In bici dalle Alpi alla Sicilia – Parte 2

Il diario integrale del viaggio in bici dalle Alpi all’Etna, brevemente riassunto qui.

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Il viaggio in tappe:
In bici dalle Alpi alla Sicilia – Parte 1
In bici dalle Alpi alla Sicilia – Parte 2
In bici dalle Alpi alla Sicilia – Parte 3
In bici dalle Alpi alla Sicilia – Parte 4
In bici dalle Alpi alla Sicilia – Parte 5
In bici dalle Alpi alla Sicilia – Parte 6

17/09/2013 – 4º giorno

Mi sveglio al solito orario, 6.30, oggi non c’è il vecchietto a farmi premura e inizio con quella che sarà la routin mattutina: colazione, mi lavo, smonto il campo, carico tutto in bici e si parte. Ormai con il gps ci diamo del tu e le solite belle strade dimenticate da Dio non mancano, non so in realtà quanti chilometri sto allungando ma almeno mi tengo lontano dalle strade più trafficate ed inoltre attraverso paesini che mi raccontano ancora un po di questa terra e dei suoi abitanti; costeggio a tratti il Po, non nascondo però che a volte il paesaggio è un po’ monotono, le mie montagne sono ormai sparite dietro le mie spalle, ma compare adesso l’Appennino in lontananza alla mia destra, montagne già protagoniste (con lo scollinamento al passo della Cisa) del mio primo cicloviaggio da Bressanone a Linguaglossa nel 2011, lungo la costa Tirrenica. Le guardo da lontano e tiro avanti, il mar Adriatico è il mio obbiettivo.

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A parte degli scorci di Po che in zone tipo Casalmaggiore sono molto belli per il resto la giornata scorre anzi rotola senza nulla che mi incuriosisca più di tanto, anzi una si: ma è il periodo di accoppiamento delle formiche con le ali?!? Molto spesso mi sono trovato ad attraversare intere nuvole di questi esseri che occupano l’intera carreggiata, a volte anche per più di 5 metri; e allora trattenere il respiro e a testa bassa buttarsi dentro, per poi ritrovarti pieno di ste formiche che devi continuamente scrollarti di dosso. Che giungla ;)

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Mentre sono in dirittura di arrivo verso Modena, con mio grande piacere noto che i campi di pannocchie lasciano finalmente spazio a qualche vigneto… Raggiungo in fine un campeggio ben servito ma nel bel centro dello svincolo “Brennero-Modena Nord”, dopo 120km… Totale km 355.
Piccolo controllo ordinario alla bici prima della doccia.
Stasera nel menù c’è Riso alla zucca e Uova.
Domani attraverso Bologna e poi devio verso Ravenna, da quel che mi dice l’omino del campeggio sono 130km. Spero solo di poter fare il bagno una volta arrivato a mare.

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18/09/2013 – 5º giorno

Nottata insonne, sembrava che i tir mi passavano sopra la tenda, ed in effetti era un po’ così. Frescolino questa mattina, il termometro segna 13ºC per lo più umido… Mi vesto come se dovessi salire sul Tambò e non esco il naso dalla tenda per fare colazione.

Sarà che oggi prospetto una tappa lunga fino al mare ma a far colazione e sistemazione varie ci metto meno del solito. Mi butto subito fori dal campeggio nel traffico mattutino, ma il peggio deve ancora venire. Vista la lunga tappa, già di suo, non mi metto a girare per stradine ma mi sparo subito per la statale dall’uscita di Modena fino a Bologna. Non sembravo affatto un cicloturista, per il passo tenuto, ma volevo togliermi più in fretta possibile dall’inghippo. Fortunatamente non era poi così trafficata. Fatto sta che alle 10 ero già a Bologna, ci metto quasi un ora ad attraversarla, ma il centro storico merita una sosta.

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Subito fuori Bologna prendo una provinciale che mi porta verso Ravenna; pausa piadina a Medicina, ci sta, siamo nella regione della piadina! Proseguo sulla provinciale che mi segnala a ogni chilometro la distanza fatta da Bologna e quella rimanente per Ravenna, non capisco se la cosa mi faccia piacere o no. Fatto sta che chilometro dopo chilometro, passando da Cortina (non quella che sappiamo tutti), sono a Ravenna, con un leggero venticello che mi soffia contro e mi porta l’odore del mare (oltre che rompere un po’ i “cabasisi”).

Da Ravenna mi separano solo gli ultimi, pochi chilometri dal mare di Marina di Ravenna; ci arrivo stanco ma felice… Foto di rito e adesso mi piazzo in uno dei tanti campeggi in riviera. Ops, tutti chiusi dal 15 settembre! Ora, se non dovevo sopportare fidanzata parenti e amici, mi sarei piazzato abusivamente in qualche boschetto; ma volendo ascoltare il loro accorato consiglio di dormire sempre in posti sicuri mi metto alla ricerca di un’altro campeggio. Dalle mie sommarie ricerche salta fuori che c’è ne sia uno aperto verso Cervia, ma sono altri 28 km è sono già le 16.30. Mi sparo una borraccia di integratori e mi fiondo sull’asfalto come inseguito dai cani. Durante il tragitto mi si accende la lampadina e chiamo l’aiuto a casa: la mia ragazza, che con una rapida ricerca su computer mi trova un’altro campeggio aperto al lido di Dante. Meglio risparmio qualche chilometro (parecchi). Arrivo alle 18 in punto, il tempo di montare la tenda e mi butto a mare nonostante l’ora tarda, ma ci voleva! Comunque questa sera vado a mangiare al ristorante, si festeggia ;)
Tanto per la cronaca km tot 516… Oggi tappa distruttiva di 161km, sono fuori!

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19/09/2013 – 6º giorno

Non so se sia stata la stanchezza dovuta alla tappa di ieri o forse l’aria di mare, ma sta notte mi sono fatto una dormita come non mai! La sveglia suona al solito orario ma io me la prendo moooolto comoda, faccio anche le pulizie di casa.

Uscendo dal campeggio, verso le 8:40, chiedo informazioni al gestore su come arrivare a Lido di Savio evitando la statale; mi dice di seguirlo fino a un cancello (lui è con una jeep), da li mi spiega la strada. Inizia l’inseguimento a freddo!! Arriviamo a questa sbarra e mi spiega attentamente la strada, lo ascolto alla lettera; quello che mi aspetta è un bellissimo sterrato, sentiero, singletrak, che mi fa visitare una zona bellissima del parco del Po tra i due lidi, di Dante e di Savio, mi fermo frequentemente a guardare il paesaggio e a fotografare, e aspetto con fermento la foratura, si, perché con questa strada, queste gomme e la bici carica all’inverosimile, dovrò pur forare… E infatti: la gomma è a terra; fortunatamente quando sono già giunto sul l’asfalto… Riparo con calma, i passanti si fermano pensando che io sia esploso con tutto il carico, ed in effetti l’impressione è quella: no no, non si preoccupi tutto ok, sto bene, grazie, arrivederci.

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Mi avvio su quei litorali che fino a poco tempo fa pullulavano di belle donzelle, ma ormai i “riflettori” sono quasi del tutto spenti, rimane solo qualche intrepido Tedesco nei pochi lidi ancora aperti. Oltrepasso Rimini e Riccione, arrivato a Cattolica mi aspetta una po di dislivello per oltrepassare un promontorio che mi separa da Pesaro. Poco dopo la cittadina trovo una ciclabile che mi porta in centro a Fano.

Questa volta ho provveduto in tempo a chiamare un campeggio ancora aperto, lo trovo 6 km dopo Fano.
Monto la tenda e giù a mare, oggi c’è il tempo per fare un bagno con tutta calma.
109km, Tot 625km.

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Daniele Maugeri, nato e cresciuto alle pendici dell’Etna, fin dai primi passi la mia vita si è mescolata con gli avvenimenti e le stagioni che si susseguono su “a Muntagna”, il nome con cui, chi vive a stretto contatto con essa, chiama il grande vulcano.
Crescendo intraprendo gran parte delle attività che questo territorio può offrire: sci, Mtb, trekking, scialpinismo, freeclimbing; fino a conseguire il diploma di Maestro di sci, in Alto Adige, riuscendo a fare di una passione anche un lavoro.
Fu così che le mie passioni e il mio lavoro mi portarono lontano dalla mia terra d’origine, spostandomi tra AltoAdige e Val Chiavenna; ed è proprio dalla cima principale e più alta della val Chiavenna, il pizzo Tambò, al confine tra Italia e Svizzera, che partirà il mio viaggio, in occasione del 150° anno dalla fondazione del Club Alpino Italiano, che unirà simbolicamente le cime di queste due montagne agli estremi dell’Italia e per me di grande importanza, come un ritorno alle origini.

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