Le strade italiane sono le peggiori del mondo per pedalare?

20 Marzo 2023

La domanda ciclicamente si ripropone, perché gli episodi di violenza stradale sono all’ordine del giorno qui da noi: le strade italiane sono le peggiori del mondo per pedalare? La questione è tornata prepotentemente di attualità alla vigilia della Milano-Sanremo quando il ciclista belga Wout Van Aert ha pubblicato su Strava la traccia della sua sgambata pre-gara accompagnata dallo sfogo: “Felice di aver concluso la più brutta pedalata dell’anno tutto intero”. Poi alla Classica di Primavera si è piazzato al terzo posto, ma al di là dei risultati sportivi resta drammaticamente attuale il tema della sicurezza stradale di chi pedala in Italia.

Le strade italiane: le peggiori del mondo per pedalare?

Questo è, purtroppo, il biglietto da visita che l’Italia dà a chi viene da fuori a pedalare sulle sue strade: salvo rare eccezioni – che si verificano su arterie a basso scorrimento o strade secondarie in luoghi poco abitati – l’esperienza in sella di qualsiasi tipo di ciclista si avvicina pericolosamente allo standard “pedalate da incubo” denunciato recentemente da Van Aert.

Lo ha sottolineato anche l’ultracyclist Omar Di Felice – rientrato da poco in Italia dall’India dopo aver portato a termine il suo progetto “Alone in Ladakh” – riprendendo questa notizia sui suoi canali social: “Un Paese vecchio per ‘menti vecchie’ che non si preoccupano delle costanti figure di gesso che ci facciamo ogni volta che uno straniero proveniente da un Paese più civile ci mette di fronte a situazioni come quelle sperimentate da Wout Van Aert. Che vergogna ospitare un grande campione e leggere questo tipo di commento”.

Manca il rispetto per chi pedala

Il tema è sempre quello: in Italia manca il rispetto per chi pedala e, in genere, per tutti gli utenti fragili della strada. Non siamo deboli, ma fragili in quanto non protetti da una corazza: un discorso che vale per i ciclisti ma che si estende anche ad altre tipologie, dal pedone al disabile in carrozzina. La logica imperante sulle nostre strade consacrate alla quattroruote è quella della fluidificazione del traffico: chi va in bici viene considerato un ostacolo, non deve intralciare le auto e viene relegato ai margini della carreggiata, insieme con i detriti e i materiali di risulta.

La sicurezza (stradale) che non c’è

La sicurezza stradale sbandierata nei convegni e nelle promesse di troppi amministratori locali si scontra con la realtà dei fatti delle nostre strade – denunciate spesso dagli addetti ai lavori come le peggiori al mondo per pedalare – dove portare a casa la pelle dopo una semplice sgambata è già una conquista. E purtroppo questo tema rimane sempre sottotraccia salvo poi deflagrare quando il fatto è troppo eclatante per restare sotto il tappeto: gli investimenti mortali dei campioni di ciclismo Michele Scarponi e di Davide Rebellin, o l’uccisione in sella della giovanissima promessa Silvia Piccini (strappata alla vita a 17 anni e la cui investitrice ha recentemente patteggiato 1 anno e 4 mesi, con sospensione della patente per tre anni).

Un danno – non solo d’immagine – incalcolabile

Oltre alla primaria questione della sicurezza per chi pedala, il tema della pericolosità delle nostre strade costituisce anche un danno – non solo d’immagine – incalcolabile: quante persone rinunciano ogni anno a visitare l’Italia in bicicletta per paura di non poter pedalare in sicurezza? Quante persone ogni giorno rinunciano a prendere la bici per spostarsi perché “è pericoloso” e coprono brevi distanze urbane in auto per la mancanza di alternative sicure per pedalare? Che cosa stiamo facendo come sistema-Paese per impedire che le strade italiane continuino a essere considerate – dati alla mano – come le più pericolose del mondo per pedalare?

Tenere alta l’attenzione sul tema

La questione è sempre all’ordine del giorno e nella stragrande maggioranza dei casi riguarda persone comuni: lo dimostra la chiave di ricerca su Google News “ciclista investito” che ogni si aggiorna registrando la pubblicazione di nuove collisioni stradali. Qui su Bikeitalia monitoriamo il tema e lo seguiamo con attenzione e non mancherà occasione di parlarne anche alla Fiera del Cicloturismo con alcuni ospiti che si avvicenderanno sul palco dei Bikeitalia Talks: oltre al già citato Omar Di Felice, l’inossidabile Paola Gianotti con la sua associazione per la sicurezza stradale “Io rispetto il ciclista” e il cicloviaggiatore Dino Lanzaretti, solo per citarne alcuni.

fiera del cicloturismo

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Commenti

Un commento a "Le strade italiane sono le peggiori del mondo per pedalare?"

  1. severino ha detto:

    Cari amici di BikeItalia,
    fate bene, anzi benssimo a rimarcare la pericolosità delle nostre strade, sia per chi va in bici e anche per i pedoni.
    Ma…purtroppo i messaggi che lanciate e che noi “del settore” condividiamo perchè coinvolti, non raggiungono coloro che generelmante causano gli incidenti, ovvero gli AUTOMOBILISTI/CAMIONISTI/MOTOCICLISTI.
    Sono loro da raggiungere e sensibilizzare.
    Come fare? Bella domanda con più risposte, una possibile potrebbe essere quella di pubblicare gli articoli di denuncia sui siti dedicati alle gategorie sopramenzionate.
    Ciao e buone pedalate.

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