Campagnolo Ekar è il gruppo specifico per gravel bike dell’azienda vicentina. Lo abbiamo montato su una bici gravel e lo abbiamo testato per 4 mesi, usandolo in allenamento, per il bike to work quotidiano e per delle sgambate in gravel. Ecco la nostra recensione del gruppo Campagnolo Ekar.
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Il gruppo Campagnolo Ekar che abbiamo testato

Il gruppo Campagnolo Ekar che abbiamo installato era composto da:
- Movimento centrale: specifico per Ekar
- Guarnitura: con sistema Ultratorque, 40T, pedivelle da 175mm
- Pacco Pignoni: versione gravel endurance, 13 velocità con scanalatura 9-10-11-12-13-14-16-18-21-25-30-36-42
- Ruote: Shamal Carbon disc brake
- Deragliatore posteriore: con puleggia da 12T superiore e da 14T inferiore
- Catena: 13 velocità
- Leve freno: a comando meccanico
- Pinze freno: idrauliche montaggio front mount
- Rotori: da 160mm
Il valore commerciale del gruppo è di 1.796 €, ai quali aggiungere i 1.400 € delle ruote Shamal Disc.

Lo abbiamo montato su una bicicletta gravel Bice Talisman in acciaio, realizzata su misura.
Campagnolo Ekar: com’è andata?
Montaggio del gruppo

Il montaggio del gruppo ha richiesto una giornata di lavoro, tra lo smontaggio del gruppo precedente, l’installazione del gruppo Campagnolo Ekar, lo spurgo dei freni e il controllo della regolazione del cambio. Il Campagnolo Ekar richiede l’utilizzo di componenti esclusivamente pensati per tale gruppo.
Anche il movimento centrale è diverso rispetto a quello per strada, poiché ha un diametro più grande e il cuscinetto ha uno spessore maggiore. Inoltre il pacco pignoni presenta il pignone più piccolo da 9 velocità e per poter usare delle ruote Shamal Disc abbiamo dovuto montare l’apposito adattatore fornito da Campagnolo stessa. Per la catena, che deve essere accorciata e montata con il perno apposito, è necessario utilizzare lo strumento di Campagnolo, poiché altri smagliacatena si sono rivelati inadeguati.
In pedalata

Il gruppo è molto silenzioso e scorrevole. La pedalata è naturale e fluida, anche se la pedivella, quando la bici è sul cavalletto, mostra un attrito “sospettoso” e non gira così liberamente come si vorrebbe. La cambiata è rapida e rumorosa “il giusto”. Il pacco pignoni da 13 velocità e la guarnitura da 40T che avevamo in dotazione si sono dimostrati adatti a un utilizzo polivalente.
Usando il rapporto 40T-9T si può spingere parecchio e questo aiuta molto nei tratti stradali, in pianura o (come nel mio caso) se usiamo la bicicletta anche nel bike to work. L’ampia gamma di dentature al posteriore permette di alleggerire notevolmente il rapporto e di salire in modo agile anche su salite mediamente impegnative. Una delle cose che ho apprezzato è stata la possibilità di salire o di scalare rapidamente anche 3-4 pignoni alla volta. Questa caratteristica è fondamentale sul gravel, dove magari ci troviamo a dover affrontare l’avvallamento improvviso o dobbiamo superare un tratto fangoso che richiede di aumentare la frequenza di pedalata. Anche in città ho apprezzato questa possibilità, che permetteva di adeguare la mia cadenza allo stato del traffico.
Ho gradito molto l’ampiezza e la facilità di spinta della leva che permette di scalare il rapporto, che è facilmente utilizzabile con il pollice e non offre resistenza.
In frenata

La grande potenzialità del gruppo Campagnolo Ekar sta nella frenata. Le leve sono facile da impugnare e la frenata è sempre potente, anche se modulabile (in realtà, se pinziamo a fondo, è molto facile bloccare la ruota e sgommare). Si è dimostrata salvifica in più occasioni in cui un’auto mi ha tagliato pericolosamente la strada. I freni sono silenziosi anche sotto sforzo.

Unica nota negativa è sul bagnato: in questo caso i freni funzionano molto bene ma tendono a fischiare in modo fastidioso.
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Necessità di regolazione e manutenzione
In 4 mesi di utilizzo costante il gruppo non ha prodotto alcun problema meccanico di sorta. La catena non è mai caduta né dal pacco pignoni né dalla guarnitura anche sui tratti più sconnessi o durante le cambiate più “assassine”. Ho notato che le pinze freno lasciano una patina di polvere (penso sia il ferodo abraso) sui foderi del telaio e della forcella.
Ogni tanto la leva che permette di far salire il rapporto rimaneva incastrata nella leva del freno e questo di fatto bloccava poi la leva di scarico. Una volta capito il problema, il tutto si è risolto sviluppando una diversa manualità nella cambiata. Una cosa però va detta: durante l’installazione si è accidentalmente rotto il perno in dotazione per il fissaggio della catena. Per ovviare al problema abbiamo acquistato online una falsamaglia che è costata 16 €. Se aggiungiamo che Campagnolo garantisce la durata della catena per massimo 1.000 km, questi aspetti rendono il gruppo uno tra i più costosi in termini di manutenzione.
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Valutazione finale del Campagnolo Ekar
Quali sono i pro e i contro del gruppo Campagnolo Ekar?
Pro
- Estetica: il gruppo è esteticamente appagante. Il colore argento della catena e del pacco pignoni sono molto belli e trovo la serigrafia della guarnitura decisamente elegante. Sicuramente l’estetica e il colpo d’occhio sono molto accattivanti e la mia gravel è risultata più pulita.
- Frenata: una frenata potente (a volte persino troppo), che è una gran sicurezza sia off road che nel traffico.
- Impugnatura delle leve: le ho trovate molto comode e facili da impugnare (non ho mai avuto formicolio alle mani) e la leva che scarica i rapporti è molto facile da usare e s’ingaggia con il pollice.
- Cambiata: molto fluida, rumorosa il giusto e la possibilità di scalare più pignoni alla volta mi è piaciuta in molte occasioni.
- Regolazione: il cambio è preciso e in 4 mesi non ha richiesto alcuna manutenzione.
Contro
- Ricambi: l’acquisto di ricambi ha un prezzo non banale, che deve essere messo in conto.
- Rapporti: avendo il monocorona e 3 diverse scanalature disponibili, è fondamentale selezionare il rapporto guarnitura-pacco pignoni corretto per evitare di trovarsi con un gruppo troppo tirato e corsaiolo oppure eccessivamente cicloturistico per i propri gusti.
In generale posso dire a Campagnolo “buona la prima”, perché per essere la prima volta che presentano un prodotto per il gravel (che fa ricomparire l’azienda veneta nell’offroad dopo quasi 30 anni), si tratta di un gruppo sicuramente di valore.