Mobilità

Comprare energia dalla Russia finanzia la guerra in Ucraina: un video choc invita al boicottaggio

Comprare energia dalla Russia finanzia la guerra in Ucraina: un video choc invita al boicottaggio

Un video choc che dura poco più di un minuto spiega senza bisogno di parole, ma utilizzando soltanto le immagini e un tappeto sonoro, perché continuare ad acquistare energia – gas e petrolio – dalla Russia di Putin costituisca, di fatto, un finanziamento diretto alla guerra in Ucraina. E invita tutte le aziende straniere che hanno ancora rapporti economici con Putin al boicottaggio, attraverso un messaggio chiaro: “Stop bloody energy”, fermate questa energia macchiata di sangue.

Il video, realizzato dalle tre principali società energetiche ucraine, non ha bisogno di ulteriori commenti e rimanda al sito bloody.energy in cui è presente una presa di posizione netta nei confronti degli Stati e delle aziende che acquistano gas e petrolio dalla Russia di Putin:

Ogni dollaro pagato per l’energia russa è un dollaro che sostiene una guerra omicida. Non puoi più esitare in merito a fare o non fare affari con le compagnie energetiche russe. E abbiamo un messaggio chiaro per coloro che non lo hanno capito: ciò che i tuoi margini coprono oggi è un numero specifico di bambini ucraini uccisi, case distrutte, città decimate e milioni di vite perse o dilaniate dalla guerra.

Il gruppo DTEK, l’ucraino NJSC Naftogaz e l’NPC Ukrenergo hanno invitato le società occidentali a interrompere la cooperazione con la Russia nel settore dei combustibili e dell’energia. Rappresentiamo le principali società energetiche ucraine che si uniscono per costruire una piattaforma di esperti per combattere sul fronte energetico.

Esporremo ogni azienda che finanzia questa guerra non provocata nel cuore dell’Europa.

Mostreremo ai vostri azionisti quanti ucraini hanno ucciso i loro soldi.

L’unico modo per fermare questa guerra è privare il paese aggressore dei mezzi per finanziarla.

Stiamo aspettando che altri esperti si uniscano a noi per espandere il fronte nella nostra lotta contro il nemico!

Fonte: https://bloody.energy/

L’iniziativa realizzata dalle tre principali società energetiche ucraine è stata ripresa da alcune importanti testate internazionali e di settoreThe Times, Bloomberg, World Oil – e riporta tra l’altro anche un’infografica esplicativa su quanto l’acquisto dell’energia dalla Russia finanzi la guerra in Ucraina:

bloody energy energia Russia guerra in Ucraina

Qualche settimana fa era comparso un meme sui social in cui veniva rielaborata una vecchia pubblicità contro il nazismo in chiave anti-Putin e con un messaggio pro-bici: “Ogni volta che guidi un’auto lo fai con Putin, fatti una pedalata oggi!”.

Quando guidi con Putin

In questi giorni il tema è di stretta attualità anche in Italia, ma sui social a fare notizia è stata più l’uscita del presidente del consiglio Mario Draghi su pace e condizionatoreanziché un ragionamento analitico su quello che andrebbe fatto per affrancarsi dall’acquisto dell’energia proveniente dalla Russia, in primis cercando di minimizzare l’impronta energivora correlata al nostro stile di vita. E non soltanto attraverso politiche di sconti sui carburanti.

Il primo aprile qui su Bikeitalia avevamo pubblicato un pesce d’aprile che annunciava misure senza precedenti del governo italiano per sostenere la transizione energetica della mobilità, un Piano Marshall all’insegna della transizione ecologica. Uno scherzo, certo, ma anche una provocazione che riportava almeno un paio di punti percorribili e interessanti da sviluppare, soprattutto alla luce della situazione geopolitica internazionale.

Certamente un incentivo economico per chi si sposta in bicicletta sarebbe qualcosa di auspicabile, fattibile e con costi relativamente bassi. Così come un piano di incentivi mirati per i Comuni che decidono di attuare politiche meno energivore, anche legate alla mobilità: e quindi è anche possibile immaginare fondi dedicati per l’acquisto di mezzi pubblici a basso impatto ambientale e ad alta efficienza energetica.

COP26 greenwashing

Di difficile attuazione, invece, il punto relativo alla riduzione del parco auto circolante: quello dell’automotive è un settore drogato dagli incentivi – i cosiddetti ecobonus – che hanno riempito il nostro Paese di automobili facendoci arrivare a uno dei tassi di motorizzazione più alti del mondo. E anche in questo frangente – proprio pochi giorni fa, su proposta del Ministero dello Sviluppo Economico – il governo ha deliberato l’ennesima prebenda per i venditori di automobili, prevedendo incentivi non solo per le elettriche e le ibride plug-in ma anche per le auto alimentate a benzina e a diesel. E le risorse stanziate dal governo nel fondo automotive fino al 2030 ammontano a ben 8,7 miliardi di euro.

Proprio perché ci troviamo in un momento senza precedenti nella storia è necessario prendere decisioni in netta discontinuità con il passato recente che ci ha portato fino a questo punto, sarebbe intelligente – dal punto di vista della mobilità – investire nel mezzo di trasporto più efficiente e meno inquinante al mondo che, come dimostra senza ombra di dubbio o smentita anche questo grafico realizzato dall’International Transport Forum, è la bicicletta.

[La fonte del grafico riportato nel tweet è disponibile qui: https://www.itf-oecd.org/good-go-assessing-environmental-performance-new-mobility]

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