Bikepacking, un nuovo tipo di cicloturismo

Bikepacking

Sorridendo un po’ che non guasta, la foto sopra potrebbe essere indicata come inizio di cicloturismo. Qualcuno, insomma, che vuole andare in bici senza rinunciare a nulla di quello che ha a casa. Ma al di là del sorriso, il cicloturismo sta diventando anche in Italia un fenomeno importante e non più una peculiarità strana delle genti del nord e di qualche originale. Sempre più sulle nostre strade vediamo italiani che intraprendono un viaggio in bici verso le mete più disparate, e allo stesso tempo si diffondono nuovi modo di organizzarsi. Uno di questi è il bikepacking, che andiamo a scoprire in questo articolo.

bikepacking

Diverse fonti aiutano la ricerca di materiali e di soluzioni tecniche adatte allo scopo. Ma fino ad ora il cicloturismo è stato connotato da biciclette con borse laterali pesanti, e da mete il più delle volte servite da paesi, camping, agriturismi e alberghi. Non si viaggia come quello in foto ma si ha ancora molto bagaglio. Già ad essere capaci di uscire con due borse si è bravi. La bicicletta pesa da sola dai 12 ai 16 kg, e in più vanno calcolati altri 20/25kg per i bagagli, con cui più o meno e si arriva a 35 kg. Le velocità a quel punto si abbassano e non si va oltre i 20 all’ora in piano, mentre in salita meglio non parlarne. Le strade che vengono percorse sono sterrati belli, strade comunali, ciclabili e stradine deserte fuori dal traffico.

Ma da un po’ di tempo alcuni hanno cominciato a pensare di viaggiare in luoghi come questi, in condizioni più difficili, fuori da itinerari serviti, assai spesso con la necessità di portare viveri per più giorni e in tutte le condizioni climatiche e di fondo dove qualche tempo fa avventurarsi in bici era impossibile. Alcune aziende hanno cominciato a produrre biciclette e prodotti specifici per agganciare ciò che serve alla bicicletta senza portapacchi. Questo modo di viaggiare è stato chiamato “Bikepacking”.

Indice
La bici da bikepacking
Allestimento da bikepacking
Aziende di bikepacking
Meglio bikepacking o cicloturismo?

La bici da bikepacking


Ecco come si presenta la bicicletta completamente attrezzata da bikepacking:

bikepacking

Dovendo affrontare i normali singletrack come le MTB, ma per vari giorni, la necessità, che non ci siano sporgenze dall’ingombro del manubrio, ha fatto cambiare il modo di attrezzare la bici, rispetto al cicloturista tradizionale, con borse per il telaio senza aggiunta di portapacchi. Così allestita, la bici porta la stessa quantità delle 4 borse da cicloturismo, che normalmente bastano, se si è normalmente bravi a scegliere quello serve veramente. Lo scopo è avere una superiore maneggevolezza, e a parità di bagaglio avere meno peso.

bikepacking Per chi volesse iniziare questa stupenda maniera di andare in bici può bastare, all’inizio, una normale mtb che già si possiede. Ma è chiaro che l’industria straniera, come sempre, si sta attrezzando per far fronte alle richieste degli avventurieri. Ma gli avventurieri sono sempre un po’ esagerati e normalmente fuori dal coro. E così sul mercato si stanno presentando due tipi di biciclette adatte allo scopo: le fat bike adatte ad un uso su terreni sabbiosi e neve con ruote da 26 ma grassissime, e le 29+ per i terreni al di fuori delle due categorie sopracitate. Volendo si può usare sempre quella su tutti i terreni, ma con una differenza enorme nelle prestazioni fuori dal proprio terreno specifico.

bikepacking

In questo splendido filmato si può ricavare l’idea di un “oltre” più oltre ancora: si tratta di bikepacking con canoa. In pratica non si viene fermati da nulla e prende il norme di bikerafting.

Cosa può fermare un biker così? Rispetto al tradizionale cicloturismo aumentano a dismisura le possibilità di viaggio, anche vicino a casa. Tutte le alpi e gli Appennini possono diventare obbiettivi sensibili percorrendo vecchie mulattiere per giorni e giorni. È un cicloturismo più avventuroso e quindi esige una preparazione mentale superiore.

bikepacking

È così che diventano interessanti uscite anche di soli due o tre giorni, con la propria mtb attrezzata per un viaggio di tutto punto. È un ottimo modo per imparare a gestire l’avventura con sé stessi prima e con l’attrezzatura poi, in vista di una avventura estiva con i fiocchi attraversando territori privi anche di ciclisti, semmai dovessero essere antipatici.

Allestimento da bikepacking


Ma c’è anche chi ha scelto lo stesso equipaggiamento ancora più light per un cicloturismo veloce allestendo la sua bici da corsa nello stesso modo.

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Lui è Andrea Tozzi e ha fatto Parigi Milano via Germania e Brennero in 134 ore compreso le ore di sonno: un ultracycling in autonomia senza staff al seguito con la sua Peugeot. Quest’anno ha inoltre percorso gli Stati Uniti da ovest a est, e per sgranchirsi qualche settimana fa è andato dal Tirreno all’Adriatico in mezza giornata e un’altra mezza per tornare passando dal Mandrioli.

Il mondo del ciclismo turistico e sportivo cambia, si interseca e produce nuove opportunità che consentono a molte persone di saltare in bici e andare senza l’obbligo di essere superperformanti, interpretando come meglio gradiscono il loro viaggio in bicicletta. Molte di queste avventure richiedono ovviamente fisico e allenamento, testa, questa un po’ più di quello che ci vuole di solito e anche un non eccessivo numero di anni. 

Per cominciare ad informarsi sui nuovi orizzonti di questo tipo di cicloturismo e con prospettive ancora tutte da percorrere un cicloviaggiatore di lungo corso ha aperto un sito con tanto di forum diari di viaggio, percorsi e informazioni varie anche dall’estero. Si tratta di Andrea Borchi che con il suo sito Bikepacking.it desidera condividere il suo percorso di avvicinamento al bikepacking: partendo dal cicloturismo classico ha iniziato a pensare a questa possibilità salendo e scendendo più volte il suo Pratomagno, tra il Valdarno e il Casentino.

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Aziende di bikepacking


Come sempre Surly (di cui si è già parlato) si impone sul mercato per scelte fuori dal coro del tradizionale marketing della bicicletta ed intercetta anni e anni prima degli altri i desideri dei ciclisti particolari e ne genera altri di altrettanto particolari. Surly mette addirittura diverse bici in catalogo adatte allo scopo. Sono biciclette che si distinguono sempre sia per le forme che per le soluzioni, ma soprattutto perché aprono vie nuove. Per esempio la Ogre può essere allestita come bici da cicloturismo tradizionale, come bikepacking e come city bike.

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Come Surly, Salsa produce vari modelli per vari tipi di cicloturismo. Ecco la Fargo, ma ce ne sono diversi per le varie specialità e libidini personali.

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Nell’ambito delle borse invece la ditta di riferimento è Revelate; ecco una borsa a telaio:

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E al manubrio:

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Viaggiando così ecco quello che può capitare (foto di Andrea Borchi in Appennino):

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Meglio bikepacking o cicloturismo?


Chiudo questo report con una considerazione molto semplice che parte dalla normale osservazione degli eventi in atto. L’allestimento da bikepacking non identifica esclusivamente questa categoria di ciclisti. C’è chi interpreta il cicloturismo veloce, o l’ultracycling come Andrea Tozzi, con questi allestimenti. È un allestimento che concentra il peso in verticale e non in orizzontale rispetto al telaio della bicicletta, come accade con le normali bici da viaggio.

bikepacking

Ne deriva un maggiore controllo e quindi si può già risparmiare qualche chilo tanto che la stabilità migliora da subito senza considerare il miglioramento della maneggevolezza. Ne deriva anche una velocità maggiore e di conseguenza, per come sono poste le borse da bikepacking sulla bicicletta, una migliore penetrazione all’aria. Forse a 15 all’ora non si avverte, ma quando si comincia ad arrivare a 20 all’ora in assenza di vento l’aria comincia a farsi sentire. E che dire di quando si ha il vento contro? Andrea Tozzi infatti ha attraversato l’America con una bici da corsa.

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Cosa voglio dire? Voglio dire che un classico cicloviaggiatore farebbe molto bene a cominciare a considerare l’allestimento da bikepacking per sé e la sua bicicletta. E ritengo che a questo punto basta qualsiasi bicicletta per viaggiare basta che sia comoda.

Commenti

  1. Avatar Tiziano ha detto:

    Ciao,non sono molto convinto che per fare del cicloturismo sganciato da paesi, camping, agriturismi e alberghi serva meno bagaglio ,semmai è vero il contrario.Mi sembra che il bikepacking sia piu adatto a chi cerca un modo di muoversi rapido,magari su sentieri difficili (ecco la necessita di avere poco peso) ma che per dormire ,mangiare e quant’altro utilizzi strutture ricettive.Se poi parliamo di corse di 500 e piu chilometri da fare in un determinato tempo allora non è il cicloturismo che intendo io.Poi ci vedo molto marketing e per un anarchico delle due ruote come lo sono io…

    1. Avatar felino ha detto:

      il bikepacking ha portato il cicloturismo in zone che prima il cicloturista non poteva frequentale con la bici da viaggio tipo la mia Kona sutra per intenderci. saper viaggiare con poco con lo strettissimo necessario è una qualità e molti vi riescono. quando viaggiavo io ero tra quelli che non ci riuscivano. un altro aspetto è che in questi anni i materiali efficienti e leggerissimi si sono evoluti e questo consente di aver tanto in poco peso e volume. io non avendo quel livello uso il bikepacking solo per uscite di una giornata e ogni tanto rimpiango pure le borse..
      quindi ben venga il bikepacking per quelli bravissimi. per la questione del marketing penso che non sia assente neppure nel cicloturismo tradizionale: come facciamo a sapere che esiste la Surly? la Kona sutra? e altre marche?. e’ perchè il qualche modo, attraverso mille rivoli il marketing del prodotto ci ha toccato. l’importante non è come si viaggia e in che configurazione, il bello e importante è farlo.

  2. Avatar Emanuele ha detto:

    Giusto, non ci avevo pensato lle guaine. Grazie.!

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