Usare la bici permette di far lavorare a fondo il sistema cardiocircolatorio, vediamo insieme come.
Quello che vedete in foto è mio papà Renato, classe 1946. Nel 2004 ha subito un leggero infarto, che lo ha costretto a un’operazione chirurgica per la riapertura delle arterie occluse responsabili dell’ischemia. Oggi, dopo dieci anni, ha perso 15kg, ha smesso di fumare e ha fatto della bicicletta il mezzo di trasporto preferito. La sua storia è uguale a tanti uomini di mezza età, che si accorgono di aver trascurato la propria salute solo dopo aver avuto “il colpetto” e che finalmente decidono di dare una svolta alla propria vita. Oggi vi racconterò perché l’uso della bicicletta può essere decisivo per risolvere le storie di questi uomini e donne, come il mio papà.
Indice
• Cos’è l’infarto
• Cause dell’infarto del miocardio
• La bici come terapia post infarto
• Rimettersi dall’infarto con la bici: consigli utili
• Tabella esempio per riprendere l’attività dopo un infarto
Cos’è l’infarto
Per infarto s’intende la necrosi di un tessuto, dovuta alla mancata irrorazione di sangue. Questo deficit di irrorazione sanguinea è dovuto all’occlusione delle arterie, detta arterosclerosi. Gli infarti possono essere coronarici (ovvero legati al sistema circolatorio), celebrarli (i cosiddetti ictus), polmonari o intestinali. I più diffusi sono quelli coronarici e si attestano come una delle principali cause di morte nei paesi industrializzati. L’infarto coronarico o del miocardio di solito si presenta come una malessere localizzato a livello del petto, con formicolio o assenza di sensibilità del braccio sinistro, pesantezza e difficoltà di respirazione. Molto spesso questi sintomi vengono ignorati, confusi per difficoltà digestive o per dei “dolori intercostali”. In realtà uno dei fattori primari per risolvere l’ischemia è appunto la tempestività d’intervento.
Cause dell’infarto del miocardio
Vi sono molteplici cause che possono scatenare l’infarto. Anche una sola di quelle elencate può provocare un’ischemia, per cui la concomitanza dei fattori di rischio può aumentare notevolmente le probabilità d’insorgenza del problema:
• Predisposizione genetica e familiare;
• Ipertensione arteriosa;
• Percentuali elevate nel sangue di colesterolo LDL, ovvero lipoproteine a bassa densità, dette anche “colesterolo cattivo”;
• Basse percentuali nel sangue di colesterolo HDL, ovvero lipoproteine a alta densità, dette anche “colesterolo buono”;
• Trigliderici elevati;
• Sedentarietà;
• Sovrappeso e obesità;
• Alcolismo e tabagismo;
• Stress emotivo elevato;
• Ansia.
La bici come terapia post infarto
Oltre all’assunzione di farmaci appositi, alla rinuncia totale al tabagismo, alla perdita di peso e alla scelta di un regime alimentare ricco di frutta e verdura, mio papà ha cominciato a usare la bici per gli spostamenti quotidiani. Iniziando con calma, con dei giretti pomeridiani di pochi chilometri, ora la utilizza per tutto, ci va a fare la spesa, dal medico, a fare gli esami, fa un lungo giro ogni pomeriggio, seguendo il suo ritmo, senza fretta. Quando la temperatura esterna è troppo fredda (una situazione che le persone colpite da ischemia devono evitare), si adatta a usare la cyclette. In questi dieci anni il cuore di mio papà è migliorato molto e ultimamente ha riscontrato che le tracce dell’ischemia sono quasi sparite.
Un uso frequente della bicicletta, praticato a intensità basse e tralasciando l’agonismo, ha i seguenti vantaggi per i soggetti colpiti da ischemia:
• Scarico del lavoro delle articolazioni (adatto quindi a persone in sovrappeso);
• Aumento della grandezza del cuore e del diametro delle vene;
• Migliore ossigenazione dei muscoli;
• Riduzione della frequenza cardiaca a riposo;
• Diminuzione della pressione arteriosa;
• Perdita di peso (l’obesità è un fattore di rischio);
• Miglioramento dell’umore e delle attività celebrali;
• Produzione del colesterolo buono a scapito di quello cattivo;
• Diminuzione del livello di trigligeridi nel sangue.
Come si può capire, usare la bici permette di far lavorare a fondo il sistema cardiocircolatorio. Una delle convinzioni errate ormai diffuse è quella che il nostro fisico si usuri se utilizzato, mentre se viene mantenuto fermo si salvaguarda meglio. Mai concetto è stato più sbagliato ed è figlio del benessere acquisito e della sedentarietà. Inoltre è lo spot perfetto per le case farmacologiche, che permette loro di vendere più farmaci per cardiopatici.
Infatti il nostro organismo, quando viene stressato fisicamente durante l’allenamento, nelle ore successive dedicate al riposo attua una serie di modificazioni affinché possa sopportare stress futuri anche più elevati del precedente. Questa stupenda caratteristica (detta supercompensazione) del nostro corpo fa sì che, attraverso lo sforzo fisico, si possa migliorare il proprio stato di salute generale anche dopo situazioni gravi come l’infarto. Infatti per adattarsi agli stress dell’allenamento, avvengono delle modificazioni che sono salutari, che mettono in modo gli organi e il sistema immunitario, che si fortifica anch’esso. Una volta ho letto una bella frase: il nostro corpo è come una dinamo, più lo usiamo più lui si ricarica.
Inoltre se l’ischemia è dovuta solo a motivi di stress (lavorativo, ambientale, affettivo), l’uso della bicicletta permette di sfogare le tensioni e la rabbia accumulate, donandoci una sana (e a volte davvero necessaria) valvola di sfogo. Inoltre, durante l’attività fisica, il nostro cervello secerne delle sostanze denominate endorfine, che hanno proprietà calmanti e analgesiche, assimilabili a quelle della morfina e dell’oppio ma completamente naturali e senza controindicazioni. Queste endorfine migliorano l’umore, leniscono lo stress, riducono le infiammazioni, generano euforia come delle vere e proprie droghe. Non a caso la comunità scientifica ha denominato questa caratteristica dell’attività fisica come “Runner’s high”, ovvero “lo sballo del corridore”, poiché interviene una vera e propria dipendenza dalle sensazioni provate durante l’attività fisica. Quindi praticare sport, soprattutto bicicletta, aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari e a rimettersi dopo un’ischemia.
Rimettersi dall’infarto con la bici: consigli utili
Riprendersi da un evento grave come un’ischemia del miocardio richiede tempo, pazienza e disciplina. Non si può improvvisare e andrebbe valutata insieme al proprio medico e al cardiologo e sviluppata sempre sotto osservanza medica.
Oltre all’assunzione dei farmaci per cardiopatici, alla rinuncia del tabagismo e alla scelta di una dieta, possiamo decidere di usare la bici per rimetterci dall’infarto. La cosa più importante da mettere in chiaro è: serve forza di volontà. Il fisico di chi ha avuto un infarto è debilitato, alcuni tessuti sono necrotizzati e il cuore può aver subito danni anche gravi. Per questo è importante dedicarsi appieno al percorso riabilitativo, senza far finta di nulla o mentire a sé stessi, dicendo “oggi no ma domani sicuro che vado” e procrastinare l’uscita all’infinito.
Quelli che seguono sono dei consigli utili per chi volesse provare a usare la bici, basati sull’esperienza del sig.Renato e sui consigli medici da lui seguiti. Va da sé che prima di iniziare qualunque attività fisica si debba rivolgersi al proprio medico curante:
• Iniziate lentamente: se eravate persone sedentarie, fumatrici o bevitrici, è inutile fingere di essere degli sportivi solo perché si è avuto l’infarto e si sia presa “una bella strizza”. Iniziate gradualmente, con uscite brevi e leggere, con una frequenza di pedalata alta e senza dislivelli eccessivi;
• Effettuate controlli annuali: una visita cardiologia e un test da sforzo saranno dei buoni esami per verificare se il vostro lavoro sta avendo effetti positivi sull’ischemia;
• Evitate di uscire quando fa freddo o troppo caldo: situazioni di caldo o freddo estremi influenzano la pressione sanguigna. E’ meglio dedicarsi alla cyclette stando al riparo nella propria abitazione;
• Ascoltate voi stessi: se accusate dolori, affaticamenti, difficoltà respiratorie, fermatevi a riprendere fiato e diminuite il ritmo. L’attività dei giorni successivi dovrà avere intensità minore;
• Siate costanti: meglio uscire venti minuti tutti i giorni che un’ora solo la domenica;
• Mettetevi in testa che non è una gara: evitate di entrare in competizione con voi stessi, di voler a tutti i costi aumentare chilometraggi e dislivelli. L’obiettivo non è primeggiare contro qualcuno bensì rimettere in sesto il vostro fisico.
Tabella esempio per riprendere l’attività dopo un infarto
Rimettersi in moto dopo un infarto e un’operazione al cuore può essere lungo e faticoso. Bisogna affrontare un passo alla volta. Un buon esempio può essere quello che segue.
Per i primi due mesi
• Fare i mestieri di casa in modo leggero, senza alzare pesi;
• Curare il giardino (bagnare e potare i fiori);
• Letture (per mantenere allenato il cervello);
• Camminate brevi e leggere;
Per i seguenti due mesi
• Mestieri di casa pesanti (scopare, pulire per terra, strofinare);
• Aerobica leggera senza pesi;
• Camminate più lunghe;
• Portare a spasso il cane;
• Fare le scale e dimenticare l’ascensore;
Dopo quattro mesi dall’intervento
• Iniziare a uscire in bicicletta;
• Andare a fare la spesa a piedi;
• Jogging leggero.
Niente è impossibile, perché “volere è potere” e, seguendo l’esempio di molti personaggi famosi e di tantissimi anonimi, è davvero possibile riprendersi dall’infarto e farlo anche grazie alle nostre care due ruote a pedali.
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