Sempre più city bike e cargo bike propongono freni al mozzo, che apportano sicuramente numerosi vantaggi in termini di prestazioni in condizioni sfavorevoli e necessitano di manutenzioni ridotte. Come ogni componente della bicicletta, anche i freni al mozzo hanno comunque bisogno di cure, per cui in questo articolo ci concentriamo sulle manutenzioni da effettuare e sull’attrezzatura necessaria per mantenerli al meglio.
Anatomia di un freno al mozzo
I freni al mozzo mutuano una tecnologia simile a quella della automobili, dove due ganasce (dette ferodi) vengono avvicinate al mozzo in rotazione, consentendo di rallentarne la velocità. Tra le varie tipologie di freni al mozzo, i più diffusi sono sicuramente gli Shimano Roller Brake, che consentono (a differenza di altri modelli) di rimuovere il corpo freno dal mozzo, per una manutenzione migliore. Inoltre, un sistema interno definito “power modulator”, consente di regolare la forza di tiraggio del cavo, impedendo alla ruota di slittare e sgommare (cosa che invece può avvenire con altri freni al mozzo).
In un freno al mozzo troviamo:
• Leva: una classica leva freno, non differente da quelle per freni a pattino, che si installa sul manubrio;
• Corpo freno: solitamente di forma rotonda, si s’installa direttamente sul mozzo o sul telaio ed è formato da una custodia esterna e da due ganasce interne che vanno in battuta contro il mozzo. Attraverso dei sistemi di regolazione è possibile aumentare la tensione del cavo oppure avvicinare maggiormente le ganasce al disco. Il diametro del corpo può variare dai 70 ai 120mm;
• Cavo e guaina: da 1,6mm di diametro per il cavo e 5mm per le guaine, consentono di mettere in comunicazione la leva con il corpo freno, realizzando così la frenata;
Vantaggi dei freni al mozzo
Tra i vantaggi dei freni al mozzo possiamo cercamente elencare:
• Resistenza agli agenti atmosferici: il sistema è interno per cui non vi sono parti esposte all’acqua, al fango o alla polvere e questo ne allunga sicuramente la vita utile riducendone l’usura, diminuendo la necessità di manutenzioni e proteggendo i componenti in caso di caduta. Non è un caso che nei paesi del Nord europa, dove il clima non è mite come da noi, questo tipo di freni sia il più usato;
• Ridotta manutenzione: la semplicità costruttiva e il fatto di essere un sistema sigillato allungano notevolmente l’intervallo di tempo tra una manutenzione e l’altra;
• Compatibilità: i freni al mozzo sono un’ottima tecnologia da abbinare a un cambio al mozzo, per rendere praticamente sigillato sia il sistema di frenata che di variazione del rapporto e rendere la bicicletta un vero e proprio “carro armato” resistente alle sfide del ciclismo urbano;
• Utilizzo su bici da città: lo specifico design dei freni al mozzo li rende perfettamente compatibili con i telai in acciaio o alluminio delle bici da città, permettendo loro di esprimere al meglio il potenziale frenante e di ridotta manutenzione;
Svantaggi
• Peso: i freni al mozzo sono più pesanti di quelli a pattino e sicuramente l’abbinamento freno+cambio al mozzo apporta un notevole peso alla bicicletta, escludendoli di fatto da qualunque uso con velleità agonistiche o comunque di velocità;
• Difficoltà di montaggio: i freni al mozzo sono più complicati da montare di quelli tradizionali, alcuni modelli sono incompatibili con il sistema a sgancio rapido e inoltre necessitano di telai adeguati per l’alloggiamento;
Smontaggio della ruota: in caso di foratura, estrarre la ruota da telaio per il cambio della camera d’aria è sicuramente più complicato;
• Rodaggio: alcune tipologie di freni al mozzo non offrono immediatamente un’elevata potenza frenante, bensì necessitano di un rodaggio di alcuni chilometri per cominciare a lavorare al meglio;
Di seguito le manutenzioni base sui freni al mozzo.
Manutenzione 1: Pulizia e lubrificazione
L’operazione più comune che si può effettuare sui freni al mozzo è la pulizia del sistema e la lubrificazione degli snodi. Per farlo abbiamo bisogno di uno sgrassatore per bicicletta, di uno straccio e di un lubrificante. Solo nel caso in cui il freno presenti evidenti tracce di corrosione (la bici nelle foto è stata parcheggiata per due anni nel parcheggio condominiale, esposta a sole, vento e pioggia senza mai essere usata), si può optare per un lubrificante a base di idrocarburi come il WD40, che può sciogliere le ossidazioni.
Cominciamo dando una pulita sia al corpo freno che alla leva. Dopodiché lubrifichiamo gli snodi e i rinvii del corpo freno, sia la parte interna della leva, per aumentarne la scorrevolezza. Date una breve spruzzata sul punto da lubrificare, tenendo vicino uno straccio per evitare che il lubrificante finisca dove non deve.
I corpi freno al mozzo Shimano, tipo i Nexus, hanno inoltre dei punti di lubrificazione che vanno di tanto in tanto lubrificati con del grasso per mozzi prodotto dalla casa giapponese. poiché ogni tipologia di prodotto è differente, vi rimando alla sezione tecnica del sito Shimano per ulteriori approfondimenti;
Manutenzione 2: regolazione della tensione del cavo
Se la risposta del freno diventa poco reattiva, la leva diventa “molle” oppure lavora a vuoto, sicuramente il problema è nell’insufficiente tensione del cavo.
Per prima cosa azionate la leva premendola per almeno 10 volte: questa operazione viene consigliata da Shimano per “risvegliare” un eventuale freno pigro. Dopodiché, se l’operazione non ha sortito effetti, svitate la vite di tensionamento posta sulla leva e riprovate.
Se il livello di qualità della frenata non vi soddisfa, agite sulla vite di tensionamento sul corpo freno, svitandola di qualche giro. In questo modo state dando tensione al cavo.
Dovreste in sostanza sentire che la leva ha una corsa “a vuoto” di circa 15mm prima di azionare il freno.
Non riducete questo “gap” aumentando la tensione del cavo, poiché rischiereste di far slittare la ruota. Una volta che avete regolato la tensione, rimandate in battuta le ghiere di sicurezza di entrambe le viti di tensionamento;
Manutenzione 3: Avvicinamento dei ferodi
Come ogni cosa su questa terra, anche i ferodi posti all’interno dei freni al mozzo si consumano. Per questo ogni tanto regolare la tensione del cavo non basta e bisogna avvicinare maggiormente i ferodi stessi al mozzo.
Per farlo si agisce sulle due viti di regolazione poste all’esterno del corpo freno (non tutti i freni al mozzo consentono questo tipo di regolazione).
Con una chiave inglese da 8mm allentate i dadi di sicurezza, dopodiché prendete il cacciavite a intaglio e agite sulla testa delle viti: avvitandole avviciniamo i ferodi, svitandole li allontaniamo.
Avvitate sempre di ¼ di giro alla volta e testate la frenata: se non siete soddisfatti avvitate ancora, altrimenti potete serrare nuovamente i dadi sul corpo;
Manutenzione 4: Controllo dello stato del cavo
L’unico componente esposto direttamente alle intemperie è il cavo metallico, che può ossidarsi, sfilacciarsi o allungarsi (perdendo così la possibilità di tensionamento). per questo è importante ogni tanto valutarne lo stato di usura. Se il cavo presenta l’estremità sfilacciata, è corroso in più punti oppure si distanzia dal telaio con la classica “pancia”, significa che è da sostituire. Potete effettuare questo controllo ogni volta che lavate la bici. Ricordatevi sempre che quando cambiate un cavo, conviene sempre sostituire anche le guaine;
Manutenzione 5: Sostituzione dei cavi e delle guaine
Per mettere in pratica questa operazione abbiamo bisogno di:
• Cavo metallico per freni da ø1.6 per bici da città o mtb (quelli per bici da corsa hanno il terminale differente);
• Guaina per freni, meglio se di quelle con rivestimento interno in teflon;
• Capiguaina e capicorda;
• Tronchese;
• Chiave a brugola da 5mm o chiave inglese da 10mm: per svitare il bullone di fermo del cavo (dipende da che tipo di fissaggio viene usato sul vostro freno);
Per prima cosa tagliate il capocorda dell’estremità del vecchio filo.
Allentate la vite di fermo ed estraete il cavo dalla vite di tensionamento. Sfilate tutte le guaine vecchie e il cavo, fino a giungere alla leva.
Abbassate la leva ed estraete completamente il cavo. Se risultasse difficile afferrare il terminale, potete usare delle pinze a becco per aiutarvi.
Ora tagliate le guaine nuove, usando quelle vecchie come dima.
Dopo averle tagliate a misura, apritene l’estremità con un punteruolo, poiché il taglio produce uno schiacciamento del rivestimento interno che blocca il passaggio e comprometterebbe la scorrevolezza del cavo.
Una volta allargato il foro, montate i capoguaina.
Infilate il cavo nella leva, facendo combaciare il terminale con la sua sede. Infilate ora il cavo nelle guaine, mandate in battuta un’estremità della prima guaina nella vite di tensionamento della leva e montate tutte le guaine facendole passare nei supporti del telaio.
Infilate nuovamente il cavo nella vite di tensionamento ed in quella di fermo, dopodiché serrate la vite stessa per mantenerlo in posizione.
Considerate circa 5cm di lunghezza del cavo oltre la vite di fermo e tagliatene l’eccedenza con il tronchese.
Infine calzate il capocorda sul cavo e schiacciatelo per evitare che l’estremità si sfilacci. Ora che avete montato il nuovo cavo, premete la leva dieci volte ed eseguite l’operazione di tensionamento.
Concludendo
Abbiamo così visto le manutenzioni più semplici e comuni che si possono effettuare su un freno al mozzo. Operazioni che possiamo svolgere in autonomia e che ci consentiranno di avere un freno sempre efficiente e pronto e di allungare i tempi tra le manutenzioni davvero importanti.
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