Il diario integrale del viaggio in bici dalle Alpi all’Etna, brevemente riassunto qui.
Il viaggio in tappe:
In bici dalle Alpi alla Sicilia – Parte 1
In bici dalle Alpi alla Sicilia – Parte 2
In bici dalle Alpi alla Sicilia – Parte 3
In bici dalle Alpi alla Sicilia – Parte 4
In bici dalle Alpi alla Sicilia – Parte 5
In bici dalle Alpi alla Sicilia – Parte 6
30/09/2013 – 16º giorno
Oggi la rivedrò, si si oggi la vedo, la Sicilia, ne sono certo e la cosa mi eccita, ah no, sono le fucilate di un cacciatore proprio accanto al campeggio che mi fanno svegliare agitato più che eccitato.
Sul lungo mare di Caulonia saluto il Bronzo di Riace; da alcune cose noto che in queste zone non ci sanno fare gran che con il “turismo”, la bellezza di alcune parti di questa costa andrebbero valorizzati di più, ma forse é proprio questo isolamento che ne conserva l’immutata bellezza.
La mattinata scorre veloce quando ad un tratto, fermatomi in un “fruttarolo” per comprare le banane, mi vedo spuntare Gianluca, un mio follower (si scrive così?). La cosa mi ha fatto proprio piacere, e il fatto che anche lui è preso dai viaggi in bici, vedendo e seguendo chi li fa, mi fa ancora più piacere, anche perché è bello quando il tuo stesso “viaggiare” è anche un monito per gli altri.
Ci salutiamo con foto di rito e riparto, finché alle 11:17 inizia ad alzarsi un vento contro che mai fino ad adesso! Vabè che questa parte della Calabria è abbastanza tormentata sia dalle correnti marine che da quelle “eoline” (fatemi passare il termine), ma così è troppo. Mi sbatte a destra e sinistra con i borsoni che fanno da vela. Tanto per farmi male, in una bella discesa, guardo il conta chilometri: 11km/h, e se smetto di pedalare peggiora!! Così anche se la tentazione di farla finita buttandomi sotto qualche macchina, quelle poche che passano, è forte, abbasso la testa e vado avanti come ho sempre fatto.
Fortunatamente arrivato al faro di Punta Spartivento, la cosa inizia a scemare… Il nome del faro è proverbiale, penso… Così arrivato, nonostante tutto, abbastanza presto al primo campeggio, quello di Condofuri, continuò per altri 20km circa fino ad un campeggio a Lazzaro , così da essere più vicino a Reggio e livellare un po i km di queste ultime due tappe.
Sento telefonicamente Maurizio, che tenta di raggiungermi, anche lui alle prese con il vento, mi raggiunge in campeggio ormai ben oltre il tramonto.
Questa sera prospetto un’altra cena fuori quindi, che ben venga… vuol dire che porterò il mio risotto agli asparagi fino a casa…
Ah dimenticavo, proprio pochi chilometri prima di Lazzaro riesco ad intravedere la Sicilia… Impennavo dalla felicità!
Oggi 107km Tot 1739km
1/09/2013 – 17º giorno
Sveglia presto, di solito rimanevo qualche minuto in “raccoglimento” prima di uscire dal sacco a pelo.. Questa mattina sono stato una molla; gran colazione, per cercare di consumare il superfluo, ormai ho le borse davanti quasi scariche.
Maurizio, anche lui operativo ben presto, è indaffarato nelle sue cose; dopo aver fatto colazione gli presto il mio fornelletto e pentolino per fare colazione anch’egli, e mi tolgo una piccola soddisfazione legata a tutto il mio carico “utile”. Partiamo alle 8 da Lazzaro e ben presto siamo nel caos di Reggio, spiego a Maurizio che qui la precedenza non è di chi ce l’ha, bensì “di chi se la prende”, mi segue. Breve ma bello il lungomare di Reggio.
Arrivati, non senza intoppi, al porto, ci accorgiamo che gli orari da me visti su internet erano una bufala, il prossimo è alle 11, come mi ha detto l’amico Beppe “benvenuto nei disservizi”.
Durante l’attesa incontro l’amica Patrizia e le sue amiche che mi salutano calorosamente, senza avvicinarsi troppo visto il buon odore di selvatico.
Alle 11 siamo sul traghetto, lascio la penisola italiana dopo 1740km. Approdati a Tremestieri Messina è il momento di salutare Maurizio, lui deve prendere, domani sera, la nave a Palermo – Genova, gli aspetta una gran tirata!!
È stato comunque bello conoscerlo, le nostre strade si dividono.
Quello che mi aspetta adesso è la statale Ionica di casa.
Per i bei paesi e scorci storici sulla costa, 100 punti alla costa Adriatica; per il mare e costa incontaminata 100 punti alla costa ionica-calabra. Ma per entrambe vince incontrastata la Sicilia ( scusate il campanilismo) 1000 punti!
Arrivo ben presto nella spiaggia “sotto casa”, a Cottone, dove non si fa attendere a lungo la mia ragazza, senza dubbio l’incontro più atteso del viaggio, Poco dopo arriva anche mio padre ansioso di vedermi, e anche a me fa immensamente piacere.
È inutile dirlo: bagno, qui ci stava tutto, in un lasso di cielo assolato, che poco dopo si riannuvola. Speriamo i prossimi giorni regga il tempo.
Per adesso mi godo questa spiaggia deserta in attesa degli amici.
Oggi 96km, Tot 1836km
2/09/2013 – 18º giorno
Questa volta non mi ha sorpreso, ero già li che l’aspettavo in trepida attesa, ma è arrivata prepotente più che mai. Che bella l’alba di casa!
La serata di ieri sera è stata magnifica, la temperatura perfetta e non umido, rimanere fino a notte attorno al falò in spiaggia insieme a tanti amici è stato super.
Andati via tutti rimane Gaetano con la sua casa ambulante a farmi compagnia per la notte, che si rivela bagnata; piove ma in mattinata tutto risplende, è sereno.
Alle 8.30 lascio la spiaggia, l’Etna è li che mi guarda sotto uno strato di nubi che a volte si scansa… la salita con prima tappa a Piedimonte avviene in scioltezza. La macelleria Cerra mi obbliga ad un primo pit-stop, mi fermo con piacere, li attendo l’arrivo dei bikers Linguaglossesi del Bici Club Davide Di Mauro e dell’Etna Trail ASD che arrivano numerosi, insieme ci avviamo verso Linguaglossa con numerose “soste di rito”, fino all’impareggiabile accoglienza della cittadina di Linguaglossa. Rimango a bocca aperta, trattengo la commozione. Non potevo credere ai miei occhi, Linguaglossesi e non, di ogni età, lì presenti per farmi festa. Non merito tutto questo.
Dopo il saluto al sindaco con reciproca consegna di un pensiero, saluto tutti, o quasi. Pesa ufficiale della bici: 47kg!!
Ringrazio ancora tutti. Fattasi ormai tarda mattina, arrivo a casa disfo il carico, approfitto delle mura di casa per pranzare, con molta calma riparto, con il carico necessario per affrontare l’Etna. Arrivato a Piano Provenzana a 1800m il vento è violento, se avessi avuto le borse sarei già a terra da un pezzo. Raggiungo il Rif. Monte Conca dove effettuo il cambio “abito”, mentre aspetto gli amici con cui raggiungo i 2100m del rifugio CAI Capannetta Linguaglossa, il tramonto ci sfugge sotto gli occhi, la serata è limpida ma tormentata dal vento, speriamo si plachi per l’ascesa di domani.
Partenza dal Rif. Capannetta prevista alle 7 circa.
Oggi 38km con 2100 metri di dislivello positivo. Tot 1875km
3/09/2013 – 19º giorno
Pensavo che sarebbe passato inosservato, ma in molti mi hanno fatto notare che il mio resoconto di ieri, nonostante le grandi emozioni vissute, risultava quasi freddo.
Un motivo c’è: proprio il giorno del mio “sbarco” in Sicilia e venuto a mancare il mio grande compagno di avventure, il mio cane Balù che dall’alto dei suoi 14 anni ne aveva di strada e dislivello sulla nostra Etna. Oggi non sarebbe potuto venire con me sull’Etna come di norma, a causa dei suoi acciacchi, ma lui un modo lo ha trovato comunque, morendo; infatti, messomi a conoscenza della morte dopo il mio arrivo a Linguaglossa, il pomeriggio di ieri, dopo essere salito in bici a Piano Provenzana, con il “tramonto che ci sfugge sotto gli occhi” (come ho scritto ieri), è stato il momento giusto per dargli degna sepoltura nei luoghi che circondavano le nostre giornate insieme.
La giornata di oggi non poteva essere altro che dedicata a lui, e non so se per caso o per volere di chi mi conosce, la mia salita di oggi, dopo la bella serata “affollata” di ieri sera alla Capannetta, è avvenuta nello stile che piaceva a noi. Solo io e Balù, che mi sentirò sempre accanto sulla nostra montagna.
La sua vicinanza “spirituale” mi da una gran carica, o forse è solo la rabbia di non averlo trovato vivo al mio ritorno; fatto sta che impiego solo 2ore e 10’ dal Rif.Capannetta fino in cima. Poco prima della cima trovo la mia ragazza mio padre e gli amici del CAI Linguaglossa, CNSAS e della Forestale ad aspettarmi, gli ultimi metri li facciamo insieme a loro con un vento che sembra ci voglia portare via. Tante foto e tanta festa in cima ai 3330 m dell’Etna (quelli segnati dal Gps), scambio dei gagliardetti dei CAI Linguaglossa – Chiavenna e giù tutti al riparo dal vento per stappare una bottiglia. Il verdetto del gps è 1886km dalla cima di Pizzo Tambò a 3272m fin qui in cima all’Etna.
Con me non fisicamente, ma presenti più che mai, oltre Balù, gli amici che mi hanno fatto compagnia sul Tambò, Giacomo, Alan, Panda e il piccolo Bengio.
Si è concluso così un viaggio che mi lascia pieno di bei ricordi, giuro, neanche uno brutto, ne la pioggia del primo giorno pieno in bici, né le gomme forate, né il sole cocente dell’entroterra pugliese, né il vento contro della costa Adriatica Ionica, né tanto meno quello di oggi; solo bei ricordi!
Le 19 tappe:
1° Pizzo Tambò – Chiavenna
2° Chiavenna – Lecco
3° Lecco – Cremona
4° Cremona – Modena
5° Modena – Lido di Dante (Ravenna)
6° Lido di Dante – Torrette di Fano
7° Torrette di Fano – Porto S.Elpidio (Civitanova Marche)
8° Porto S.Elpidio – Francavilla a Mare
9° Francavilla a mare – Campomarino
10° Campomarino – Menfredonia
11° Manfredonia – Giovinazzo
12° Giovinazzo – Metaponto
13° Metaponto – Marina di Sibari
14° Marina di Sibari – Le Castella (capo Rizzuto)
15° Le Castella – Marina di Caulonia
16° Marina di Caulonia – Lazzaro
17° Lazzaro – Cottone
18° Cottone – Rif. Capannetta
19° Rif. Capannetta – Cima dell’Etna
Daniele Maugeri, nato e cresciuto alle pendici dell’Etna, fin dai primi passi la mia vita si è mescolata con gli avvenimenti e le stagioni che si susseguono su “a Muntagna”, il nome con cui, chi vive a stretto contatto con essa, chiama il grande vulcano.
Crescendo intraprendo gran parte delle attività che questo territorio può offrire: sci, Mtb, trekking, scialpinismo, freeclimbing; fino a conseguire il diploma di Maestro di sci, in Alto Adige, riuscendo a fare di una passione anche un lavoro.
Fu così che le mie passioni e il mio lavoro mi portarono lontano dalla mia terra d’origine, spostandomi tra AltoAdige e Val Chiavenna; ed è proprio dalla cima principale e più alta della val Chiavenna, il pizzo Tambò, al confine tra Italia e Svizzera, che partirà il mio viaggio, in occasione del 150° anno dalla fondazione del Club Alpino Italiano, che unirà simbolicamente le cime di queste due montagne agli estremi dell’Italia e per me di grande importanza, come un ritorno alle origini.
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