Le sospensioni sono i componenti della bicicletta che stanno vivendo il più intenso periodo di evoluzione di tutto il settore. I tecnici delle case costruttrici effettuano continui test per migliorare la risposta delle sospensioni, il comfort di guida e la trasmissione di energia, limitandone l’assorbimento. Diametri maggiorati, materiali più leggeri e presto anche l’applicazione dell’elettronica sono aspetti che riguarderanno le sospensioni nell’immediato futuro. Ma le sospensioni, applicate a una bicicletta, in che modo la rendono più performante? In sostanza una bici ammortizzata è più efficiente di una rigida?
Test 1: Bici rigida vs Hardtail
Per capire se le sospensioni offrono dei vantaggi in termini pratici, non possiamo fare altro che confrontarle sul loro stesso terreno: i sentieri. Le sospensioni infatti offrono sicuramente un vantaggio in termini di confort e di guidabilità del mezzo ma anche degli svantaggi come maggior peso, manutenzione più complessa e un costo d’acquisto più elevato, per cui è bene capire se l’investimento valga la pena oppure no.
Questa domanda se la sono posta anche quattro scienziati statunitensi, che hanno effettuato uno studio combinato tra le mtb rigide e quelle hardtail (dotate di sola forcella ammortizzata, chiamate comunemente front), pubblicato poi su una rivista di biomeccanica d’oltreoceano.
Le due biciclette sono state provate su un terreno che presentava buche e dossi studiati a tavolino e i risultati sono stati i seguenti: una forcella ammortizzata riduce le forze frontali che agiscono sulla bici del 28% e quelle verticali del 37%. In alcuni punti del tracciato, il biker che guidava la bici rigida ha dovuto tenere saldo il manubrio mentre una forza di circa 1200 N agiva sulla ruota anteriore, dove il biker sulla hardtail, nello stesso passaggio, ha dovuto gestire una forza di 800 N, quasi il 30% in meno.
Inoltre se si riducono le forze orizzontali, è minore l’energia necessaria per proseguire e questo si traduce in un affaticamento più lento del biker, che deve spingere meno sui pedali. Le forze verticali invece tendono a staccare la ruota da terra, annullando il grip. Il test dei tecnici statunitensi ha dunque sentenziato che sullo sconnesso è sicuramente più efficiente una bici con forcella ammortizzata piuttosto che rigida. Lo stesso test, riprodotto sull’asfalto, ha invece messo in luce il fatto che l’aggravio di peso della forcella anteriore è maggiore dei benefici di assorbimento delle vibrazioni e che quindi le sospensioni sono controproducenti se usate su strada (per questo gli stradini non avranno mai bici da corsa ammortizzate). Quindi anche per il cicloturismo la scelta di una bici ammortizzata piuttosto che una rigida dipende dal tipo di tracciato che si seguirà. Hanno senso sullo sterrato mentre sono pressoché inutili su asfalto.
Test 2: Hardtail vs full suspended
Un gruppo di ricercatori inglesi ha invece confrontato i benefici e gli svantaggi di una bici hardatil (quindi solo con forcella ammortizzata) e di una full suspended (dotata anche di shock posteriore). L’esigenza di una comparazione è nata dalla diatriba che si è sviluppata negli ultimi anni, dove sempre più bici full suspended vengono usate in ambito cross-country, da sempre disciplina dominata dalle front. Infatti l’aggravio di peso del sistema di sospensione posteriore deve offrire dei vantaggi pratici, altrimenti in una disciplina dove contano anche i secondi, tutto quello che non serve non ha senso d’esistere.
I tecnici hanno fatto passare una mtb hardtail e una full suspended su due tracciati: uno in off-road tipico di una gara di XC e uno più livellato, con asfalto e poche salite tecniche. Entrambe le bici sono state fatte girare per otto volte su entrambi i tracciati e sono stati misurati i parametri degli otto diversi biker che le guidavano (ogni biker ha girato con le due bici su entrambi i tracciati). Mentre i biker giravano, sono stati tenuti sotto controllo i battiti al minuti, l’energia espressa sui pedali e il consumo di ossigeno. Su un tracciato sconnesso i biker con la mtb full suspended hanno consumato quasi il 30% di ossigeno in meno, avevano una frequenza cardiaca di almeno 25 battiti più bassa e in alcuni punti molto sconnessi la forza che dovevano imprimere sui pedali andava dal 30 al 60% in meno rispetto a quella espressa dai biker sulla hardtail, con le bici che viaggiavano alla medesima velocità.
Il consumo di ossigeno infatti è oscillato tra i 27ml/kg/min e i 33,2ml/kg/min per i biker sulla hardtail, mentre i dati di quelli sulla full si fermavano tra i 22ml/kg/min e 24.1ml/kg/min. Il tutto ovviamente sullo stesso tracciato, nelle medesime condizioni atmosferiche e di vento e alla stessa velocità.
Sull’asfalto la situazione è andata a favore della hardtail ma con valori davvero minimali: il consumo di ossigeno è stato di 22,3ml/kg/min per i biker sulla hardtail e di 24.7ml/kg/min per quelli sulla full.
Una bici full suspended è quindi più efficiente di una hardtail sui tratti davvero sconnessi e non paga un dazio elevato nei tratti piani, nonostante un peso più elevato.
Quindi l’utilizzo sempre più ampio di bici full anche in ambito XC ha una sua logica e consentirà di esprimere maggiore potenza, oltra a permettere di affrontare i tracciati odierni, che stanno diventando sempre più tecnici, dove il “manico” conta più dei polmoni.
Concludendo
Sullo sterrato una bici con forcella ammortizzata o full suspended è sicuramente più efficiente di una rigida e questo significa che l’uso di questa tecnologia nel settore mtb non potrà che crescere. Sull’asfalto le cose cambiano e le sospensioni non offrono vantaggi evidenti, oltre al fatto di aumentare il peso e le possibilità di problemi meccanici, quindi non le vedremo mai su bici da corsa. E per il cicloturismo? Ne abbiamo già parlato qui.
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