerazione della Resistenza al Rotolamento delle gomme larghe che si pensa assorbano piu energia e rallentino il rotolamento rispetto ad una gomma stretta. Questa affermazione incontra spesso molto scetticismo, tuttavia gli pneumatici stretti, a parità di pressione, evidenziano un cedimento elastico più profondo e quindi una deformazione maggiore.
    La spiegazione risiede nel comportamento durante la deformazione elastica. Tutti gli pneumatici si appiattiscono sotto carichi elevati. Questo crea una superficie di contatto piatta.
    A parità di pressione, lo pneumatico largo e quello stretto hanno la stessa superficie di appoggio. Mentre la gomma larga si appiattisce prima, la gomma stretta ha una superficie di appoggio più piccola ma più lunga. La superficie piatta può essere considerata un fattore negativo per la rotazione dello pneumatico. A causa del maggior appiattimento della gomma stretta, questa diventa ovale e si deforma maggiormente. In uno pneumatico largo, la superficie appiattita ha una lunghezza minore e non ha effetti così marcati sulla rotazione. Lo pneumatico resta più “rotondo” e pertanto ruota in modo migliore.
    Gli pneumatici larghi hanno un rotolamento migliore solo a parità di pressione. Ma gli pneumatici stretti possono essere utilizzati con pressioni di gonfiaggio superiori a quelle degli pneumatici più larghi.
    Tuttavia, sono ovviamente meno confortevoli. Inoltre le gomme strette hanno un vantaggio a velocità elevate perché hanno una minore resistenza aerodinamica. Soprattutto, una bicicletta equipaggiata con gomme strette ha una migliore accelerazione perché la massa rotante sulle ruote è minore.In questo modo la ruota è più agile. Già alla velocità costante di ca. 20 km/h si pedala meglio con gomme larghe. In pratica il risparmio di energia è ancora più rilevante che nella teoria: l’effetto ammortizzante della gomma larga tiene lontano dal ciclista gli scossoni e fa risparmiare energie.
    Un saluto a tutti!

  3. Alessandro ha detto:

    Ciao Omar, sicuramente sto sbagliando post, ma forse no….Provo lo stesso sperando di ricevere una tua autorevole risposta. Non so cosa fare, in pratica ho acquistato la Speci Enduro ad agosto scorso, cioè soli 3 mesi fa! fine serie in vista del nuovo modello 2017, ottimissimo prezzo, carbonio, montata al posteriore con l’Holins. Bellissima stupenda impressionante.etcc…. ho fatto mega tapponi (mega per me) di 70-80 km a botta, adesso segno 1,000 km, mai fatti prima in poco tempo. Però..ecco, però, prevalentemente su asfalto per i lunghi trasferimenti, in pratica la percentuale di utilizzo medio costante si agira al 70 asfalto e 30 sterrato di tutti i tipi. La posizione in sella non mi da molta noia ma mi rendo conto che se dovessi fare un viaggio e con la mia cagnetta di 8 kg (che non avevo ancora ad agosto) non posso attrezzarla al meglio, anche i carrellini moderni non si prestano all’aggancio ne sui mozzi, ne sul carro e nemmeno sul tubo reggisella. sarebbe stata meglio una gravel penso proprio.
    Già messa in vendita da 10gg, ma sarei disposto anche ad uno scambio con una gravel di pari valore. Cosa mi consigli tu? Leggendo i tuoi articoli qui mi sembra di poter fare ben pochi aggiustamenti.
    La gravel per paradosso ma mi sembra più polivalente per le lunghe distanze e si presta al bikepacking oltre che al carrello non trovi?
    Ti ringrazio infinitamente per la pazienza ma non so a chi chiedere, il rivenditore stesso mi ha già detto che un cambio alla pari con altro mezzo gravel perderei parecchio in qualità….

    1. Omar Gatti ha detto:

      Ciao Alessandro,
      Una mtb da enduro si presta male a un viaggio con un’elevata percentuale di asfalto. le sospensioni, le geometrie e i copertoni larghi hanno un impatto negativo sulla resistenza al rotolamento e sulla dispersione di energia. Inoltre le mtb da enduro sono pensare principalmente per la discesa, per cui hanno angoli sterzo aperti. una gravel può essere la soluzione ottimale per avere maggiore poliedrica e poTer passare da asfalto a sterrato. ovviamente con una gravel non puoi fare discese tecniche con la stessa facilità di una mt da enduro (ma se avrai un Carellino, non credo t interessi questo aspetto).
      Secondo me ha senso effettuare una permuta perché la specy Enduro non è una bici pensata principalmente per viaggiare.

      Buone pedalate!

      Omar

      1. Raffaela Basili ha detto:

        Ciao Omar, non so se mi risponderai ma provo lo stesso. Sono Raffaela e a Luglio voglio fare il cammino di Compostela con la mia mtb Giant biammortizzata, freni a disco idraulici 13 kg di peso.So che non è necessaria una full ma sono troppo affezionata alla mia bici ed alla sua comodità che non voglio cercare altro, ho pensato però di mettere copertoni più “lisci”.Non farò una” corsa” mi piacerebbe percorrere sui 50 km al giorno possibilmente sempre off road ma quando leggo le guide o i commenti di chi ha già fatto questa esperienza mi impaurisco a pensare a quei tratti così ripidi sia in salita sia in discesa. Tu cosa mi consigli???Inoltre con la mia bici non so quale portapacchi usare. Approfitto di questo forum anche per cercare compagne/i di viaggio dato che al momento sono sola.Grazie.

        1. Omar Gatti ha detto:

          Ciao Raffaela,
          Sicuramente una full è sprecata per il cammino, poiché non è così tecnico da richiedere la doppia sospensione. Io ‘ho fatto e non ricordo tratti così ripidi e tecnici in salita o discesa a parte il primo pezzo che da Osson scende giù fino a Roncesvalles.
          Per il.portapacchi puoi usare quelli di Topeak, che si fissano al cannotto reggisella.

          Buen Camino!

          Omar

  4. alessio ha detto:

    Ciao Omar. Volevo un consiglio. Sto cominciando la preparazione fisica con la mia mtb specialized per fare in primavera il cammino di Compostela. Ho una stumpjumper in carbonio con monocorona. Secondo la tua esperienza è fattibile? Considerando che farò tante tappe e che non mi interessa correre per la strada ma andare ad una velocità di crociera? Puo essere un problema il carbonio? Grazie per qualsiasi risposta. Complimenti bell’articolo!

    1. Omar Gatti ha detto:

      Ciao Alessio,
      Per esperienza (avendolo fatto) ti dico che il tragitto non è così tecnico da richiedere una full, però nei tratti di sconnessi riuscirai ad aumentare il comfort.
      Per la questione del carbonio, lo vedo più problematico nell imballaggio e nel trasporto più che nell uso sul cammino. Cura bene l imballaggio.

      Buen camino!

      Omar

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  6. guido gentile ha detto:

    Io anche ho usato una MTB con carrello per un viaggio da Chieti a Parigi passando da svizzera e Germania ,solo che ho usato anche un carrello monoruota perché ho avuto bisogno di molto spazio di carico

    1. Guido ha detto:

      Ciao. Per un viaggio come il tuo quanta preparazione fisica ci vuole? In quanto tempo una persona con una preparazione base può affrontare un viaggio del genere? Quanto tempo ci hai messo? Grazie mille :)

      1. Omar Gatti ha detto:

        Ciao Guido,
        io ho impiegato sei mesi per preparare il mio viaggio. Puoi approfondire il discorso leggendo il mio articolo dedicato: https://www.bikeitalia.it/allenamento-per-cicloturismo-parte-1-visione-dinsieme/

        Buone pedalate!

        Omar

        1. Luciano ha detto:

          Ciao cari colleghi appassionati di ciclismo. Nella sepranza che possa essere d’aiuto, racconto la mia esperienza del viaggio più lungo che ho compiuto in solitario. Per preparare il mio viaggio L’Aquila – Capo Nord di 5200 km ho usato una bici da corsa con telaio in acciao. Ho portato con me l’indispensabile, ripartito in due sacche laterali, poste sul portapacchi ed una borsa piccola sul manubrio. Credo che il telaio in acciao sia il migliore, perchè può essere saldato in emergenza in qualsiasi officina. Credo che il carrello sia alquanto fastidioso da gestire durante le discese. Sinceramente non ho avuto molto tempo per preparare il viaggio. Negli ultimi due mesi ho fatto 15 uscite a tutta in una salita al 6% di 19 km e poi andavo al lavoro. Poi mi sono iscritto ad una randonne di 450 km con un grande dislivello. Sono andato piano, ma non ho mai messo piede a terra e sono arrivato al traguardo con parecchi dolori. Il giorno dopo, sono uscito ed ho fatto 100 km. A quel punto mi sono sentito pronto per intraprendere il viaggio. Ho confidato che durante i primi giorni di viaggio avrei acquisito una ulteriore preparazione. Per la cronaca avevo 44 anni, pesavo 88 kg e non avevo mai preso parte ad una Gran Fondo. Ho portato a termine il viaggio in 31 gg. e nell’ultimo ho percorso km 141 da Alta a Capo Nord. A mio modesto parere, per questi viaggi, occorre più la testa che le gambe. Auguro buona pedalata a tutti.

          1. Luciano ha detto:

            scusate ho commesso un errore. Nell’ultimo giorno ho coperto 241 km e non 141 come scritto in precedenza

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