Il 14-15 Settembre 2019 abbiamo partecipato al Brescia Gravel, un evento in bikepacking della lunghezza di 260km lungo la provincia lombarda. Ecco com’è andata.
Indice
• Brescia Gravel 2019: il racconto
• Brescia Gravel: che bici usare
• Cosa portare
• Perché partecipare al Brescia Gravel?
Meccanica per Bici da Corsa e Gravel
Corso Online
Brescia Gravel 2019: il racconto
Sabato mattina, alle ore 8:00, eravamo pronti ai nastri di partenza di questa avventura in bikepacking lungo strade secondarie e itinerari gravel. Il team Bikeitalia era composto da quattro persone: me (Omar Gatti), Alberto Carrara, Erik Bizzoni e Paolo Gaffurini. Il percorso attraversa subito il centro storico di Brescia, passando per i punti più importanti della città, tra cui il tempo Capitolino. Usciti dalla città, percorrrendo uno strappo in salita disseminato di targhe con i nomi delle vittime della Strage di Piazza della Loggia del 1974, si pedala per qualche chilometro lungo strade secondarie e ciclabili su asfalto.
Poi la strada sale e si affronta il primo grande dislivello dell’intero percorso, con la salita al punto più alto. La giornata è caldissima, ci sono 30 gradi e il sole picchia sul casco e fa sudare. I tornanti si susseguono l’uno all’altro lungo la salita tutta su asfalto. Una volta raggiunta la sommità del colle si discende e si raggiunge la ciclabile sul fiume Chiese, lambendo la città di Salò. Finalmente, dopo quasi 50km, inizia la parte gravel: si tratta di strade secondarie che si diramano tra i filari di viti che colorano le colline che si affacciano sul lago di Garda.
Il terreno è molto spaccato e pieno di pietre, servono tecnica e capacità di guida per stare in piedi con una gravel. La fatica viene però ripagata dalla vista meravigliosa sul Lago di Garda, con il promontorio sul quale si erge Sirmione nella penombra. Si arriva poi a Moniga del Garda dove si firma per il primo check-point e ci si può rifocillare al rinfresco offerto dall’organizzazione. Per noi il check-point si rivela una manna, poiché Paolo sta affrontando la seconda foratura e ha finito le camere d’aria di scorta.
Ripartiti da Moniga, si sale ulteriormente fino a raggiungere il castello medioevale di Padenghe sul Garda, dal quale si gode una vista magnifica sul lago. Da qui si discende e comincia la parte più dura, a livello tecnico, dell’intero percorso. Si tratta di un sentiero che costeggia l’argine di un fiume, lungo una decina di chilometri. Il terreno è pieno di sassi sporgenti e guidare una gravel diventa problematico: il manubrio vibra, le ruote si sollevano da terra, il telaio rimbalza continuamente e mantenere una regolare velocità di pedalata è davvero difficile.
Sul finire del sentiero si trovano moltissimi alberi caduti che bloccano la via, costringendoci a fare parecchio portage. Una volta superato il paese di Isorella ci si ributta sugli sterrati della bassa: brecciolino, sabbia e gravel nella vera concezione americana del termine. Ci si trova infatti ad affrontare “piattoni” di ghiaia e brecciolino scorrevoli e ben tenuti, in mezzo a campi coltivati e lambendo cascinali enormi e padronali, che raccontano di un’epoca passata. Dopo 160km si raggiunge il punto di ristoro e decidiamo di fermarci a dormire, siamo stanchi, sudati e impolverati, come penso fossero i primi ciclisti pionieri che più di 100 anni fa pedalavano su queste strade bianche per partecipare alle prime edizioni del giro d’Italia.
L’organizzazione ha costruito una doccia spartana con un gazebo, un pallet e una canna dell’acqua, che però ci permette di toglierci di dosso la sabbia e la stanchezza. Dopo la cena a base di pasta al ragù, spiedo bresciano e tanta (ma tanta) birra offerta dall’organizzazione, ognuno di noi si accomoda come può: io stendo una coperta termica sull’erba e dormo direttamente sul prato nel sacco a pelo, Erik e Paolo montano la tenda e Alberto fissa l’amaca a dei pali.
La mattina seguente, alle 6:00 del mattino siamo pronti per ripartire, la giornata è uggiosa e umida, molto diversa dalle condizioni assolate e caldissime del giorno precedente. La seconda parte del tracciato è molto divertente: ai piattoni su gravel in mezzo ai campi della bassa si alternano passaggi tecnici nel bosco, con il terreno umido e scivoloso per l’umidità, dove stare in piedi è la vera sfida e tutto diventa molto divertente.
I passaggi su gravel sono ben tenuti e ciò ci permette dimetterci in fila e di spingere ai 30km/h, mentre al nostro fianco sfilano sentieri, campi e cascine che spariscono in una nuvola di polvere. Un tratto davvero interessante è quando si passa sul ponte di San Virgilio, che fa entrare nel bosco ed è formato da tronchi di albero: qui stare in piedi richiede tecnica e capacità.
Negli ultimi 30km la traccia ricomincia a salire, portandoci sulle colline della Franciacorta, riproponendo i sentieri sassosi e spaccati che ci fanno rimpiangere di non aver scelto coperture più generose.
Dopo una sosta presso un locale gestito da Legambiente che si trova a ridosso di una zona protetta delle torbiere, si affrontano le ultime curve e si ritorna a Brescia.
260km – 2200 mt di dislivello positivo – 13 ore – 21 km/h di media.
Brescia Gravel: che bici usare
Ognuno di noi ha effettuato scelte diverse per il proprio mezzo:
- Omar: bici gravel in acciaio su misura, creata dal telaista Dario Colombo a marchio Bice, freni a disco idraulici, copertoni Challenge da 33 di larghezza
- Alberto: bici in alluminio da ciclocross Cannondale, freni V-Brake, copertoni Gravelking da 35mm
- Erik: Fuji Jari in alluminio, freni a disco meccanici, copertoni Gravelking da 35mm
- Paolo: Wilier Triestina Jareen in alluminio, freni a disco meccanici, copertoni Kenda da 35mm
Tutti e quattro abbiamo scelto di utilizzare le borse da bikepacking.
Cosa portare
La lista del materiale che ho portato è stata la seguente:
Dormire
- Sacco a pelo
- Coperta termica per isolare dal terreno
- Maglione lana merino Pedaled
- Calze pesanti
Cibo
- 10 barrette
- 2 borracce da 1lt
Doccia
- Ciabatte
- Sapone
- Asciugamano microfibra
Pedalare
- 1 divisa da bici
- 1 Smanicato
- 1 Antivento/antipioggia Pedaled
- Occhiali sole
- Casco
- Cappellino (regalato dagli organizzatori)
Ricambi
- 2 camera d’aria
- Cacciagomme
- Pompa
Elettronica
- Power bank
- Cavi e caricatore USB per telefono e GPS
- Luci posteriori e frontali Cateye
- Navigatore GPS
Perché partecipare al Brescia Gravel?
I motivi sono vari:
La gran parte del percorso si snoda su un gravel di tipo “tradizionale”, che incarna perfettamente la visione originale statunitense di questa disciplina: sentieri veloci di brecciolino con fondo duro e scorrevole, in mezzo ai campi, con dislivello ridotto;
L’organizzazione è molto disponibile e gestisce il tutto con grande professionalità: si occupano del trasporto delle tende e dei sacchi a pelo (per chi vuole), offrono il rinfresco al check point del sabato, offrono la birra al ristorante e permettono di fare la doccia e di campeggiare e attendono all’arrivo con birra fresca e tanti complimenti;
Si presta molto bene come prima esperienza “gravel”, per via dei dislivelli contenuti e del terreno scorrevole, ottima per impratichirsi o per vivere un’esperienza di un weekend;
Per l’ambiente che caratterizza il mondo dell’adventure cycling: bei paesaggi, bella gente, buon cibo, buona birra, tanto sudore e tante risate.
Perché (e qui faccio i complimenti all’organizzazione) permette di vedere luoghi e posti molto belli, castelli e cittadine che sono piccole perle ma che passano in secondo piano per via delle attrazioni turistiche italiane più famose, che fagocitano i piccoli centri turistici della provincia. Un plauso all’organizzazione perché ha saputo valorizzare i luoghi più simbolici della provincia di Brescia, dando così anche un impulso in chiave cicloturistica all’evento.
Molto interessante, promette sano divertimento, vorrei partecipare.
Chiedo un’informazione: possiedo un Garmin Edge Explore 820 è adatto?
Ho il dubbio che le mappe caricate su questo dispositivo, non contengano qualche sentiero o strada sterrata del percorso.
Potete aiutarmi?
Vi ringrazio