Il movimento centrale della bicicletta (in inglese bottom bracket) è uno dei componenti più importanti dell’intero mezzo.
Indice
- Cos’è il movimento centrale della bicicletta
- Dove si trova il movimento centrale della bicicletta
- Tipologie e caratteristiche di movimento centrale
- Movimento centrale a calotte regolabilii
- Movimento centrale a cartuccia
- Movimento centrale integrato
- Movimento centrale press-fit
- Movimenti centrali a confronto. Biciclette vintage: centrale a chiavelle vs calotte vs cartuccia
- Biciclette moderne: movimenti centrali a calotte esterne (tipo Hollowtech) vs press fit
- Le filettature del movimento centrale della bicicletta
- Manutenzione: come capire quand’è ora di mettere mano al movimento centrale della bicicletta
Cos’è il movimento centrale della bicicletta
Il movimento centrale (in inglese bottom bracket) è uno dei componenti più importanti di una bicicletta. Il suo ruolo è quello di consentire la trasformazione della forza impressa sui pedali dal ciclista in movimento rotatorio. Senza questo componente l’essenza stessa di una bicicletta verrebbe meno.
Movimenti centrali e pedivelle
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Dove si trova il movimento centrale della bicicletta
Il movimento centrale è installato nel punto di congiunzione tra tubo piantone e tubo obliquo, in un alloggiamento specifico denominato “scatola del movimento centrale”.
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Tipologie e caratteristiche di movimento centrale
Il movimento centrale ha subito parecchie evoluzioni tecniche del corso del tempo. Ecco un carrellata di tipologie partendo dagli standard più vecchi fino agli ultimi ritrovati tecnologici. Per evitare di appesantire troppo l’articolo, qui c’è una lista degli attrezzi da reperire per mettere mano ai vari tipi di centrale, tralasciando la guida passo-passo, che sarà trattata in articoli singoli. Per prima cosa verificate quale tipo di centrale montate e reperite gli attrezzi adeguati e poi potrete “smanettare”.
Movimento centrale a chiavelle
Si può trovare su vecchie biciclette d’epoca e su bici da passeggio di bassa gamma. I particolari che lo compongono sono simili a quelli di un movimento centrale a calotte regolabili, l’unica differenza sta nel fissaggio delle pedivelle al perno del movimento, effettuato attraverso delle chiavelle (o zeppe) inserite a pressione in apposite scanalature. Si tratta di una tecnologia superata e poco adatta a sopportare i grossi sforzi a cui è sottoposta.
Movimento centrale a calotte regolabili
Si tratta della tipologia di movimento centrale che per anni ha fatto da padrona sulla scena ciclistica. La si può trovare su quasi tutte le biciclette da corsa costruite fino alla fine degli anni ’80 e sulle mtb di prima generazione. E’ costituito da una serie di particolari:
- Perno: L’asse che ruota all’interno della scatola del movimento, sul quale vengono calettate le pedivelle;
- Calotta fissa: solitamente montata sul lato della guarnitura, è una calotta costituita da una parte filettata e da una flangia che va in battuta sulla “faccia” della scatola del movimento centrale. Viene serrata con forza affinché non si allenti durante l’esercizio;
- Calotta regolabile: montata sul lato della pedivella sinistra, è una calotta solitamente priva di flangia di battuta, che viene serrata sulla scatola del movimento centrale fino a eliminare i giochi del perno, che deve ruotare senza disassamenti;
- Ghiera di fissaggio: è un anello fissato sulla calotta regolabile e serrato con forza, affinché la mantenga nella posizione e non si allenti durante la pedalata;
- Sfere: le sfere possono essere libere (ovvero mantenute in posizione attraverso un bagno di grasso) o contenute in gabbiette. Sono montate all’interno delle calotte, e permettono la rotazione del perno senza attrito;
- Parapolvere: è un componente in plastica montato all’interno della scatola del movimento centrale. Il suo compito è proteggere il perno e le sfere dalla sporcizia e dall’acqua che, attraverso il tubo sella, può penetrare all’interno della scatola, dilavando il grasso;
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Movimento centrale a cartuccia
Si tratta dell’evoluzione del movimento centrale con perno quadro. Il “gruppo” composto dalle calotte, dal perno e dai cuscinetti è completamente integrato all’interno di una cartuccia sigillata. Per l’installazione è necessario montare la calotta fissa comprensiva della cartuccia e poi serrare la calotta sinistra, che si regola in base alla precisione meccanica della lavorazione. Questo movimento centrale è sicuramente più facile da installare rispetto al tradizionale ma di contro non permette la sostituzione di un singolo componente. In caso di manutenzione è necessario acquistare un movimento centrale nuovo e sostituire il vecchio.
I movimenti centrali a cartuccia più evoluti, come lo Shimano Octalink o l’ISIS, hanno sostituito il perno quadro con un asse con estremità brocciate, sul quale sono calettate le pedivelle, che per essere estratte necessitano di un utensile apposito.
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Movimento centrale integrato
I movimenti centrali integrati (o ad asse passante) sono quelli ormai più diffusi sulle bici di nuova generazione. Questo tipo di movimento centrale sconvolge l’idea che fino a questo momento ha avuto questo componente. Non più un perno che ruota su dei cuscinetti, sul quale calettare le pedivelle, bensì un perno integrato nella guarnitura o nella pedivella, alloggiato all’interno della scatola e che si va a calettare su un apposito segmento realizzato sulla parte opposta. I cuscinetti del movimento si trovano all’esterno della scatola, integrati in apposite calotte di alluminio.
Per rendere più efficiente e robusta questa soluzione, evitando l’impiego di materiali più pesanti, è stato necessario aumentare il diametro della scatola. Questa tipologia di movimenti centrali può essere installata solo su telai predisposti con scatole “oversize”.
I più comuni movimenti centrali di questo tipo sono l’Hollowtech II di Shimano e il Truvativ e il sistema DUB Sram, ma anche quello power-torque e ultra-torque di Campangnolo
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Movimenti centrali press-fit
Si tratta di un ritrovato tecnologico nell’ambito dei movimenti centrali abbastanza recente. Sono eliminate le filettature e i cuscinetti sono installati sul telaio a pressione, attraverso l’utilizzo di apposite presse manuali. La scatola del movimento centrale è lavorata in modo da alloggiare questi cuscinetti, che hanno un diametro leggermente maggiore della sede (si parla di centesimi di millimetro), per essere calettati con interferenza. Purtroppo, il mondo dei movimenti centrali press-fit è il più confusionario che esista nell’ambito della bicicletta. Infatti i vari costruttori hanno creato propri standard (addirittura case costruttrici di bici come Cervelò o Trek hanno i propri movimenti press-fit). Vediamo di fare un po’ d’ordine.
Gli “standard” più utilizzati
- Press fit 30: è lo standard creato dall’americana SRAM e prevede l’utilizzo di guarniture con perno di diametro 30mm e delle calotte da inserire a pressione;
- DUB: è il recentissimo standar creato da Sram che utilizza guarniture con un diametro da 28,9mm
- Press fit GXP: simile al 30 ma per perni da 24mm;
- BB30: in questo caso i cuscinetti sono installati direttamente nella scatola, senza le calotte. Per guarniture con perno da 30mm;
- Il 386 EVO è una variante del PressFit 30 con una scatola movimento più larga, i cuscinetti sono posizionati all’interno di calotte le quali sono a loro volta inserite a pressione nel telaio. Accetta lo standard PressFit 30, ma avendo una larghezza della scatola del movimento maggiore allo standard PF30 richiede l’utilizzo delle solo guarniture compatibili con lo standard 386 EVO.
- BB86: lo standard della giapponese SHIMANO per le bici da corsa (86 sta per la lunghezza in millimetri della scatola del movimento centrale). Le calotte contenenti i cuscinetti sono installate a pressione all’interno del telaio. Solo per perni da 24mm
- BB91 ma oggi anche BB92: standard SHIMANO per le mtb, che hanno la scatola del movimento centrale più lunga di 2mm per lato;
- BB90/BB95: press fit utilizzati solo dalla casa ciclistica Trek;
- BBbright Press fit -straight fit: press fit utilizzati solo dalla casa ciclistica Cervélo e Factor;
Come potete ben capire, per poter mettere mano al movimento centrale bisogna innanzitutto capire quale tipologia è installata sulla bicicletta e poi acquistare gli utensili appositi. Il mio consiglio è, visto che questo tipo di movimenti è solitamente utilizzato su bici di alta gamma (magari in carbonio), affidarsi a un ciclista esperto prima di avere acquisito la giusta dimestichezza con questi centrali.
Il ritorno ai movimenti centrali filettati
Negli ultimi anni sono stati rentrodotti nuovi sistemi a scatole filettate con misure decisamente più importanti: si mantengono dimensioni generose sia in larghezza, sia in diametro, in cui andare a inserire calotte filettate che contengono all’interno cuscinetti sigillati adatti a tutte le guarniture:
- T45 di Colnago: che utilizza una boccola in alluminio filettata incollata all’interno della scatola movimento su cui si avvitano due calotte in alluminio con diametro di 45mm;
- T47 e BBright T47: utilizza movimenti centrali uguali a quelli utilizzati dal sistema PressFit, ma aggiungendo la filettatura per fissare i cuscinetti, il nuovo sistema ha un corpo più grande in modo che sia in grado di adattarsi alla maggior parte delle scatole del movimento centrale, fornisce inoltre una maggiore rigidità che permette di sostenere carichi maggiori e una maggior durata. La bbrightT47 è adottata da Cervélo e Factor.
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Movimenti centrali a confronto. Biciclette vintage: centrale a chiavelle vs calotte vs cartuccia
Se possedete una bicicletta con qualche anno alle spalle, il vostro movimento centrale rientrerà in una di queste categorie. Il centrale a chiavelle è identico a quello a calotte regolabili ma ha il difetto, appunto, di fissare le pedivelle con le chiavelle. Queste con il tempo tendono a usurarsi, creando gioco e allentando le pedivelle. Inoltre la manutenzione è più difficile, poiché ogni volta che si estrae una chiavella per smontare la pedivella, bisogna poi rimontarla utilizzandone una nuova, perché le zeppe usate non si possono rimontare.
Il discorso tra i movimenti centrali a calotte regolabili e a cartuccia è più complesso. Se si guarda solo la facilità e la precisione di montaggio, i centrali a cartuccia vincono su tutta la linea. Vengono eliminate le fastidiose calotte fisse sul lato trasmissione (che tendono a grippare nel tempo), le gabbiette con le sfere sono inserite nella cartuccia e il gruppo de centrale è protetto dalla polvere e dall’acqua dall’involucro della cartuccia. Il movimento centrale a calotte regolabili però ha il vantaggio della migliore manutenzione: infatti basta smontarlo, pulirlo, lubrificarlo e al massimo cambiare le gabbie delle sfere. Il centrale a cartuccia non si può manutenere e va cambiato in toto. Inoltre, se si parlate con un vecchio ciclista, vi racconterà di com’era bello regolare al centesimo il serraggio della calotta sinistra di un movimento tradizionale, per arrivare al punto giusto nel quale venivano eliminati i giochi ma il perno era ancora liberissimo di scorrere. Con i centrali a cartuccia questa cosa non si può fare, la calotta sinistra si caletta sulla cartuccia e va stretta fino in fondo alla battuta.
Biciclette moderne: movimenti centrali a calotte esterne (tipo Hollowtech) vs press fit
Questi due standard hanno rivoluzionato l’idea di movimento centrale e sono diventati in breve tempo lo standard sulle bici da corsa e le mtb di buon e alto livello. Ad oggi il movimento press-fit sta guadagnando estimatori tra i biker e numerosi aziende propongono le proprie biciclette con entrambi gli standard. I press-fit offrono il vantaggio di aver eliminato le filettature (risolvendo alla radice la confusione tra le varie tipologie e il pericolo di danneggiare il filetto della scatola, un problema che solo un ciclista esperto può risolvere). Inoltre, essendo inseriti per interferenza, è difficile che lo sporco possa penetrare all’interno. Di contro però il numero elevato di standard e le differenti tipologie di montaggio fanno si che la confusione regni sovrana e che molti preferiscano il sistema con calotte esterne. In questo caso sarà il tempo, e la ricerca tecnologia, a determinare lo standard vincente.
Le filettature del movimento centrale della bicicletta
Il mondo delle biciclette è un universo tutt’altro che unificato, per cui una delle procedure più importanti da svolgere prima di acquistare un nuovo movimento centrale è la verifica della filettatura. La filettatura della scatola del movimento centrale è solitamente di due tipi: inglese (detta BSA) o italiana (detta ITA). Esistono anche delle filettature francesi, di solito si trovano su biciclette di provenienza d’Oltralpe, oppure rare filettature svizzere, ma nel 90% dei casi la filettatura del movimento appartiene alle prime due categorie. La differenza tra le due filettature consiste nel senso di serraggio delle ghiere. Nell’ITA entrambe le scatole si serrano ruotandole in senso orario, nel BSA la calotta sx va montata in senso orario e quella dx in senso antiorario.
Metodo empirico
Esiste un modo empirico per verificare la versione della filettatura della scatola del movimento centrale:
- Biciclette realizzate negli Stati Uniti, in Giappone o Taiwan: BSA;
- Biciclette realizzate in Italia: ITA (ma non è detto);
- Biciclette realizzate fino alla prima metà degli anni ’90: ITA;
- MTB di ultima generazione: BSA;
Questo perché la filettatura di tipo ITA sta ormai sparendo, per cui anche le case italiane hanno adottato lo standard BSA per i movimenti centrali.
Metodo tecnico
Il metodo tecnico per verificare la filettatura prevede innanzitutto di dare un’occhiata sulla calotta fissa, poiché solitamente su di essa viene stampigliata la dicitura della filettatura, come nei due esempi:
• 36 x 24 (nel caso di filettature ITA)
• 3/8” x 26 tpi (nel caso di filettature BSA)
Il primo numero indica il diametro nominale del filetto (in mm o in pollici), il secondo indica il passo della filettatura, ovvero il numero di filetti.
Per verificare l’effettiva dimensione della filettatura è buona norma smontare le calotte e verificare il diametro con un calibro a nonio e il passo con un contafiletti metrico e inglese.
Meccanica per MTB e Bici da trekking
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Manutenzione: come capire quand’è ora di mettere mano al movimento centrale della bicicletta
Partiamo con il dire che se il movimento centrale è di qualità, è stato installato in maniera corretta ed ingrassato bene, non bisognerà metterci mano per almeno 3.000-4.000 km. Inutile continuare a smontare il centrale ogni settimana, si rischierebbe solo di far danni.
Motivi per mettere mano al movimento centrale
Esistono comunque dei motivi (e sintomi che si palesano quando si pedala) che indicano che è tempo di mettere mano al movimento centrale. Ecco i più comuni:
- Bici appena acquistata: quando acquistate una bicicletta nuova di zecca (sia dal commerciante che su internet) sarebbe una cosa saggia smontare il centrale e ingrassarlo. Questo perché le biciclette sono assemblate in serie e non viene posta molta attenzione all’ingrassaggio dei componenti;
- Riprendere la bici dopo l’inverno: se avete messo in cantina la bici per tutto l’inverno, dopo un autunno passato a pedalare sotto la pioggia, sarebbe bene smontare il centrale e ingrassarlo prima di riprendere l’attività. Un vero maniaco della propria bici dovrebbe smontare, pulire e ingrassare il centrale PRIMA di parcheggiarla per l’inverno, non dopo;
- Pedivelle con gioco: sentite che la vostra pedalata non è più efficace come al solito? Mettete la bici sul cavalletto, afferrate le pedivelle e provate a tirarle verso di voi o spingerle. Se si muovono significa che c’è gioco nel centrale e ci davanti a voi si parano due prospettive. Se possedete un centrale classico a calotte regolabili, allora potrebbe essersi allentata la calotta regolabile e basterà serrarla. Se il vostro centrale è a cartuccia o di tipo integrato o press-fit, probabilmente si tratta dei cuscinetti e dovrete cambiare il centrale;
- Rumore proveniente dal movimento centrale: attenzione, questo è uno dei sintomi più comuni che fanno mettere mano al movimento, ma è un aspetto che merita di essere approfondito. Infatti il telaio di una bicicletta è un’ottima cassa di risonanza per i rumori e questo può sviare un orecchio poco attento. Infatti quello che spesso può apparire come un rumore proveniente dal movimento centrale può in realtà provenire dai pedali, dalla guarnitura o addirittura dalla sella (a me è capitato, il rumore si propagava nel telaio e sembrava provenire dal centrale. Dopo aver stretto la sella il rumore è sparito). Partite sempre dall’idea che un movimento centrale che fa rumore, e ne fa parecchio, significa che è notevolmente danneggiato, i cuscinetti sono compromessi e va sostituito al più presto se non si vuole peggiorare la situazione.
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Articolo aggiornato a febbraio 2023
Scrivo lo stesso anche se è un articolo un po’ datato.
Voglio sostituire il movimento centrale a calotte regolabili della mia bici con uno a cartuccia, sostituendo quindi anche la guarnitura. Il mio dilemma è come essere certo dell’allineamento del nuovo sistema con la ruota libera posteriore?
Ciao Omar,
desideravo un consiglio, ho una Bianchi via delle Battaglie, una city bike del 2010 circa, da qualche tempo sento un rumore provenire dal movimento centrale, soprattutto quando il pedale sinistro si trova all’incirca al punto morto inferiore, ho verificato per come è stata la tua esperienza sia la sella, ho ingrassato il tubo e serrato, smontato e ingrassato i pedali, non ho verificato la guarnitura perchè non saprei nemmeno cosa fare, le pedivelle non hanno “giuoco”. Quindi credo che sia proprio il movimento centrale. Smontare un tale movimento è cosa che è fattibile o è meglio rivolgersi ad un meccanico? Grazie per l’attenzione. Sempre ottimi articoli.
Spett.le Bikeitalia,
desidero montare il movimento centrale Shimano SM-BBR60 su di un telaio Ritchey con larghezza scatola 68 mm. a filettatura inglese e la guarnitura GRX 11 v. con deragliatore a fascetta FD-RX810 e due corone anteriori FC-RX810-2.
È necessario montare anche i distanziatori ? Se si quali e quanti?
Grazie Omar per i tuoi tutorial che mi hanno fatto avvicinare al mndo della meccanica.
Smontando e pulendo un movimento centrale Campagnolo di una vecchia bici da corsa ho trovato le seguenti scritte”70-SS-120″ e sotto “+1 – +1,5”. Nel rimontarlo mi è ora venuto un dubbio: il perno ha un verso? la parte indicata con +1 da che parte deve stare? Ti ringrazio del tuo aiuto.
Ciao Omar, grazie per le preziose informazioni del tuo sito.
Mi trovo in Spagna, sto per intraprendere un viaggio in bici in Sardegna (ho letto anche il tuo utilissimo articolo sull’occidentale sarda) e mi rendo conto che la mia vecchia Peugeot da citta’ anni 80 soffre in trasmissione per mancata manutenzione e per il normale ciclo di vita dei materiali. Mi sono rivolto al mio meccanico che mi ha consigliato, come unica opzione duratura, di sostituire il movimento centrale a chiavelle di tipo francese con uno a cartuccia. Questo implica anche che dovra’ adattare la filettatura . Vorrei sapere che ne pensi e se in alternativa e’ possibile montare un movimento centrale a calotte regolabili con perno a sezione quadrata per non usare le complicate chiavelle.
Ciao Alberto,
il movimento a chiavelle è sicuramente poco performante e datato. Il problema è che se vorrai montare un movimento centrale a cartuccia, dovrai anche sostituire la guarnitura, con un costo più alto di quello preventivato. Non puoi montare una guarnitura a chiavella su un movimento a cartuccia.
Se desideri saperne di più: https://corsi.bikeitalia.it/corso/meccanica-avanzata/
Buone pedalate in Sardegna!
Omar Gatti