Motivazione per allenarsi. Tutti noi vorremmo possedere una motivazione che ci spinga ad allenarci con regolarità e costanza, a superare gli attriti dettati dalla vita quotidiana, dalla famiglia, dallo stress, dal freddo e da altre circostanze. Ultimamente alcuni studi scientifici hanno messo in crisi il modello classico della motivazione per allenarsi e in questo articolo andiamo a vedere cosa dicono.
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Motivazione per allenarsi: una breve sintesi
La motivazione è la spinta che ci porta a compiere un’azione. Nel campo dell’allenamento la motivazione si distingue in:
- Intrinseca: nasce da dentro e dipende dal proprio stato d’animo e dai propri valori;
- Estrinseca: sorge grazie al supporto esterno o in base a dei premi messi in palio;
Guru, scienziati, sportivi, chiunque ha parlato in questi anni di motivazione per allenarsi e di come trovarla ma alcuni studi stanno mettendo in discussione ciò che sappiamo su questo importante aspetto psicologico.
Il runner’s high e la motivazione per allenarsi

Il nostro organismo è programmato per fare tre cose:
- trasmettere i nostri geni alla prole;
- risparmiare energia;
- scappare dal dolore.
Sottoporsi ad allenamenti intensi ed estenuanti non è qualcosa che il nostro corpo ama fare, poiché produce un’alterazione dell’omeostasi, cioè dell’equilibrio dei sistemi energetici.
Per questo, quando ci alleniamo a intensità elevate, il cervello e le ghiandole deputate alla produzione di adrenalina secernono specifici neurotrasmettitori che hanno lo scopo di impedirci di sentire dolore e fatica. Il rilascio di queste molecole nel corpo produce un effetto di felicità, di totale svuotamento, di euforia, che è perfettamente paragonabile a uno sballo, dato che si tratta di molecole simili ad oppiodi e cannabinoidi. È quello stato che ci permette di stringere un legame molto forte con i nostri compagni di pedalata, di squadra o di gruppo (nel Judo, dopo un randori accanito, i due compagni si abbracciano per ringraziarsi a vicenda dell’impegno profuso). Tale situazione emotiva viene definita “Runner’s high” e ne ho parlato ampiamente qui.
Ma c’è un ulteriore aspetto.
Partiamo dallo studio “A microbiome-dependent gut–brain pathway regulates motivation for exercise” (Nature, 2022). Nello studio si parla del fatto che i meccanismi che regolano la motivazione di un individuo a partecipare all’attività fisica rimangono incompresi. Un fattore importante che stimola la partecipazione sia nell’esercizio competitivo che ricreativo è il piacere motivante derivato dall’attività fisica prolungata, causato dai cambiamenti neurochimici indotti dall’esercizio nel cervello. Nello studio viene mostrata la scoperta di una connessione intestino-cervello in topi che potenzia le prestazioni fisiche aumentando la secrezione di dopamina durante l’attività fisica. La stimolazione di questo percorso migliora le prestazioni nella corsa, mentre la mancanza di microbioma, l’inibizione periferica dei recettori endocannabinoidi, l’ablazione dei neuroni afferenti spinali o il blocco della dopamina annullano la capacità di esercizio.
In termini meno scientifici, il rilascio di queste sostanze produce un incremento della secrezione di dopamina, che è la molecola che incrementa la motivazione. Il corpo desidera riprovare queste sensazioni e allora attiva una serie di risposte biochimiche che ci portano a volerci allenare ancora e ancora e ancora.
Trovare la motivazione per allenarsi non è come credi

Studi scientifici alla mano possiamo dire che non siamo noi a dover trovare la motivazione per allenarci, è la motivazione a trovare noi se ci alleniamo.
Non dobbiamo attendere di avere voglia di allenarci per farlo. Nessun guru o motivatore potrà infondervi la voglia di allenarvi, nemmeno io con questi articoli posso farlo.
Ciò che dobbiamo fare è semplicemente iniziare a muoverci e poi sarà la nostra stessa biochimica a spingerci a farlo con costanza.
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