Schwalbe Procore: la ricerca del grip estremo

Schwalbe Procore: la ricerca del grip estremo
TAGS: pneumatici

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La ricerca del setup perfetto della mtb passa anche dalla scelta delle coperture e dalla ricerca tecnologica che vi sta dietro. In questo articolo cercheremo di illustrare un nuovo sistema che potrebbe aiutare noi biker a risolvere il problema dell’aderenza in ogni condizione.

Il grip: un breve ripasso


Per un biker trovare il giusto grip equivale a risolvere un’equazione nella quale l’incognita x è appunto l’aderenza, influenzata da fattori come la mescola dello pneumatico, la sezione, il disegno dei tasselli e la pressione di gonfiaggio. Aggiungiamo il fatto che il grip non è una costante bensì tende a variare, obbligandoci a compiere delle scelte per adattarci alle situazioni che ci si presentano. Facciamo un esempio: immaginiamo di partecipare a una marathon in montagna o di effettuare un lungo trail in quota. Il tempo è bello, per cui scegliamo dei copertoni stretti, scorrevoli e li gonfiamo a una pressione più alta, per limitare il contatto con il terreno e quindi l’attrito, in modo da poter correre sul sentiero senza disperdere troppa energia. Quando arriviamo in cima però veniamo sorpresi da un temporale, il terreno si fa fangoso, le rocce diventano scivolose e a ogni strappo sentiamo la ruota posteriore schizzare via non appena ci solleviamo sui pedali. Cosa facciamo? Scendiamo dalla bici e sgonfiamo le gomme. Di per sé è una soluzione tecnicamente valida, poiché così lo pneumatico sarà più morbido, si deformerà maggiormente ampliando la superficie di contatto (creando l’effetto “ciaspola” che ci permette di galleggiare sul fango), l’ingranamento dei tasselli nel suolo migliorerà e quindi l’aderenza. Il problema viene dal fatto che la pressione delle gomme è inversamente proporzionale al rischio di pizzicatura, poiché uno pneumatico meno gonfio tende a essere più deformabile e quindi può essere “ghigliottinato” dal cerchio. Inoltre non potremmo mai abbassare la pressione al di sotto dei 1,5bar senza correre il rischio di piegare o ammaccare il cerchio in caso di forte impatto o di far stallonare il copertone, con tutti i pericoli conseguenti. Come fare?

La tecnologia Procore e la doppia camera

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Tra le tante proposte per la risoluzione del problema quella che mi ha incuriosito di più al momento del lancio è stata il Procore, brevettato dalla casa tedesca Schwalbe. Si tratta di un sistema costituito da una camera interna che si monta sul cerchio e di uno pneumatico tubeless con lattice all’esterno, separati da una lamina azzurra che ha la funzione del nastro nella latticizzaione tubeless classica. La camera viene gonfiata a 4-6bar, una pressione molto alta che consente di salvaguardare il cerchio nei forti impatti e di dare stabilità alla ruota, oltre a proteggere dalle pizzicature, poiché la camera diventa rigida e resistente.
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All’esterno si fa tallonare lo pneumatico vero e proprio, che utilizza la tecnologia tubeless (che vi racconteremo nel prossimo articolo), reso impermeabile all’aria grazie all’applicazione del lattice. Lo pneumatico può essere gonfiato a una pressione di 0,8bar fino a un massimo di 1,5bar senza che vi sia pericolo di stallonare. Ciò lo rende estremamente deformabile, cosa che amplifica l’aderenza al suolo, la proiezione dell’ellisse sul terreno e quindi il grip anche nelle situazioni più sfavorevoli. La trazione sarà sicuramente migliorata senza contare che uno pneumatico così morbido amplificherà l’effetto ammortizzante e quindi il confort di guida anche su trail accidentati.
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Quando è stato proposto in fiera l’anno scorso il Procore non mi aveva entusiasmato, poiché erano necessarie due valvole di gonfiaggio, una per la camera interna e una per lo pneumatico, situazione che presupponeva la foratura del cerchio per l’alloggio della seconda valvola (so che alcuni di voi sbiancheranno solo all’idea). I tecnici tedeschi sono riusciti però a trovare una quadra e a realizzare una valvola apposita che consente di selezionare la camera da gonfiare, utilizzando quindi una sola valvola per camera e pneumatico senza dover forare il cerchio.
La casa tedesca propone la tecnologia Procore sia per ruote da 26”, 27,5” e 29”, in un set composto dalle camere d’aria, la lamina di separazione, il lattice, le valvole e il fissante dello pneumatico. Gli pneumatici non sono inclusi nel kit e il sistema lavora su cerchi normali convertiti per il sistema tubeless.

Concludendo

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Il sistema è molto interessante poiché consente di avere grip anche in situazioni sfavorevoli come percorsi enduristici molto scivolosi o circuiti da XC con notevoli strappi e aderenza minima. A noi non rimane quindi che attendere una prova su strada (pardon, fuori strada) per valutarne effettivamente i pregi e i difetti. Rimane comunque il fatto di aver assistito a un ulteriore balzo tecnologico proveniente dal mondo delle ruote grasse, che si attesta come uno dei “ciclismi” più vivaci, interessanti e in evoluzione del momento.

Commenti

  1. stefano ha detto:

    permettetemi di segnalare l’alternativa italiana: http://www.deaneasy.it

    1. Omar Gatti Omar Gatti ha detto:

      Ciao Stefano,
      grazie per la segnalazione. E’ da qualche tempo che tengo d’occhio anche il sistema DeanEasy e presto infatti lo tratteremo per un confronto tecnico.

      Buone pedalate

      Omar

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