Attività fisica

Permettiamo ai nostri ragazzi di muoversi

Nelle zone rosse le scuole medie e superiori sono chiuse e milioni di ragazzi stanno affrontando il tema della didattica a distanza. Il che, tradotto in parole povere, significa alzarsi al mattino, seguire lezioni in pigiama seduti al computer e poi passare il resto del giorno in casa, a fare i compiti e a giocare con lo smartphone.

Quella che sembra una soluzione ottimale per evitare che contraggano un’infezione da COVID-19 è in realtà una lenta condanna. Il tempo che questi adolescenti passeranno in uno stato di perenne immobilità, avrà una seria ricaduta sulla loro vita da adulti ma anche sui loro voti.

Uno studio, svolto in Francia nel 2008, dal titolo “Physical education, school physical activity, school sports and academic performance”, ha diviso i bambini in due gruppi. Al primo hanno aggiunto un’ora di lezione teorica. Al secondo un’ora di educazione fisica.

ragazzi

Il gruppo che svolgeva un’ora di educazione fisica al giorno aveva migliorato tutti i voti anche nelle altre materie, mostrava un miglior comportamento in classe, le assenze per malattia si erano ridotte e i livelli di attenzione, concentrazione e memoria erano maggiori.

Il secondo gruppo non mostrava miglioramenti nei voti e in media la salute fisica dei bambini era peggiore, poichè saltavano più giorni di lezione per malattia.

Ci siamo convinti che immobilità significhi meno rischi, maggior attenzione, più focus. La realtà è totalmente diversa: l’immobilità produce passività, malattia, disagio. Ci aliena da ciò che siamo: esseri umani che sono nati per muoversi.

Un domani, se non agiamo nel lungo periodo, ci troveremo con 40enni con l’osteoporosi, il diabete e l’ipertensione, che anziché esercitare leadership nel nostro paese, sapranno solo essere passivi, perché così gli è sempre stato insegnato.

Io vorrei che la classe politica iniziasse a ragionare in termini di decenni e non solo nell’immediato, poiché il rischio che stiamo correndo è molto alto e per scongiurarlo basterebbe davvero poco: inserire un’ora di attività fisica a scuola oppure, ancora più semplicemente, permettere ai ragazzi di andare a scuola in bicicletta e di giocare nel cortile che è diventato solo un immenso parcheggio di auto.

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