Bambini

La prima escursione in mtb con mio figlio

Sabato io e mio figlio abbiamo fatto la nostra prima escursione in mtb. Che, a dirla tutta, non è stata una vera e propria mtb, dato che io pedalavo su una bicicletta gravel e lui sulla sua, che usa per qualunque tracciato. Ma è stato bello, divertente e soprattutto interessante per alcuni risvolti che magari possono non apparire così immediati ma che sono estremamente importanti.

Pedalare con i bambini ci aiuta a essere genitori migliori

La nostra prima escursione è durata due ore e ci ha permesso di coprire circa 10km in un circuito ad anello, con discese, salite, tratti di sterrato e di brecciolino. È stata dura, lo ammetto (più per me che per lui, dato che in salita a volte dovevo spingerlo) ma è stato estremamente divertente. A un certo punto, mentre affrontavamo una salitella, dall’alto sono apparsi tre biker che stavano scendendo. Ho gridato a mio figlio: “Fabio, togliti dal mezzo del sentiero, falli passare” e lui, ligio al dovere, si è letteralmente tuffato con la bici nell’erba. Ancora adesso ne ridiamo.

Sin dalla nascita di mio figlio, nel 2016, ho scritto su Bikeitalia di quanto la bici ci possa rendere dei genitori migliori, perché la bicicletta è una maestra severa ma allo stesso tempo molto dolce e lo è per il bambino e per il genitore. Al bambino insegna il valore della fatica e dell’impegno e anche quello della sconfitta, quando non si riesce a superare un passaggio, una salita o quando si cade. Al genitore insegna una cosa fondamentale, che in questi tempi è stata quasi dimenticata: fare un passo indietro. Anche se siamo lì, nello stesso momento, con nostro figlio, non possiamo pedalare al posto suo, non possiamo farci carico della sua fatica, non possiamo evitare che sudi, che soffra, che cada.

Tutto questo è decisamente importante, perché insegna a noi genitori, che spesso tendiamo a essere iperprotettivi, a “lasciare andare” i nostri figli, a far sì che scoprano la vita anche attraverso la fatica, il sudore e la sconfitta.

La prima escursione in mtb con mio figlio

Inoltre, la bicicletta è uno strumento importante per mostrarci un aspetto dei nostri figli che fatichiamo sempre a comprendere: i loro limiti. Noi genitori tendiamo a sottostimare le capacità fisiche dei nostri figli, pensando sempre che “non possano farcela”. E loro non vedono l’ora di dimostrarci quanto abbiamo torto. Io mi sono reso conto di quanto questo bias cognitivo pesi sulle mie decisioni l’anno scorso, quando mio figlio per il suo compleanno mi ha chiesto di fare un trekking in montagna e dormire al rifugio. Ho accettato pensando che non ce l’avrebbe mai fatta e invece ha scarpinato fino alla cima senza grandi problemi, a parte una caduta da niente.

Infine, aspetto non secondario, pedalare con i nostri figli ci permette di passare del tempo con loro (cosa che tra smartworking, telefonini sempre connessi e tutto il resto tendiamo a ridurre costantemente) e a creare dei ricordi belli, delle storie che verranno raccontate anche negli anni a venire.

Il valore della bicicletta per un bambino

Al di là del tracciato seguito o dei chilometri percorso, l’esperienza che abbiamo vissuto insieme è importante a livello formativo anche per mio figlio, soprattutto a livello cognitivo e motorio. Anche se il sentiero era un po’ difficile per lui, le salite un po’ troppo ripide e il fondo un po’ troppo sdrucciolevole per i suoi copertoni economici, aver pedalato su questa traccia gli ha permesso di affinare numerose componenti del suo sistema nervoso.

È stato incredibile vedere come, dopo le prime incertezze, già dopo qualche minuto fosse in grado di superare dei radiciai o delle roccette senza problemi, come il passaggio in mezzo al fango diventasse all’improvviso più facile per lui che per me.

La prima escursione in mtb con mio figlio

Ciò avviene perché il sistema nervoso dei bambini è una “spugna” progettata per assorbire le esperienze e creare nuove connessioni nervose che permettano di costruire un bagaglio di nuove competenze motorie.
Perché, come affermato nello studio “The cognitive and social development of the child” (Dent Update, 2015), il sistema nervoso umano è strutturato per consentire il movimento e l’azione. Ciò è dovuto al fatto che, per i nostri antenati nelle caverne, sapersi muovere era vitale. Chi si muoveva fluido e per lungo tempo sopravviveva, chi restava immobile era destinato a soccombere.

Purtroppo, per esempio alle feste di compleanno, vedo genitori che volontariamente bloccano i figli che stanno giocando o correndo con gli altri, li fanno sedere, mettono loro in mano una fetta di torta e un cellulare e dicono “ora stai fermo sennò ti affatichi”.
Un bambino che si muove sarà un adulto intelligente. Un bambino che rimane sempre seduto, beh, le conseguenze le scopriremo tra vent’anni.

La prima escursione in mtb con mio figlio

Sabato è stata la prima ma non sarà sicuramente l’ultima. Spero e farò in modo che ce ne siano molte altre e che un giorno io e il mio Fabio potremo pedalare lungo l’intero Cammino di Santiago, ripercorrendo i tracciati che il suo papà aveva battuto quasi 2 decenni prima. Nel frattempo mi godo il fatto che, appena rientrati a casa infangati, sporchi e sudati, mio figlio sia corso da mia moglie a raccontare di come si sia buttato nell’erba per evitare i biker in discesa.
Significa che si è divertito.

Ed è l’unica cosa che conta, alla fine.

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