In bici dalle Alpi alla Sicilia – Parte 3

Il diario integrale del viaggio in bici dalle Alpi all’Etna, brevemente riassunto qui.

Viaggio in bici in Italia
Il viaggio in tappe:
In bici dalle Alpi alla Sicilia – Parte 1
In bici dalle Alpi alla Sicilia – Parte 2
In bici dalle Alpi alla Sicilia – Parte 3
In bici dalle Alpi alla Sicilia – Parte 4
In bici dalle Alpi alla Sicilia – Parte 5
In bici dalle Alpi alla Sicilia – Parte 6

20/09/2013 – 7º giorno

Il regolamento del campeggio dice di non far rumore prima delle 7. È così sia. La sveglia suona al solito orario, ma io la spengo subito e non esco dal sacco a pelo prima delle 7.05 per rispetto dei vicini di tenda… L’aria si scalda un po, gli indumenti lavati ieri sera e stesi fuori, sono quasi del tutto asciutti.
Ci metto 1 ora e 30” a sbrigare le solite pratiche mattutine e a mettermi in sella per partire, non prima di aver pagato il campeggio e scambiato due parole con il proprietario che non mi vuole mollare. Vabbè, arrivederci.

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Subito fuori dal campeggio mi immetto nella SS16 Adriatica, non è male come strada, un po’ come la nostra litoranea Ionica per intenderci, passo da Senigallia dove trovo festa attorno al bel castello, mi fermo un attimo e riparto, arrivo a Falconara marittima e mi inoltro verso Ancona abbandonando la SS16 che qualche km dopo presenta 2 gallerie per oltrepassare la zona del Parco del Conero. Non è interdetta alle bici, strano, ma io comunque non voglio rischiare, così gps alla mano mi immetto in strade tortuose sopra Ancona che mi fanno passare per paesi come Angeli (li vedevo io tra un po’), Camerano fino a ritornare sulla costa all’altezza di Numana. Quattro belle rampe con relative discese che mi fanno fare 500m di dislivello positivo in totale e ora sono di nuovo a quota 0 metri. Pausa pranzo e continuo sul bel litorale; più in giù riprendo la SS16, rilasciandola a volte per riaffiancare la spiaggia. Arrivo a Civitanova Marche.

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Devo dire che buona parte di tutti questi centri costieri che attraverso hanno un bel lungo mare servito da una ciclabile, non male. Al termine della pista litoranea di Civitanova, mentre mi appresto a uscire dalla ciclabile per riguadagnare l’Adriatica, mi ferma un omino, caduto dal celo, spiegandomi che la ciclabile ancora prosegue lungo il fiume ecc… Lo ascolto e mi riimmetto costeggiando un lato del fiume Chienti fino a riprendere, più in là, l’Adriatica che mi porterà fino a Porto S.Elpidio dove trovo un campeggio per questa notte.
Oggi 104km, tot 729km. Ancora ho una vita d’avanti!

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21/09/2013 – 8º giorno

Sta mattina mi sono svegliato con una bella alba. Non è che le altre mattine non ci sia stata, solo che questa volta, grazie al posto dove ho piazzato la mia “casa”, mi si è illuminata la tenda ai primi raggi, allora sono saltato fuori a godermela un po’.
Ormai che ero operativo mi sono dato da fare e ben presto ero di nuovo in strada.

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Stavo quasi per perdere la buona abitudine di salutare gli altri ciclisti, staccando le dita dal manubrio o facendo un cenno con la testa, perché nel 99% dei casi il mio gesto non veniva mai ricambiato, anzi, sembrava quasi che mi mandassero a cagare. Fatto sta che oggi c’è un’aria diversa, sulla Statale Adriatica ci sono una marea di ciclisti in entrambi i sensi e buona parte salutano, da li a poco vengo raggiunto e affiancato da uno di questi gruppetti, con cui iniziamo subito un’allegra discussione con la media dei 30 km/h (è tutta pianura), mi mettono in mezzo e mi “trascinano” via, faccio metà della fatica. Ecco cosa significa far gruppo. Però tutti da un lato mi raccomando ;)

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Parlando salta fuori che oggi è sabato. Aaaaah ora capisco sto “bordello” e allegria, e mi spiega anche che nel pomeriggio di solito arriva vento da sud (effettivamente me ne ero accorto ieri) e che quindi meglio fare più strada possibile al mattino… Chiedo anche a uno di loro per un negozi-ripara bici, ho il mozzo dietro un po lento e la ruota mi balla. Mi spiega tutto e poco dopo si allontanano per alte strade verso l’entroterra, saluto il gruppo di “Studio Moda”.

Trovo il “meccanico” e in poco mi stringe l’asse a gratis: Graaazie! Riparto e imparato il trucchetto mi incollo a due simpatici vecchietti che per più di 10km tengono un’andatura per me ottimale.

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Mi faccio una bella tirata tutta la mattina; al solito, a tratti, mollo l’Adriatica per riprendere la litoranea dove possibile… Nel primo pomeriggio arriva l’atteso venticello ma io sono già a Pescara, che ha chiuso una delle arterie principali del paese per farne una strada ciclo-pedonale, grandi! Ormai me la prendo comoda e faccio il vero cicloturista, il lungomare merita una visita…
Arrivo a Francavilla a Mare, poco dopo Pescara, in tempo per il bagno e per guardarmi un po la tappa per domani.
Oggi 114km. Tot 853km, mi sa che sono a metà strada.

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22/09/2013 – 9º giorno

Il mare si è fatto sentire tutta la notte, mosso. Oggi mi metto di buon passo di primo mattino, parto con la stessa tattica di ieri, più chilometri riesco a fare in mattinata meglio è.
Gran via vai di bici anche oggi. Ah vero è domenica.

Fortunatamente le vaste pianure sono ormai passate e quella di oggi è tutta un sali e scendi, a partire dalle prima salita, quella per Ortona, dove incontro la maggior parte di ciclisti, tutti curiosi di sapere dove vado e da dove sono partito; conto più bici che macchine, in salita non riesco a stargli dietro, ma una volta in piano o in discesa ne recupero e addirittura sorpasso qualcuno, aiutato dal grande peso, per finire con l’ultima discesa che mi porta giù a Vasto, da lì iniziano una ventina di chilometri di spiagge di un “selvaggio” che non mi aspettavo, bello vedere così tanti km di costa ancora lasciati liberi da lidi, alberghi e addirittura strade che ne facilitano l’accesso, dall’Adriatica allungo spesso il collo per riuscire a vederne una porzione, lì oltre quel terreno e i canneti, ma riesco a scorgerla quasi per intero solo grazie ad un ingresso in spiaggia utilizzato dai Kiters, comunque solo dopo essere arrivato nei pressi di Termoli, città che oggi si è guadagnata la medaglia per “La città che non ti aspetti”: bellissimo il centro storico arroccato sulle mura di cinta a picco su una bella zona pedonale sul mare, che arriva fino al porto.

Da li scendo, per l’ultima volta oggi, verso Campomarino Lido dove trovo un campeggio ormai deserto.
C’è vento e il mare è mosso e smosso, non faccio il bagno oggi, sto un po’ al riparo dei canneti mentre mi controllo la tappa di domani, da qui lascerò il mare per attraversare l’entroterra fino a Manfredonia.
Oggi 102km, Tot 956.

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Daniele Maugeri, nato e cresciuto alle pendici dell’Etna, fin dai primi passi la mia vita si è mescolata con gli avvenimenti e le stagioni che si susseguono su “a Muntagna”, il nome con cui, chi vive a stretto contatto con essa, chiama il grande vulcano.
Crescendo intraprendo gran parte delle attività che questo territorio può offrire: sci, Mtb, trekking, scialpinismo, freeclimbing; fino a conseguire il diploma di Maestro di sci, in Alto Adige, riuscendo a fare di una passione anche un lavoro.
Fu così che le mie passioni e il mio lavoro mi portarono lontano dalla mia terra d’origine, spostandomi tra AltoAdige e Val Chiavenna; ed è proprio dalla cima principale e più alta della val Chiavenna, il pizzo Tambò, al confine tra Italia e Svizzera, che partirà il mio viaggio, in occasione del 150° anno dalla fondazione del Club Alpino Italiano, che unirà simbolicamente le cime di queste due montagne agli estremi dell’Italia e per me di grande importanza, come un ritorno alle origini.

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